6-Distanze che avvicinano

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Magnolia

Cinque anni fa

Anche in estate, le temperature, a Londra, possono sorprendere.

Ecco perché, nonostante sia luglio, mi ritrovo ad indossare un vestito che mi sfiora le ginocchia con sopra un cardigan azzurro.

Sarò sincera: non ho alcuna voglia di uscire con le mie migliori amiche e la ragazza di Michael, Gail.

Eppure, per qualche strana ragione, non sono stata in grado di rifiutare. Del resto, è già successo che uscissimo insieme, ma è stato prima...prima che iniziassi a provare qualcosa per Michael.

Adesso mi sento uno schifo, a guardare la sua ragazza negli occhi, come se niente fosse.

Quando mi arriva il messaggio di Ines, in cui mi dice che si trovano proprio dall'altra parte della strada rispetto casa dei miei nonni, prendo un profondo respiro.

Raccatto una borsetta a tracolla beige, del medesimo colore del vestito che indosso, e corro in salotto per salutare mia nonna.

"Sto uscendo." la avverto.

Non ci provo nemmeno ad andare a salutare mio nonno, è sicuramente rintanato in giardino a giocare con le sue amate parole crociate.

"Va bene, amore. Divertiti." mi scocca un bacio sulla guancia, posando la mano sulla mia con un gesto delicato.

"Sicura che non vuoi che resti?"

Non amo lasciare i miei nonni da soli. L'estate è l'unica occasione per concederci di passare più di qualche ora insieme.

In inverno, tra i miei studi e i loro impegni giornalieri, oltre che a causa della distanza, ci vediamo solo una volta a settimana.

"Non dire sciocchezze! Basta che domani mattina resti a casa per aiutarmi a cucinare un dolce speciale."

Mi fa l'occhiolino, spingendomi a darmi una mossa, per non fare aspettare le mie amiche.

Lei sa che non amo molto uscire, e che preferirei di gran lunga aiutare il nonno con le parole crociate, ma sostiene che devo godermi queste giornate meravigliose.

Quando esco di casa, chiudendomi la porta alle spalle, l'aria fredda mi colpisce in viso.

Cerco con lo sguardo la macchina di Mark, che aveva ripromesso di accompagnarci nel luogo in cui passeremo la serata, ma non lo vedo da nessuna parte.

Vedo solo un mezzo, che conosco fin troppo bene.

Mi avvicino come se avessi visto un fantasma in mezzo alla strada. La moto Harley Davidson, arancione e nera, di Michael è proprio qui.

Michael è qui.

Esattamente di fronte a me. E no, non è un'allucinazione, nemmeno un sogno ad occhi aperti.

"Che ci fai qui? Stavo aspettando" inizio, cercando di mettere insieme le parole e celando il mio stupore.

"Stavi aspettando le mie sorelle e Gail? Peccato che tua nonna abbia chiamato al telefono di casa, per dire che ti senti poco bene."

Il sorriso che mi regala mi fa capire tutto.

Ha inventato una scusa bella e buona. Ha messo su tutto questo per me?

Okay, forse è davvero un sogno. Mi do un pizzicotto così forte sul braccio che quasi sicuramente mi spunterà un piccolo livido.

"Perché lo hai fatto?" Vado al dunque, mentre lo scruto incantata.

Qualcosa di grandeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora