LXIII

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«La porta...»

«Ignorali.»

Non ho idea di chi ci sia oltre la porta d'ingresso dell'appartamento di Yoongi, ma il padrone di casa è piuttosto deciso ad ignorarli. Mi invita a fare lo stesso, ma non sono le sue parole a convincermi, quanto i suoi gesti.

Mi ha afferrata per i fianchi e mi ha sollevata fino a farmi accomodare sul piano lavoro della sua cucina. Ha aperto le mie gambe per essere più comodo nei movimenti, ci si è incastrato e ha preso a baciarmi come se ne andasse della sua stessa vita. Mi manca l'aria, ho il fiato corto e i polmoni che implorano pietà, ma non ho la minima intenzione di chiedergli di smettere, anzi. Sarei favorevole al trasloco in qualche parte più comoda della casa, perché possiamo approfondire l'attiv—

Tum tum tum.

«Hyung, non mi costringere ad aprire con il passepartout.»

Yoongi si allontana da me e sbuffa, alzando gli occhi al cielo. «Posso dirgli che sei nuda e che abbiamo intenzione di fare cose che nemmeno sa immaginare?»

«Yoongi!» Gli do uno schiaffo sul petto, costringendo i miei occhi a non scendere oltre quell'altezza. Temo che se dovessi vedere al di sotto della cintura, chiamerei la polizia e farei arrestare Jimin.

«Andiamo a vedere cosa vuole il moccioso, allora.» È rassegnato quando mi aiuta a scendere dalla cucina e mi prende per mano, portandomi con sé verso l'ingresso di casa.

«Hyung! Porca vacca, pensavo che foss—» Jimin si blocca, realizzando la mia presenza. Mi studia per qualche istante prima di lasciarsi andare a un sorriso malizioso. «Vi ho proprio disturbato, vero? Mi fa piacere.»

«Stronzo» bofonchia Yoongi, spostandosi per farlo entrare in casa.

«Ciao anche a te, Jiminie» lo saluto, senza lasciando andare Yoongi. «Cosa ti porta qui?»

«La noia.» Fa spallucce mentre si leva le scarpe e rimane con le sole calze. «Namjoon è da qualche parte con Min-Seo, Jungkook e Tae si stanno rincoglionendo con i videogiochi, Jin sta lavorando sulla sua canzone, Hobi è alla Hybe. Siete rimasti voi.»

«E non hai pensato che magari stai disturbando anche noi?»

Rifilo una gomitata nel fianco a Yoongi, che grugnisce appena. «Non ascoltarlo. Stavo pensando di suonare qualcosa, a dire il vero. Vuoi venire con me?»

Lascio la mano di Yoongi per afferrare quella di Jimin e saltellare verso la stanza dove si trova il pianoforte.

Sono tranquilla, con Jimin. Sono tranquilla con tutti loro, a dire il vero, ma quando Jimin ed io siamo soli so che lascia da parte l'immagine che vuole dare di sé al mondo e si mostra per quello che è davvero, e lo apprezzo molto. Mi piace parlare con lui, confrontarmi, fingere di lamentarmi di Yoongi quando, ovviamente, non riesco a trovargli nemmeno un difetto.

Non gli lascio tempo di parlare, questa volta. Mi siedo al piano e suono subito Lie, perché è sua e perché è una delle mie canzoni preferite del gruppo. Jimin si siede accanto a me e canta, lo accompagno nelle armonie – non che abbia una voce minimamente paragonabile alla sua – e seguo la canzone senza fermarmi.

Poi Jimin mi esorta con lo sguardo a scegliere qualcosa che faccia per me, e pensare a qualcosa che sia facile accompagnare con il piano non è proprio una passeggiata.

Quando scelgo Car's outside vorrei ridere e piangere al tempo stesso, soprattutto quando mi rendo conto che Yoongi ci ha seguito, che è alle nostre spalle e ci sta ascoltando. Questo testo parla di me e Yoongi, in fondo, sebbene non si sia allontanato così spesso negli ultimi tempi. Lui è sempre in viaggio, in costante movimento, e io sono sempre a Seoul, inchiodata qui, e fisicamente impossibilitata a seguirlo.

Both in this life and the next     |     Min Yoongi   [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora