Questa terra ha qualcosa di intrinsecamente magico.

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La mia sveglia di stamattina è uno strano uccello che probabilmente ha fatto il nido esattamente nella parte dell'albero di fronte la mia finestra. Quando spalanco le imposte lo cerco con lo sguardo addormentato come se effettivamente potessi vendicarmi con lui. Ovviamente non vedo nulla.

Mi sciacquo il viso con dell'acqua gelida nel mio bagno privato e con indosso ancor il pigiama scendo le scale al piano inferiore dove trovo l'isola della cucina imbandita per la prima colazione come nei migliori hotel a 5 stelle. Ai fornelli c'è Marisa.-Buongiorno-blatero sbadigliando.

-Buongiorno signor Taylor-

-Taylor , Taylor e basta-preciso.

-Ieri sera è andato a letto senza cena-ecco perché adesso ho una gran fame-Gradisce un tè?-Perdonami Marisa per la brutalità dei miei pensieri ma quello al massimo glielo prepari al mio amico inglese-Un caffè americano, doppio-le sorrido. Sono un uomo con una certa reputazione, io.-A proposito-come se avesse potuto sentire i miei ragionamenti fatti in mente-Dov'è che sta Nicholas?-

Mi indica un punto preciso nel cortile all'ingresso. Si sta occupando della cura delle piante e dei fiori insieme a Joseph. Resto qualche minuto a osservarli mentre addento una brioche alla crema in maniera poco elegante. Una piccola parte di me teme che possa essere ancora turbato per quanto accaduto lo scorso pomeriggio. Quando rientra in casa e scorgo la sua figura venire nella mia direzione ho già terminato la colazione e sto per ritornare in camera.

-Buongiorno principessa!-mi regala uno dei suoi sorrisi migliori e sfacciati-Dormito bene?-

-Si-nella mia testa si affollano pensieri su pensieri su come provare a intavolare una conversazione che sappia di scuse con lui in merito a quanto è successo o meglio non successo ma non so davvero cosa dirgli.

-Sbrigati a prepararti perchè stamattina ti porto in giro per la città-sembra che abbia archiviato il tutto. Il punto è che con lui non sai mai quanto stia realmente incassando il colpo e quanto tutto questo non contribuisca a renderlo una specie di bomba a orologeria ma decido di non curarmene adesso. Sono palesemente in ritardo rispetto a una tabella di marcia che ha programmato e non vorrei urtare ulteriormente la sua sensibilità.

-Tu non puoi uscire così qui con quei cosi al piede-del mio outfit da safari tutto color sabbia critica gli stivaletti Timberland.

-Non ho altre scarpe-lo seguo mentre si dirige in fondo al corridoio dritto in quella che scopro essere la sua camera. Tutta blu. E per tutta intendo tutta: mobili, pareti e pavimento. Diverse tonalità di blu si combinano tra di loro. Il che fa sembrare il verde del prato esterno alla sua vetrata un pugno nell'occhio. Una gigantografia sulla parete che da sul letto matrimoniale lo ritrae con i suoi genitori e sua sorella sorridenti, abbracciati l'uno all'altro con uno sfondo di un paesaggio spettacolare vista mare. Chissà se ha avuto modo di chiarirsi con loro...

-Prendi queste-mi porge delle espadrillas bianche.

-Sono orribili-

-Prego. Sono quelle che indosserai-

-Nick vorrei ricordarti che siamo a Novembre e in Grecia non in Australia dove è piena estate!-

-Quegli scarponcini restano orribili-Si infila sulla canotta bianca una camicia a righe bianca e azzurra che si abbina perfettamente ai suoi pantaloncini anche essi azzurri. Ai piedi indossa un paio di sandali.

-Non sapevo ci fosse un dress code per girare la città-

-Adesso lo sai-lo seguo facendo dietro front fino all'auto grigia, una jeep, parcheggiata all'esterno della villa-Entra-prendo posto al sedile passeggero accanto a lui-Sappi solo che è un po' di tempo che non guido dal lato sinistro-ruoto la testa lentamente verso di lui-Ma ricordo in fretta-Chiudo gli occhi immaginando lo scenario della mia morte imminente quando ci schianteremo contro un albero o peggio contro un tir. Sospiro. Sono ancora troppo giovane...

Come in un filmDove le storie prendono vita. Scoprilo ora