𝕾𝖑𝖞𝖙𝖍𝖊𝖗𝖎𝖓 𝕳𝖔𝖓𝖔𝖗 ~ 𝕱𝖊𝖗𝖎𝖙𝖊

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Evan Rosier si svegliò con un dolore lancinante al collo ma decise di ignorarlo nel momento stesso in cui si rese conto di dove si trovava. Si alzò di scatto dalla sedia in cui aveva dormito e si avvicinò al lettino che aveva davanti. La faccia di Barty era pallida come non l'aveva mai vista, le labbra quasi violacee come le profonde borse sotto i suoi occhi.

"Sembra morto" gli sussurrava una vocina nella testa e lui non poteva fare a meno di darle ragione. Ci era andato vicino, molto vicino e Evan non riusciva a smettere di ripetersi che fosse anche colpa sua. Si toccò istintivamente il polso, stringendo i denti per combattere il senso di vomito. Era colpevole. Lui più di tutti perchè avrebbe dovuto salvarlo e invece ora il suo amico era steso su un letto dopo aver provato a uccidersi.

Sentì una mano sulla spalla, era leggera, quasi quella di un fantasma ma apparteneva ad una persona viva per quanto in quel momento distrutta.

- Si sveglierà - Regulus Black aveva la nobilissima capacità di mettere sempre da parte i suoi stati d'animo per fungere da spalla nei momenti critici a chi dei suoi amici ne avesse bisogno ma non era mai riuscito ad essere credibile e in quel momento, dal suo tocco al colorito spento dei suoi occhi, arrossati e lucidi, Evan capì che quello che era successo lo aveva spezzato più di quanto lo era già.

- So che lo farà - Sussurrò di rimando costringendo la sua voce a non tremare e poi gli mise una mano sulla nuca, attirandolo a sè in un abbraccio impacciato. Erano vicini come fratelli loro tre ma troppo complicati per lasciarsi andare alle tenerezze dell'amicizia. Regulus Black poteva contare sul palmo di una mano le volte in cui era stato abbracciato dopo che Sirius se ne era andato a due di queste erano avvenute nel corso delle ultime quarantott'ore. Prima Barty sul treno, nel disperato tentativo di confessargli il suo dolore e ora Evan per impedirgli di distruggersi, consapevole che se fosse successo non sarebbe più potuto tornare ad essere più del fantasma di una persona, troppo consumato da quello che per anni aveva sopportato.

- Io non ce la faccio più - sussurrò con voce strozzata affondando la testa tra le spalle di Evan.

- Ho bisogno che smetta -. Non c'era bisogno di domandare cosa, una vera risposta non c'era. Che fosse la guerra, le loro famiglie, la scuola o le persone più in generale. Non c'era niente nella loro vita che non fosse marcio, contaminato da un'esistenza segnata da sofferenze, ingiustizie e il semplice peccato di essere nati e quindi di avere un obbligo verso una causa che non gli apparteneva. Evan rimase in silenzio nonostante il grido che aveva incastrato in gola offrendogli un conforto che non era neanche sicuro di poter dare visto quanto lui stesso ne avesse bisogno.

Nel frattempo c'era un ragazzo steso a letto, un ragazzo che si era del tutto distrutto e che non sarebbe mai più tornato come prima.

Era il loro settimo anno e mentre due di loro cercavano ostinatamente di sfuggire al male a cui erano destinati uno aveva smesso di scappare.

Quando Barty Crouch Jr si risvegliò non fu più lo stesso. Nelle sue vene c'era sempre stato qualcosa, un'ombra, un guizzo di follia che per anni era rimasto assopito, arginato dal benessere che aveva trovato nell'amicizia con Evan e Regulus. Ora però l'argine era distrutto.

𝕾𝖑𝖞𝖙𝖍𝖊𝖗𝖎𝖓 𝕳𝖔𝖓𝖔𝖗 ~ 𝒜 𝑀𝒶𝓇𝒶𝓊𝒹𝑒𝓇𝓈 𝐸𝓇𝒶 𝒮𝓉𝑜𝓇𝓎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora