二十一 Nijūichi 21

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Stavo sdraiata sull'erba asciutta e calda Grazie ai raggi solari

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Stavo sdraiata sull'erba asciutta e calda Grazie ai raggi solari. Ogni giorno lo passavo sotto il sole, ad assaporare quel calore che mi era tanto mancato. Non avevo ripreso ad allenarmi, e non sapevo se volevo continuare a fare quella, neanche se ne fossi stata capace. Forse tutte le mie grandi abilità da ammazzademoni erano dovute alla mia forza e ai miei sensi sovrannaturali. Non volevo scoprirlo, perché alla fine, in fin dei conti, non mi interessava più di tanto.
Mi sdraiai a pancia in giù per osservare i presenti allenarsi, e diventare più forti.
Erano sudati e facevano fatica. In quel momento realizzai quanto il mondo che stavo vivendo in quel momento era cambiato. Non potevo più percepire il loro odore da così lontano, udire i loro battiti accelerati per la fatica. Quando ero un demone mi bastava chiudere gli occhi e riuscivo a percepire la presenza di ogni essere umano, ora, i miei occhi erano chiusi, e sentivo solo gli uccellini cantare, il sole riscaldarmi, e l'erba solleticarmi la pelle dei piedi nudi.
Mi alzai. Volevo fare una passeggiata e continuare a vivere in quel mondo reale. Mi sistemai il kimono lilla che indossavo e mi avvicinai verso la piccola fontanella della dimora. Sorrisi guardando il tessuto che copriva la mia pelle. Era un regalo di Yoriichi, desiderava che lo indossassi quando sarei diventata umana. Aveva ragione. Non credevo fosse possibile, ma mi sbagliavo, di nuovo. Credevo anche che non avrei mai più trovato l'amore e la serenità, eppure ero lì a girovagare a piedi nudi con il sorriso sul viso.

"Ichika, porta con te questo, è tanto tempo che non stai sotto il sole"

Sorrisi Kagoya, mentre afferrai il piccolo ombrellino, intonato ai miei indumenti.
Mi guardò per un ultimo istante e si allontanò da me, per ritornare nelle sue stanze.
Ogni persona che mi guardava rimaneva sorpresa. Non credevo di essere così diversa dalla me umana, eppure dai loro sguardi dovevo esserlo. Forse mi ero vestita così bene per questo, forse avevo paura che Sanemi non mi avrebbe più accettata. La paura che cercavo di camuffare con i sorrisi era dentro di me, chiusa in una parte del mio cuore. E Sanemi mi preferisse come ero prima?

"Ichika?"

Mi bloccai subito. Quella voce. Potevo non avere più gli stessi sensi, ma l'avrei riconosciuta ovunque. Dovevo farmi coraggio, dovevo guardarlo. Se non mi avesse accettato, sarei andata avanti, come avevo fatto dopo tutti questi anni.
Mi voltai e lo guardai. Sorrisi, con la speranza di camuffare tutta l'ansia che celavo dentro di me.

 Sorrisi, con la speranza di camuffare tutta l'ansia che celavo dentro di me

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