Ero determinata a correre velocemente, ignorando tutto ciò che mi circondava. Il vento e la pioggia sembravano sfumature spettrali, un contorno poco significativo, poiché ero assalita da un senso di angoscia ininterrotto. Decisi di uscire a correre per cercare una via di fuga dalla mia mente tormentata. Mentre mi immergevo nella mia fuga solitaria, una voce lontana mi chiamò: "Caroline?! Caroline?! Accidenti, dovevi essere qui mezz'ora fa". Era mia mamma, che più di un orologio svizzero è precisa e puntuale. Mi rimprovera sempre per i miei ritardi, specialmente se mi addentro all'aperto con il tempo incerto.
"Son qui, mamma. Non avevo percezione del tempo che passava e la pioggia ha iniziato a cadere prima del previsto".
"Metti in conto che il bosco non è sicuro. Se scivoli e ti fai male, potresti essere costretta a stare a casa per molto tempo. Quest'anno è un anno importante per te a scuola, non puoi permetterti troppi rischi".
Mia mamma è solita ad essere pessimista, ma pensandoci bene, aveva ragione. Non aveva senso mettermi in pericolo così tanto. Questo è un anno significativo per me, un anno che richiede la mia massima concentrazione e impegno. Siamo ormai quasi a novembre, il mese dei morti. Negli ultimi mesi, sopraffatta dallo stress, ho sentito il bisogno di correre per sfogare i miei pensieri, la pesantezza che avevo dentro, la malinconia che mi attanagliava. Teo ha trascorso l'ultimo mese con la sua famiglia in Svizzera, mentre Astrid è stata tutta l'estate in Sicilia ed è tornata un mese fa all'inizio dell'anno scolastico. Dice di stare bene, ma secondo me ha preso le distanze a causa di un lutto familiare accaduto poche settimane fa. Devo affrontarla seriamente, e questa sera sembra il momento giusto per chiarire tutto con lei, per farle capire che il suo allontanamento mi ha profondamente ferito. Finalmente, domani Teo tornerà. Il telefono è stato un buon mezzo di comunicazione quando ho sentito la mancanza dei nostri abbracci, del contatto dei nostri corpi e dei nostri momenti insieme. Fortunatamente, le cose tra di noi vanno bene, anche se l'ultimo mese trascorso lontani ha scatenato in me una sorta di offesa. Non volevo che se ne andasse, ma allo stesso tempo non volevo nemmeno impedirglielo. Gli ho permesso di decidere liberamente, ma domani avrò più chiare le mie emozioni su questa questione. Ora tutto ciò di cui ho bisogno è una rigenerante doccia calda, mentre fuori scroscia la pioggia e i miei pensieri si disperdono nel nulla. Nel frattempo, mentre cerco di rilassarmi, risuona il suono del telefono... Decido di lasciarlo squillare, poiché non mi aspetto nessuna chiamata importante. Forse è solo uno di quei fastidiosi call center. Mi dispiace che le cose stiano andando così, di solito non sono propensa a mettere da parte i problemi per prendermi cura di me stessa, ma purtroppo ho notato che le persone più care a me hanno fatto proprio questo, quando invece ero io ad avere bisogno di loro. Pertanto, ora mi sto dedicando maggiormente a me stessa. Non so cosa dirò ad Astrid questa sera, non so se devo chiederle delle spiegazioni o consolarla, vorrei fare entrambe le cose, ma ho paura che la rabbia per esser stata trascurata prenda il sopravvento. Tuttavia, devo cercare di trattenere le mie emozioni.
Esco dalla doccia e il telefono continua a squillare in modo insistente.
"Ciao Teo, che succede?" rispondo.
"Ehi Caroline, credo di doverti parlare. Sto tornando a casa prima del previsto. Passo a prenderti."
La linea cade prima ancora che io possa dire qualcosa. Le parole pronunciate da Teo mi fanno sentire come se si fosse abbassato il sipario dentro di me. Tutto sembra oscuro e incerto.Mi vesto in fretta, l'ansia mi assale e ultimamente sembra essere sempre presente nella mia vita, la sento scorrere nelle mie vene senza tregua. Mi osservo allo specchio, cerco di sistemarmi rapidamente e penso con stupore: "Non mi ero immaginato di rivederlo così". Indosso la prima tuta pulita che trovo nell'armadio, non ho abbastanza tempo per prepararmi come vorrei. So che la sua velocità è sorprendente e sarà qui tra poco, ma il fatto che non abbia voluto anticiparmi nulla mi fa sospettare che ci sia qualcosa di molto importante da cui dovrei proteggermi. Ma perché continuo a pensare di essere sempre in pericolo? Dopo l'attacco di Blu, non ho più visto nemmeno Jeremia, non abbiamo avuto l'opportunità di chiarire quanto accaduto durante la lotta. Queste strade sono deserte e non vedo nessuno del loro gruppo da tempo. Fuori sta piovendo molto e temo che sia l'inizio di un brutto temporale. L'estate scorsa è andata male per i raccolti dell'azienda agricola dei miei genitori e ne hanno risentito in diversi modi. Raccolgo i capelli in una coda alta, chiudo i libri scolastici che sono sulla scrivania, ma tutto questo nervosismo non mi lascia in pace. Sono esausta: mi siedo sul letto e guardo fuori cercando di tranquillizzare i miei pensieri.
"Hanno suonato. Puoi aprire tu?" urla mia madre mentre è impegnata a fare le pulizie.
"Sì mamma, tranquilla. È Teo. Ti spiegherò più tardi quando saprò qualcosa".
"Va bene, stai attenta. Fa freddo, prendi una giacca".
La guardo e sorrido, mi vuole davvero bene. Il suo affetto è sempre presente, anche quando è occupata. Vorrei essere come lei.
Apro la porta. Ecco lui, in tutta la sua splendore. Sorrido, sentendomi fortunata, e l'ansia si attenua. Senza pensarci troppo, lo abbraccio senza dire nulla, ascoltando solo il suo cuore e i suoi respiri, perché è tutto ciò di cui ho bisogno.
"Ehi, finalmente sei qui. È sembrata un'eternità" Gli dico guardandolo negli occhi, pieni di gioia e commozione.
"Sì principessa, sono qui".
la mia mano scivola sulla sua, giochiamo a sfiorarci.
''Allora di cosa dovevi parlarmi?'' Gli domando curiosa
Teo mi guarda per un istante per poi distogliere lo sguardo subito dopo.
''Ecco vedi, non so come dirtelo ma Blu e il suo gruppo sono stati incriminati di aver ucciso un gruppo di boy scouts qualche settimana fa, e in teoria è severamente proibito provare ad usare i nostri poteri contro qualcuno che non può difendersi, il problema è che io e la mia famiglia siamo quasi certi che sia stata Blu o qualcuno di loro ma allo stesso tempo non abbiamo prove concrete''
"Ma intendi quella vicenda di cui si è parlato qualche settimana fa? Il Paese era terrorizzato, l'unico ragazzino sopravvissuto è ancora in coma, come fate ad esserne così sicuri?"
Sono Incredula, sconcertata, un assassino in un paese farebbe già scalpore, ma un gruppo di assassini è qualcosa di irreale.
Teo si fa coraggio:
"Non so, mio papà ritiene che non ci sia altra soluzione possibile, appena lo abbiamo saputo abbiamo cercato di capire di più su questa storia ed è emerso che i tagli erano molto profondi, impossibile che un orso o un animale di quel tipo faccia determinate ferite, potrebbe essere un altro clan ma non ne siamo sicuri. Mi dispiace dirtelo con tanta franchezza ma credo che tu sia in enorme pericolo"
Cado nell'erba bagnata, sotto la pioggia e mi sporco di fango
"Caroline!" Esclama Teo preoccupato, si accuccia affianco a me.
"Io...potrei essere la prossima? Vittima di assassini cruenti?" Dico con la voce tremolante
"Non ho detto che sarai la prossima, ho detto che sei in pericolo e che dobbiamo fare qualcosa per tenerti al sicuro, adesso dobbiamo ragionare a mente fredda e capire se veramente sono stati loro, dobbiamo fare quello che la Polizia non può fare ossia capire"
"Qual'è il prossimo passo?"
"Il prossimo passo avverrà domani, dopo scuola verrai da me con la scusa di fare i compiti e lì ti spiegheremo il piano, intanto in mattinata Maria e Gaspare andranno a setacciare il bosco di Nord, vedranno se ci sono indizi mentre i miei genitori cacceranno nella zona di Sud."
Lo abbraccio, perché per un istante volevo essere rassicurata.
"Promettimi che sarai e saremo prudenti" Gli chiedo a bassa voce
"Ti prometto, che non permetterò a nessuno di farti del male".