Prologo

48 5 0
                                    

Deadwood, South Dakota, 2016

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Deadwood, South Dakota, 2016

Era una fredda giornata di fine aprile nella contea di Deadwood, la primavera era arrivata già da tempo, eppure il gelo non aveva ancora abbandonato le strade della cittadina che aveva vissuto uno degli inverni più terribili degli ultimi anni.

Il sole aveva fatto capolino già da qualche ora ma sembrava ancora troppo timido per riuscire a scaldare l'ambiente circostante. Qualcosa nell'aria era diverso quel giorno, sarebbe stato un ordinario lunedì per la maggior parte degli abitanti, ma per due di loro sarebbe stata una di quelle giornate alla quale avrebbero ripensato per tutti gli anni a venire, riempendosi la testa di domande e allontanando l'unica persona che avrebbe potuto dargli delle risposte.

Hyperion si era svegliato all'alba quella mattina, anzi a voler essere sinceri aveva chiuso occhio a malapena per l'intera nottata. I pensieri erano talmente tanti da incasinargli soltanto il cervello, nessuno di loro sembrava essere in pace con l'altro, non riusciva a dare un senso alle sue scelte perché per ogni parte di se che sembrava decisa a spingerlo in una direzione ne arrivava un'altra pronta a contraddirlo e a farlo vacillare sulla scelta da prendere.

Non prima di aver cacciato l'ennesimo sbuffo si tirò su dal letto, esclusivamente per estrarre dalla tasca della giacca posizionata sulla sedia davanti al letto il suo pacchetto di sigarette e dirigersi sul balcone nella sua stanza, accendendone una e godendosi l'effetto che la nicotina sembrava avere sul suo corpo.

Ricercava pace, tranquillità e sopratutto qualcuno che arrivasse e gli confermasse che stesse facendo la cosa giusta, che aveva fatto bene e che in nessun modo la sue decisione gli si sarebbe ritorta contro.

Esiste una grande differenza tra scelte giuste e scelte semplici, il più delle volte dentro di noi sappiamo cos'è meglio fare, eppure lui non ne aveva proprio la più pallida idea. Da una parte c'era la sua famiglia, un destino devoto al crimine, agli illeciti e alla delinquenza che però avrebbe portato i suoi frutti, che gli avrebbe permesso di continuare la sua vita nello sfarzo e nel potere.

E dall'altra parte c'era lei, che incarnava esattamente tutte le scelte sbagliate che uno come lui potesse prendere. Hyperion non era destinato a lei, alla figlia di due umili commercianti, lui aveva un matrimonio con qualcuno del suo stesso livello sociale, dei figli, un impero da mantenere e un cognome da portare avanti che lo attendevano nel suo futuro, non contava se li desiderasse o meno, ci sarebbero dovuti essere in ogni caso ed era una consapevolezza con cui Hyperion aveva già fatto i conti e a cui si era già rassegnato.

Ma perdere lei era qualcosa a cui non sarebbe mai stato pronto. Un sentimento folle che parte della bocca dello stomaco, che ti fa agire d'istinto e ti annebbia la ragione, che ti tiene sveglio la notte o ti fa correre sotto casa sua per il bisogno di vederla, che ti fa venire voglia di prenderla in qualsiasi momento e in qualunque posto ti capiti sottomano perché sembri non averne mai abbastanza, e che ti faccia sentire spensierato, anche solo per pochi istanti.

HeartwarmingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora