Avevo sedici anni quando mia madre se ne andò. Eravamo tutte attorno a lei, mia nonna piangeva mentre io e le mie sorelle le stringevamo la mano a turno. Facevamo tre minuti a stessa e al momento del cambio la tenevamo sempre un po' più forte, come se avessimo paura che volasse via. Non so dove fosse mio padre in quel momento, a sedici anni avevo perso ogni briciolo di fiducia in lui. L' avevo visto troppe volte con un bicchiere di vino in mano e un'altra donna accanto a lui per fidarmi di lui. Era un uomo che prendeva i cuori tra le mani e gli sbriciolava, l' aveva fatto con nostra madre e anche con noi. Credo di aver preso da lui. Mamma morì alle prime luci del mattino con un ultimo orribile attacco di tosse e un respiro che sapevo fin troppo di morte per sperare ancora. Il dottor Bracher le posò una mano sul collo pallido prima di avvicinarsi a noi e riferirci la notizia con un tragico: "mi dispiace, non c'è l' ha fatta. Condoglianze". Odio la parola condoglianze, odio chi mi dice mi dispiace. Tutte sapevamo che mamma non ce l' avrebbe fatta. Io, mia nonna, la mia gemella Morgan e mia sorella maggiore Hannah. Odio la morte. Odio molte cose. Mamma venne seppellita nel giardino con tutti gli onori. Tutta Rowan's Ville venne a piangere sulla sua lapide e a portarci stupide zuppe e stupidi stufati fatti in casa. Mio padre e mia nonna sedevano accanto al camino e accoglievano i visitatori con sorrisi tristi e lacrime disperate quando si citava mia madre. Papà sembrava disperato, urlava il nome di sua moglie come una preghiera, piantandosi le unghie nella testa e strappandosi i capelli. E il giorno dopo lo vidi a letto con un' altra, l' ennesima. Noi Van Hebert siamo freddi come giaccio all' apparenza e dei veri mostri nel privato, quando nessuno ci guarda, quel giorno papà lo sembrò più del solito. La ragazza aveva una cicatrice che iniziava sotto i capelli e finiva sulla parte bassa della schiena. Un taglio netto che le dita di mio padre sfioravano possessive con carezze furiose che non aveva mai dato a mia madre. Non dissi niente ma corsi in bagno e vomitai, disgustata. Morgan mi trovò stesa a terra, con ancora l' abito nero da lutto addosso, ormai coperto di polvere.
- che cosa è successo?- la sua voce era piena di apprensione, non riusciva mai a non preoccuparsi.
-nulla- dissi alzandomi dal pavimento.
Lei mi buttò le braccia al collo e si strinse a me ignorando i miei tentativi di scacciarla.
-lasciami- le urlai. Volevo rimanere sola con la mia rabbia e il mio disgusto ma lei non mi lasciò. Mentre eravamo abbracciate sentii il suo corpo tremare, scosso dai singhiozzi. Dopo un po' iniziai anch'io. Lei piangeva per me, per la mamma, per la nostra famiglia disastrata e spaccata in due dall' enorme perdita dell' unica cosa che la teneva unita. E io invece piansi per mio padre e per il mio futuro senza più nessuno da chiamare genitore. Ma mancavano ancora tanti lutti e tanto dolore alla mia vita, solo che non li conoscevo ancora.
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Something in the woods
ParanormalLa cittadina di Rowan's Ville è circondata dai boschi, e gli abitanti si sono abituati agli strani alberi che crescono attorno alle loro case ben curate e agli orti di erbe aromatiche. Ma per Shaila quell' area di mistero che aleggia intorno alla fo...