𝐒𝐇𝐄 | laufeyson.

CHIESA

| NARRATORE ESTERNO

Il confessionale era una piccola stanza all'interno della tipica Chiesa americana, un luogo sacro e austero, costruito con mattoni rossi e vetrate colorate che proiettavano sfumature di luce nei momenti più solenni. I banchi di legno massiccio si allineavano ordinatamente, e la croce sopra l'altare principale dominava la sala con la sua presenza imponente.

Loki e Isabel erano entrati in punta di piedi, rispettando il sacro silenzio del luogo. I rari fedeli presenti si stavano preparando per la messa, alcuni inginocchiati per una preghiera silenziosa, altri accendevano candele votive per i loro cari defunti.

Isabel osservava con occhi curiosi gli affreschi raffiguranti scene della vita di Cristo, i colori intensi e le espressioni dei personaggi dipinti sembravano catturare l'essenza stessa della fede. Ma Loki sapeva che dietro a quella facciata di devozione c'erano anche segreti e ombre, e la sua presenza in quella Chiesa aveva un motivo ben preciso.

"Perché siamo qua? Entrambi siamo l'anti Cristo."

"Devo confessarmi," disse Loki con una nota di sincerità nella voce, anche se sapeva di non aver nulla da confessare in termini tradizionali. Non si pentiva di ciò che aveva fatto, tranne che di una cosa: volere Isabel solo per sé stesso.

Nel momento in cui entrò nel confessionale, Loki si sentì come se stesse cercando di nascondere una parte di sé, un'oscurità che non voleva che Isabel vedesse. Ma in quel momento, quella piccola stanza diventò un teatro delle sue contraddizioni interiori, un palcoscenico dove si svelava la sua lotta con la sua stessa natura divina e umana.

"Nasciamo modellabili, manipolabili e adattabili," disse Loki in un monologo interiore, mentre continuava a confessarsi. "Nasciamo con l'idea di essere i migliori e, il secondo dopo, ci detestiamo così tanto al solo riflesso allo specchio."

Guardò Isabel, la sua amata, e si rese conto di quanto fosse vulnerabile sotto il suo influsso. La sua relazione con lei era come una maledizione, un castigo divino, e lui si sentiva come i denti del Diavolo che cercavano di trattenere ciò che gli era stato tolto.

Isabel lo osservò con occhi gentili ma confusi. "Per cosa? Per essere uno stronzo con chiunque?"

Loki sospirò, cercando di trovare le parole giuste. "No, non per essere uno stronzo con chiunque. Ma per aver cercato di nascondere la mia vera natura da te, per averti desiderata solo per me stesso. E ora, qui, nella Chiesa, cerco di trovare una risposta, o forse solo un po' di redenzione." La sua voce era impregnata di un senso di colpa profondo, anche se sapeva che Isabel lo avrebbe accettato indipendentemente da ciò che avesse confessato. "E comunque, non ti basta che io non lo sia con te, capinera?"

Isabel sorrise, e Loki fu travolto dalla bellezza pura che si celava dietro quegli occhi, la stessa bellezza che emanava un desiderio profondo e un piacere primitivo. La sua voce, un canto seducente e coinvolgente, penetrò nell'anima di Loki come un'arma affilata.

"Non è quello il mio intento," rispose Isabel con una malizia che non poteva essere ignorata, "il mio obiettivo sarebbe renderti un cittadino innocuo."

L'agente della morte le lanciò uno sguardo fugace, consapevole che tra loro due non c'era spazio per l'innocenza. Erano creature oscure, immerse in un mondo di peccati e desideri proibiti.

"E ora, qual è il suo scopo, dottoressa?"

"Mantenere saldo il nostro legame," sussurrò Isabel con una passione che bruciava come il fuoco dell'inferno.

Noi, una parola che per Loki significava tutto e niente. Era il loro unico rifugio in un mondo che li disprezzava, un'unione che sfidava le leggi divine e umane. Loki e Isabel erano un'unione, una forza indomabile che si nutriva dei peccati e delle perversioni.