3. No

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Il braccio di Jimin era ancora teso verso Yoongi, quando all'improvviso si sentì tirar via bruscamente.

Riconobbe quella mano e gli si gelò il sangue.

"Minho, che altro vuoi adesso?" Jimin ringhiò contro quella persona con tutto l'odio che aveva in corpo.

"Che volevi fare con quello lì?" domandò Minho indicando Yoongi.

Quest'ultimo alzò un sopracciglio ma rimase in silenzio, lo sguardo fisso sul ragazzo che poco prima gli aveva chiesto di ballare.

"Non sono affari tuoi, ora vattene da qui!" quasi urlò Jimin.

"Jimin, forse non hai capito che-"

"Sei tu a non aver capito. Non so chi tu sia, ma stai infastidendo il mio amico e ti ha appena detto di andare via." lo interruppe Yoongi piazzandosi tra i due.

"Ma chi ti credi di essere tu, mh?" chiese Minho con un ghigno inquietante sul volto.

"Sono quello che chiamerà la polizia se non te ne vai immediatamente, mio padre è il nuovo sceriffo."

Minho sembrò improvvisamente teso, spostò lo sguardo su Jimin "Non finisce qui!" lo avvertì, prima di girarsi e andarsene senza dire altro.

Jimin sentì le gambe cedere, si buttò sulle ginocchia, gli occhi colmi di lacrime pronte a scendere su quel viso che ora di rilassato non aveva più nulla.

"Jimin!" esclamò Yoongi avvicinandosi a lui preoccupato.

"Va tutto bene, devo solo andare a casa, scusami. Grazie per prima." Si alzò senza nemmeno guardarlo e iniziò a muoversi tra la folla. Si imbatté in Taehyung che si era allontanato per prendersi un altro drink, e quelle lacrime cominciarono a rigargli il viso silenziosamente.

"Mimi, che cosa è successo?" gli domandò il suo amico in preda all'ansia.

"Minho.." sussurrò Jimin, Taehyung capì.

"Andiamo, ti accompagno a casa!" gli mise un braccio intorno alle spalle e si diressero all'uscita.

Yoongi nel frattempo aveva cercato invano di raggiungere Jimin, non lo trovò. Era come sparito. Decise allora di andare al bancone dove poco prima il ragazzo stava lavorando e chiese il suo numero di telefono al suo collega che, avendolo riconosciuto, glielo scrisse. Si rigirò il bigliettino tra le mani, incerto. Avrebbe dovuto chiamarlo?

Quella domanda lo perseguitò tutta la notte, ma in cuor suo sapeva quale sarebbe stata la cosa giusta da fare.

Hennessy and night.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora