Cuore a cuore

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Clarke scivolò tra le stanze di casa, raccogliendo i suoi effetti personali con la destrezza di chi conosce ogni angolo della propria dimora. Era un balletto familiare, una danza tra la necessità e la memoria. Nel frattempo, Lexa esplorava la stanza di Clarke con occhi nuovi. Benché avesse già messo piede lì, non l'aveva mai veramente osservata nei dettagli.
Le pareti erano tappezzate di immagini, uno scrigno di ricordi. Lexa sorrise davanti alle foto di Clarke da bambina, dolcemente incorniciate. C'erano ricordi di una felice infanzia, di momenti preziosi che ora trovavano nuova vita nella mente di Lexa. La sua attenzione fu catturata da una foto di Clarke con un ragazzo, probabilmente ai tempi delle scuole medie. Lo studiò con curiosità prima di rivolgersi a Clarke.

"Chi è lui?" chiese, incuriosita, sapendo che quei dettagli fanno parte dell'essere di una persona. 
"Lui è Wells Jaha,figlio del nostro preside e il mio vecchio migliore amico. Eravamo inseparabili" spiegò Clarke sorridendo,mentre prendeva qualche vestito dal proprio armadio.Lexa alzò le sopracciglia, stupita, quando Clarke le disse che era anche il figlio del loro preside."La vita riserva sorprese, sembra.." rispose la mora alzando le sopracciglia mentre guardava la foto in cerca di somiglianze tra il loro preside ed il ragazzo."Già.Io e Wells facevamo tutto insieme,finchè non è dovuto andare a vivere con sua mamma fuori città.Da lì non ci siamo più visti o sentiti" disse Clarke andando accanto alla sua fidanzata,guardando anche lei la foto.Lexa annuì con comprensione, mentre osservavano insieme la fotografia.
"Ti manca?" chiese poi Lexa,sempre con una tenera curiosità che fece sorridere la bionda.
"Qualche volta.Lui era speciale" rispose Clarke sinceramente.
"Hai mai avuto altre amicizie simili?" continuò la mora poggiando una mano sulla zona lombare dell'altra,carezzandola in segno di conforto.
"Si,ma nessuna come con lui" 
Le due si scambiarono uno sguardo sincero e dolce,sorridendosi in quel momento di intimità.Lexa le lasciò un lieve bacio a stampo che Clarke ricambiò con piacere,prima che entrambe tornassero a guardare la foto.

Dopo un momento di silenziosa contemplazione, Lexa si voltò verso la sua ragazza con un sorriso.
"Hai finito?" chiese Lexa dolcemente accennando al motivo per cui erano lì.
"Si,ed è meglio se andiamo ora.Mia madre tornerà a breve" rispose la bionda con un sospiro,mettendosi in spalla lo zaino con i suoi effetti personali.Lexa annuì seguendo la ragazza fuori dall'abitazione,prima di parlare.
"Prima o poi dovrai affrontarla,lo sai questo vero?" Clarke roteò gli occhi e rimase in silenzio prima di rispondere.
"Più dopo che poi"
"Clarke.."
"Okay okay.La chiamerò in questi giorni" finalmente Clarke si arrese e Lexa ridacchiò mentre le lasciava un bacio sulla fronte amorevolmente.Insieme tornarono a casa di Lexa,mano nella mano,ma quello che non sapevano era che qualcuno le stava seguendo nell'ombra.

*

Quella sera stessa, Clarke radunò tutto il suo coraggio e si sedette con il telefono tra le mani. Con un respiro profondo, compose il numero di sua madre. Il cuore le batteva forte nel petto mentre aspettava che qualcuno rispondesse.
"Pronto?" 
"Mamma... ciao"
"Che cosa vuoi, Clarke?" Abby rispose con un tono scontrosamente formale.
"Non voglio litigare, solo parlare" disse Clarke cercando subito di calmare sua madre.
"Non vedo cosa ci sia da dire."
Nonostante la freddezza di sua madre, Clarke mantenne la calma. Doveva farle capire che voleva risolvere la situazione.
"Volevo parlarti della situazione, di tutto quello che è successo. Che ne dici se ci incontriamo domani per discuterne?"
L'altro capo della linea rimase in silenzio per un momento, sembrando riluttante ad accettare l'invito.
"Perché dovrei?" chiese sua madre riluttante all'idea.
"Perché tu sei mia madre, e tu mi sei mancata, anche se non sempre ci siamo capite. Voglio cercare di capire, voglio che tu capisca. Per favore, mamma..è importante per me.." Abby sembrò esitare ancora, ma alla fine Clarke riuscì a convincerla.
"Va bene,a domani." Clarke sorrise sollevata dall'altro capo del telefono
"Grazie.Ti voglio bene mamma.." disse con tono dolce e leggero la bionda mordendosi il labbro nervosa.

Ancora una volta, il silenzio pesante regnò dall'altra parte della linea. Poi, Abby chiuse la chiamata senza proferire parola.Clarke sospirò, ma si sentì comunque sollevata. Aveva fatto un passo importante verso la risoluzione della situazione. Aveva aperto una porta, ora doveva solo sperare che sua madre decidesse di varcarla.


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