Capitolo 13 ~ Menzogne e verità

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~ RATRI ~

Parlare del tempo un tempo non era una fonte di stress e paura.
Dopo essere state quasi uccise da una tempesta (per quanto ne sapeva la mia collega), però, io e Lydia eravamo entrambe piuttosto sensibili alla tematica. 

Ad essere onesti, qualsiasi stranezza relativa ai fulmini era ultimamente sulla bocca di tutti i social, telegiornali e individui dotati di siffatta cavità orale. 

Nessuno si spiegava esattamente cosa fosse accaduto dentro quel caveau... il no-comment ufficiale non poteva nulla contro il video divenuto virale sul web. Un uomo che svaniva in una pioggia di scintille. Un cartellone pubblicitario a lui vicino che si spegneva e prendeva fuoco. Gli allarmi della banca americana per eccellenza che si attivavano. Il caos.

Non volevo immaginare cosa fosse accaduto lì dentro, quando la polizia e l'esercito vi si erano precipitati... visto e considerato che sapevo di cosa fosse capace Hjörtur. La spada che teneva in diagonale sulla schiena e la sua sagoma, seppur abbigliata con vestiti normali, erano inconfondibili ai miei occhi. 

"...no, it's not that I'm a conspiracy theorist, jackass! I'm just able to think, and that's what makes us different!" stava bisticciando Lydia con Noah, un nostro collega che avrebbe fatto da controfigura al protagonista maschile della serie "Un teorico del complotto guarda le scie dietro agli aerei e si fa un trip mentale, ma questo video...!"

Noah si portò platealmente una mano alla fronte. "Oh, cielo il video, non ci avevo pensato! Allora sarà tutto vero... Lydia, ricordami dove lavoriamo e qual è il lavoro di Sam?"
Si riferiva a un membro dello squadrone dei tecnici degli effetti speciali.

Ly lo fulminò.
"Fai pure il sufficiente, d'accordo... ma tutti quei testimoni? Che mi dici di loro? Dev'esserci qualcosa che le autorità non ci dicono!"

Noah inarcò un sopracciglio nero come il carbone, arricciando le labbra sottili, compensate da un intenso paio di occhi azzurri. Era un uomo sulla trentina, di bassa statura, ma quando era senza maglietta i muscoli sembravano esplodergli dalla pelle... mi ricordava un certo sconosciuto norreno, per la precisione.

 "Sì, Ly, probabilmente nascondono i dettagli su come dei terroristi si siano infiltrato in uno dei caveau più sicuri al mondo? Strano... non trovi?"

Ly lo fulminò... metaforicamente parlando. Quindi, i suoi occhi si puntarono sulla sottoscritta. Per tutto il tempo avevo fumato in silenzio la mia prima sigaretta da quattro mesi, sperando di non essere chiamata in causa.

"Ratri!" abbaiò "Tu cosa ne pensi?"

Mi ricomposi, nervosamente. "Credo che la polizia dica no-comment quando non sa la risposta o pensa che non piacerebbe a nessuno... o a qualcuno. Sicuramente però dev'esserci una spiegazione logica!"

Noah applaudì scenicamente, attento a non perdere la sigaretta che stava fumando nella scala antincendio del grattacielo. Io non fumavo quasi mai, a differenza dei miei colleghi-ciminiera ma mi ero concessa quel piccolo sgarro per calmarmi i nervi, prima delle riprese. La pausa sarebbe durata appena altri sei minuti, ma l'argomento di conversazione me li fece apparire eterni.

"Sentito, Ly? Ascolta la ragazza!"

Lydia sbuffò, rivolgendomi un'occhiata tagliente. "Va bene, l'ascolto. Illuminami con la tua spiegazione: come mai lui..." portò il video nel suo I-phone al punto giusto per inquadrare la sfocata sagoma di Hjörtur "Somiglia in modo spaventoso al tizio che ti ha assalita ed è sparito nel nulla durante la tempesta di Los Angeles?"
Non risposi immediatamente. Ero troppo impegnata a tossire l'anima: un appello ai sindacati dei miei polmoni, a seguito di un tiro di sigaretta eseguito troppo velocemente. 

TENEBRIS - Il canto della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora