La ragazza

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Ero una piccola bambina di 9 anni indifesa quando una sera, per caso, dopo essere scappata di casa per l'ennesima lite con i miei genitori perché non mi volevano lasciar casa piccola per fare l'amore con il mio ragazzo di riserva Giuseppino ed aver preso la macchina di mamma e mi ritrovai in una via piena di ragazze.

All'inizio pensai che ci fosse qualche svendita di Moschino nei paraggi quando trovai una bellissima ragazza con un reggiseno azzurro e delle fragole disegnate. Mi innamorai subito (del reggiseno, non della ragazza, ndr) e quella sera decisi che quella ragazza doveva essere mia (non si sà perché la protagonista spera di ottenere il reggiseno della ragazza semplicemente scopandosela). Mi avvicinai con la mia macchina... erm... la macchina di mia madre, mi accostai e le feci cenno di salire.

Mentre andavamo in un motel appena fuori la città (la tranquillissima Bitonto, dove non succedeva mai niente di brutto) per un'avventura di sesso selvaggio lei mi disse di chiamarsi Angela e venire dal Congo (ma stranamente la ragazza aveva un accento spagnolo marcato ed aveva la pelle olivastra) e che, dopo aver fatto una crociera per il Mediterraneo ed essersi innamorata di Bitonto, si era trasferita in Italia definitivamente (la protagonista confonde i viaggi dei barconi con crociere e pensa che la gente voglia venire qui in Italia a seguito di queste crociere, ndr).

Arrivate al motel inziammo a baciarci con foga, mordendoci le labbra e lasciando gemiti per tutta la stanza. Inziammo a spogliarci, o meglio, lei fece lo spogliarello e poi mi strappo via i vestiti di dosso.

Ero molto eccitata e lei mi accontentò con la notte di sesso più bella della mia vita (fino a quel momento la protagonista era vergine, ndr) e la mattina ci svegliammo ancora sudate e la camera puzzava ancora della nostra unione d'amore.

Lei ancora dormiva così decisi di scendere a prenderle la colazione e portargliela in camera, fregandomene del divieto di portare del cibo dalla sala alla camera, volevo stupirla (per avere in cambio il suo reggiseno, ndr).

Quando si svegliò si commosse e mi regalò il suo reggiseno: avevo raggiunto il mio scopo, avere quel reggiseno.

A quel punto la presi e la cacciai dalla stanza senza neanche pagarla: cosa me ne fregava di una congolese bianca con l'accento spagnolo quando avevo cinque fidanzati (anche se tre non lo sapevano di essere fidanzati con me) e un reggiseno azzurro con le fragole disegnate sopra?

Rientrai a casa e i miei a quel punto chiamarono polizia, carabinieri, guardia di finanza, vigili del fuoco, esercito, aviazione, marina, servizi segreti, CIA, FBI, NCIS, CSI, Five-0 e tutti gli altri per comunicare che stavo bene e che ero rientrata sana e salva a casa.

All'inizio erano arrabbiati ma quando gli feci vedere il reggiseno e gli raccontai tutto l'accaduto si tranquillizzarono subito e organizzarono una cenetta fra intimi (giusto 200 invitati, ndr) e qualche stuzzichino (se razionato bene tutto quel cibo mangiato in una sola sera avrebbe potuto sfamare l'intera Africa per qualcosa come 10 anni, ndr) per festeggiare il mio ritorno e vissero tutti felici e contenti.

I sogni di Serena *SATIRICO*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora