★prima sezione: la casa nuova

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5: la casa nuova

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5: la casa nuova

;i think it's strange,
you never knew.

più tardi, mi rintanai nel buio della mia camera da letto, a rigirarmi tra le lenzuola, con il cuore che batteva all'impazzata e la straziante sensazione che di lì a poco, ci avrei lasciato le penne.

non riuscivo a chiudere occhio, il silenzio era diventato assordante, l'aria era pesante, e la mia pelle bollente. ciononostante, il mio corpo era percosso da brividi di freddo, e per qualche istante credetti di essermi beccato un tremendo raffreddore, ma la mia teoria venne smentita dal mio stesso buonsenso: capii che non sarei riuscito a dormire serenamente, se non avessi affrontato quell'incresciosa situazione.

erano le quattro del mattino, la casa si era svuotata da più di un'ora ed ero certo che felix si fosse abbandonato alla dolce stretta del dio del sonno nell'esatto momento in cui la sua ignara testolina bionda si era adagiata contro il cuscino, tuttavia, ciò non mi impedì di strapparmi le coperte di dosso come fossero state incandescenti, e correre verso la sua stanza.

trovai la porta aperta, e cigolò quando spinsi per entrare, ma il soave russare del mio migliore amico non s'interruppe fin quando non mi sentì sdraiarmi al suo fianco, con le mani strette al petto e gli occhi fissi sul soffitto. si voltò, sbattendo le palpebre, e mugugnò sottovoce, tastandomi il mento per assicurarsi che fossi realmente lì, e non una specie di visione onirica.
«hyunjin?» sussurrò, scontroso, e le sue dita restarono avvinghiate al mio volto.
«che ci fai qui? va' a dormire.» gemette, troppo stanco perfino per sbadigliare. decisi allora di guardarlo, e deglutii, tanto forte da temere quasi che mi avesse sentito.

felix aveva sempre avuto l'abitudine di non abbassare le serrande prima di assopirsi. amava svegliarsi al mattino con la fiabesca luce del sole che gli risplendeva tra i capelli, era convinto gli portasse fortuna, essere baciato dai raggi prima di cominciare la sua giornata, per questo motivo, nei giorni di pioggia, sulla faccia della terra non vi era persona più avvilita di lui. perfino la luna, non resisteva alla tentazione di sfiorare quella pelle morbida, e fu grazie al suo tenue bagliore che potei osservarlo, e mi mancò il fiato.

lui affondò le unghie nelle mie guance, resosi conto che ero rimasto lì, e ansimò.
«che succede?» mi chiese, e me lo domandai anche io. non avevo idea di cosa mi stesse succedendo, perché mi avesse scioccato tanto quella confessione, perché non riuscissi più a guardarlo con gli stessi occhi di sempre.
«davvero ti piacevo?» soffiai, e l'altro tacque, liberando il mio mento dalla sua ferrea presa, e si portò le mani alla fronte, ben poco propenso ad iniziare una conversazione simile ad un orario del genere, ma lo fece, per me.
«come se non lo sapessi.» borbottò.
«non ne avevo idea.» replicai, di getto.
se l'avessi saputo, non avrei fatto finta di niente, non sarei stato tanto ignobile da ignorare i suoi sentimenti, forse sarei stato tremendo, sì, ma maniera differente. se l'avessi scoperto all'ormonale età quindici anni, ne avrei certamente approfittato. dopotutto, non avevo mai conosciuto un ragazzo bello quanto felix, né tantomeno uno tanto sveglio, paziente e generoso, lui era perfetto, sotto ogni punto di vista, lo era sempre stato.

«è durata per tutte le superiori, era talmente ovvio. credevo avessi scelto di fare finta di niente, per non rovinare l'amicizia.» mormorò, nascondendo le dita dentro le maniche della felpa che indossava, e sospirò quando notò la mia espressione, ero esterrefatto. aveva perso tutti quegli anni della sua vita, a rincorrermi in silenzio, senza lasciare la minima traccia di sé, ed io, troppo preso da me stesso, non avevo mai osato neppure immaginare, di potergli interessare. se avesse trovato il coraggio di confessarmelo, al liceo, probabilmente ci saremmo ritrovati in una situazione quasi analoga a quella: nel suo letto, sotto uno stesso tetto, ma mano nella mano.
«tutte le superiori.» mi sorpresi a bisbigliare, facendo il calcolo degli anni persi, anni nei quali avrei potuto smettere di infilarmi con sconsideratezza in tutte quelle relazioni avventate, perché tutto ciò di cui avevo sempre avuto bisogno, era sempre stato al mio fianco.

felix picchiettò delicatamente contro la mia spalla, convinto che il mio irrazionale senso di panico avrebbe preso, di lì a poco, il sopravvento su di me, e che sarei esploso.
«non rendiamolo più strano di quanto non sia, non deve cambiare niente.» disse, sereno, per poi afferrare i lembi del suo piumone azzurro, e portarselo fino al collo, chiudendo gli occhi nel tentativo di riaddormentarsi.
«c'è voluto tempo, ma l'ho superata.» ammise poi, per tranquillizzarmi, e poco dopo, era nuovamente nel mondo dei sogni. io rimasi immobile, congelato, più pesante di prima.

lui l'aveva superata, era andato avanti.
ma io? io avevo appena cominciato.


𝐬𝐩𝐢𝐥𝐥𝐞𝐝 𝐦𝐢𝐥𝐤 • 𝐡𝐲𝐮𝐧𝐥𝐢𝐱Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora