Fasci di luci psichedeliche fendono l'aria e si specchiano sul mio top argentato senza spalline, quando mi colpiscono mi sento come una star sotto ai riflettori e quella sensazione mi fa rabbrividire come se fosse un brutto presagio.
La musica stasera ha un ritmo bellissimo, adoro questo genere tribale, sento le percussioni martellarmi nelle orecchie ed entrarmi sotto la pelle.
La gente intorno a me si lascia andare e balla in modo scatenato, scuotendosi come a cercare di liberarsi dai problemi, scrollando le tensioni accumulate durante la settimana.
Corpi preparati al meglio delle loro possibilità si studiano, si offrono, abbandonando ogni inibizione.
È un ambiente familiare in cui mi sento a mio agio, mi piace ballare e so muovermi bene. Dovrei semplicemente smettere di pensare e scaricare questa elettricità che sento dentro il mio corpo fino a perdermi, come ho sempre fatto, fingendo di essere qualcuno di diverso da me stessa.Non riesco a tenere il tempo, tutti i miei sensi sono all'erta, carichi di aspettativa, perché sono quasi certa che stasera lui verrà.
Quando mi soffermo su quella possibilità il mio stomaco si contorce dalla tensione, il cuore sembra stretto in una morsa.
Non riesco a sopportare quest'emozione così intensa, mi manca l'aria.Come a leggermi dentro, Checca mi guarda e a voce alta per sovrastare la musica esclama "Lara ti prego devi calmarti, non puoi
essere sicura che lui arriverà qui o che sia partito per venire da te. Potrebbe aver avuto un impegno di lavoro in Italia che si è dimenticato di comunicarti" poi sfoderando un sorriso provocante aggiunge "non sei mica sua moglie..."
Respiro a fondo scacciando il fastidio provocato da quella battuta infelice.
Cerco di convincermi ad essere ragionevole come lei mi suggerisce, ma il cervello non vuole collaborare, trascina i miei pensieri verso l'unica conclusione che mi appare plausibile.Esamino nuovamente la situazione, per la centesima volta in poche ore:
ha preso un aereo senza dirmelo, e non succede mai;
è venuto in Italia e l'ha comunicato attraverso i suoi canali social sapendo che ovviamente io lo avrei letto, e non succede mai;
ha aggiunto una didascalia a cui non riesco a smettere di pensare "andando incontro all' inevitabile", e lui non si sbilancia mai.L'inevitabile, lo so, non può essere nient'altro che noi.
Ed eccolo quindi, il capitolo finale della nostra storia, l'ultimo atto della commedia.
È dunque pronto a scoprire le sue carte, a mettere in palio il suo cuore. Vuole offrirmelo su un vassoio d'argento, e mi sfida ad avere il coraggio di fare altrettanto.I commenti sotto al suo post, come c'era da aspettarsi, non si sono fatti attendere.
I fans, o per meglio dire le fans, sono letteralmente impazzite.
Do una rapida occhiata al telefono per rileggere quelle parole ma quando vedo che sotto ci sono più di tremila messaggi l'ansia si impossessa di me e lo rinfilo con gesta nervose nella borsetta angusta.
Non sono mai stata una persona insicura, anzi. Ho sempre avuto una salda autostima, non mi sono mai sentita in competizione con altre donne perché credo nella bellezza dell'unicità di ognuna di noi, ma da qualche parte adesso tutte queste mie certezze vacillano, messe a dura prova ogni volta che vedo quanto lui sia desiderato." Perchè non gli scrivi semplicemente? Gli chiedi una spiegazione e ti togli il dubbio.
Sai come la penso, tutto questo non porterà a nulla di buono".
Non so come farle capire senza risultare patetica che mi manca il coraggio di affrontarlo.
Se mi dicesse che è volato fin qui per me, questo sarebbe un punto di svolta nel nostro rapporto che non sono sicura di riuscire a gestire in questo momento della mia vita.
Se desse qualsiasi altra motivazione morirei di delusione.È atterrato tre ore fa a Roma.
Lo so perché da brava stalker quale sono ho tracciato il percorso del suo volo dal sito della compagnia aerea.
Dal canto suo lui sa con certezza dove mi trovo, perché è diventata ormai una confortante abitudine raccontargli i piani della settimana, del mese e in generale della mia vita.Eludo la sua domanda, anche se non credo si aspettasse veramente una risposta; sia io che lei sappiamo che il discorso finirebbe per addentrarsi su terreni ostili.
Abbiamo già affrontato l'argomento tante volte e questo non è certo il luogo migliore per esporre la mia solita arringa di difesa; nascondere i sentimenti è diventato faticoso e a tratti ridicolo, non ho più energie per giustificare la mia follia agli occhi dei miei amici e forse neanche a me stessa.
Aspetto qualche secondo prima di cambiare discorso: "vieni dai, andiamo a bere qualcosa. Fa troppo caldo qui in pista".
Sospira e mi segue; ho vinto io, mi lascia sempre vincere quando sa che ne ho bisogno, ed è anche per questo che le voglio così bene, non è una di quelle irritanti persone che vogliono necessariamente avere l'ultima parola, tipo me ad esempio.Ordino per entrambe, a lei il solito gintonic, per me un mojito.
Ho la gola secca e le mani sudate; il mio battito è accelerato.
Valuto se sia o meno il caso di aggiungere a tutto ciò anche lo stato confusionale che sicuramente mi procurerà l'alcol.Il tizio del bar ha le braccia ricoperte di inchiostro e uno sguardo viscido.
Mi squadra senza ritegno e mi fa l'occhiolino mentre mi consegna il mio drink; faccio finta di non averlo visto e mi giro dall'altra parte infastidita.
Pochi secondi dopo rivolge un sorrisone accattivante alla biondina in minigonna appollaiata sullo sgabello di fianco al mio.Non posso fare a meno di pensare che lui non si comporterebbe mai in modo così sfacciato e superficiale con una donna, e il fatto che sia così unico e speciale, così perfetto, complica dannatamente le cose.
Credo che bere sia tutto sommato una buona idea e assaggio un sorso tenendo occupata la bocca per non cedere alla tentazione di mangiarmi le unghie, una brutta abitudine che ho abbandonato da anni e che sarebbe un peccato riprendere proprio adesso.
Mi volto distrattamente verso l'ingresso e resto paralizzata: vedo muoversi una figura che riconosco all'istante: è lui.
È qui.
Il cuore smette di battere e non percepisco più alcun rumore intorno a me, tutto è ovattato e confuso.
Devo fare uno sforzo immane per restare lucida e non cadere.Batto le palpebre più volte per esser sicura che la mente non mi stia facendo brutti scherzi, ma la sua immagine resta nitida.
Non riesco a staccargli gli occhi di dosso mentre lo osservo guardarsi intorno, impaziente, disorientato.
Non posso credere che sia davvero a pochi metri da me, dopo tutto quello che è successo tra noi, dopo tutto questo tempo... è così surreale.
Eppure in fondo lo sapevo, lo stavo aspettando, il mio istinto non si sbagliava, non sbaglia mai quando si tratta di lui.Lo riconoscerei tra mille.
Indossa una felpa nera che ha l'aria di essere pesante, ha il cappuccio calato sulla testa. Immagino che quello sia il suo tentativo di non dare nell'occhio, il che è un paradosso esilarante considerando il fatto che la sua figura si staglia in netto contrasto con tutti gli altri ragazzi in camicia o in t-shirt, e il suo metro e ottantotto di altezza non lo aiuta di certo a passare inosservato.Mi volto nuovamente verso il bancone del bar dandogli le spalle per riprendere fiato e studiare velocemente le mie prossime mosse. Mi faccio scudo con il corpo di Checca sospingendola davanti a me e sentendomi una vigliacca; ho bisogno di tenere sotto controllo almeno in parte le mie emozioni.
Quando le chiedo di restare immobile in quella posizione e di non girarsi, l'espressione che fa guardando la mia faccia muta da sorpresa a preoccupata.
Ha intuito il motivo di quella richiesta e si guarda intorno.
Vorrei dirle che ha indovinato, sono giunta alla mia fermata, ma è come se avessi perso l'uso della parola.
A fatica riesco a indicargli l'ingresso." Porca puttana! Non ci credo!"
È tutto quello che riesce a dire, ed è la prima volta in quindici anni che la sento imprecare.
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HIC IPSO TECUM (io qui con te)
RomanceTrovarsi, riconoscersi. Scavare, estrarre, donare. Capirsi, amare.