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«Ross, sta' un po' fermo!»

Ross MacLeod si agitava nella grossa vasca di rame mentre sua moglie Hazel lo lavava, con quella che era convinta fosse una mossa delicata, dietro le orecchie, il braccialettino d'argento di lei che gli sfiorava la pelle sensibile. «Soffro di solletico, lì» le riuscì a dire tra una risata e l'altra, e giusto per non farsi mancare nulla proruppe in un'esclamazione in gaelico che gli fece guadagnare un severo sguardo di rimprovero dai grandi occhi dorati della moglie.

Attorno a loro, il pavimento si era allagato con tutti gli schizzi che lo Ross aveva causato in quel bagno all'apparenza tanto turbolento. Per la verità, quando Hazel aveva riempito la vasca aveva fatto dei calcoli un po' troppo approssimativi in merito all'imponente stazza del marito in proporzione a quel recipiente tanto ristretto, così che quando ci si era adagiato all'interno, l'acqua tiepida ne era debordata fuori in allegre cascatelle. «La nostra stanza s'è trasformata in una laguna» aveva sbottato accigliata, e la sua espressione corrucciata aveva strappato un basso borbottio divertito che aveva scosso i larghi pettorali muscolosi di Ross.

«Gesù, Giuseppe e Maria, prometto di fare in fretta, ma non penso tu ti sia mai lavato per bene qui» esclamò Hazel un po' esasperata mentre, meticolosa, lavava con la punta dei polpastrelli attorno ai lobi delle orecchie del marito. Per evitare ulteriore acqua in giro, passò a massaggiargli la nuca, stando attenta alla cicatrice, che gli correva liscia e luccicante poco sopra la tempia tra i corti capelli rossicci, su cui si chinò a posare l'ennesimo bacio affettuoso. «Raccontami ancora di quando le suore ti hanno dovuto curare» lo pregò con voce suadente, sapendo bene quanto lui si dilettasse nel narrarle quell'aneddoto che, ogni volta che lo ripeteva, andava abbellendo con numerosi piccoli dettagli bizzarri e divertenti che avevano smorzato il tono drammatico della scena. Come se invece di essere stato in punto di morte, si fosse trovato circondato da suore baffute per sua semplice bontà d'animo nei confronti di quelle pie donne.

«Oh aye, Nocciolina» esordì con un sorriso di tronfia soddisfazione da cui spiccava un canino scheggiato la cui vista fece stringere lo stomaco alla moglie, intenerita, intenta a passargli una saponetta alla rosa sull'ampia schiena segnata dalle cicatrici di vecchie frustate. «In verità non è che ricordi granché» volle precisare alzando un grosso dito ammonitore, «solo poche immagini, nei primi giorni. E meno male: Sorella Grace era così brutta che se fossi stato pienamente cosciente, mi sarei tramortito da solo per evitarmi la pena.»

«Poverette, già che hanno medicato un testone come te, dovrebbero santificarle.»

«Och? Io avrei da ridire su quelle pie donne, Sorella Mercy mi puliva il batacchio con una cura tale che le ho dovuto far presente che la mia bella moglie culona si sarebbe potuta indispettire di quelle pulizie tanto meticolose.» Si girò quel tanto per lanciarle una strizzatina d'occhi di uno scintillante smeraldo, allungando un braccio muscoloso ricoperto di peli dorati per pizzicarle il generoso fondoschiena accomodato su un panchetto a lato della vasca.

«Spero ti abbiano rimesso al loro posto» fu la severa risposta di Hazel che gli rivolse comunque un sorriso ironico mentre si scostava spiccia una ciocca di scuri ricci dietro le orecchie.

«Aye, mi sono beccato uno sberlone dove non batte il sole, quelle bacchettone non hanno il minimo senso dell'umorismo.»

«Ben meritato, zuccone.»

Il grande corpo di Ross che rideva increspava di piccole onde l'acqua nella vasca, le braccia comodamente adagiate sul bordo in un atteggiamento di completo abbandono e pace come lo testimoniavano le pieghe più rilassate ai lati della bocca ampia e sensuale che prometteva baci morbidi e struggenti. I grandi occhi castani di Hazel si soffermarono ancora sulle guance ricoperte di una sottile barba incolta da radere, compito che lei continuava a rimandare in quanto aveva un debole per l'aspetto fiero e virile che quella conferiva a suo marito, ornando con un velo sottile dai riflessi dorati la mascella squadrata e decisa; le gote erano ancora un po' incavate ma parevano già più floride di quando, qualche settimana prima, lo aveva ritrovato dopo aver creduto fosse stato ucciso dagli sgherri di Charles O'Byrne, il viscido ex marito di Deirdre. Un brivido le corse lungo la schiena al ricordo di quando aveva letto il ritaglio di giornale ricevuto in una busta anonima dal Capitano Lockhart dopo il loro arrivo in Cornovaglia. Il trafiletto stringato scritto in caratteri piccoli riportava la notizia dell'incarcerazione a vita di Desmond Walsh imputato dell'uccisione di O'Byrne dopo la macabra scoperta del cadavere gonfio quasi irriconoscibile di quest'ultimo, ritrovato a galleggiare nelle acque del Liffey.

Of Seamen and Maidens - LUNA NUOVA E ALTA MAREADove le storie prendono vita. Scoprilo ora