La natura dell'energia sessuale è così volatile, che l'uomo che decide di "controllarla", di esercitare su di essa la sua "volontà", di "sublimarla" o qualcosa di simile, molto presto troverà che non gli rimane tempo per niente altro.
Rodney Collin
Le sue cosce stringono il mio collo ogni volta che lo prendo nella mia bocca come poco prima avevo fatto con il suo ombelico. Lo stesso succhiare, lo stesso avvolgere con le labbra, quando basta per sentirlo chiedermi di non smettere, di continuare qualunque cosa io stia facendo come fossi cieca in una tempesta di sensazioni auto-riflesse.
Ogni muscolo della mia faccia e della mia bocca è impegnato ad assecondare i suoi gemiti di godimento, sempre più simili a urla che sussurri.
La mia imprevedibilità è la sua scommessa di scoprire brividi inaspettati. Velocità contrastanti, ritmi alternati, capaci di allontanarlo momentaneamente dal piacere assoluto quanto incendi che divampano feroci su tutto il suo corpo. Mi fermo simulando esitazione. Come se fosse per la prima volta. E lui impazzisce.
Poi riprendo dall'inizio, facendo scorrere la lingua curiosa o appassionata. Provo anch'io un brivido di appagamento. Lui mi conosce abbastanza ma è ancora capace di giocare con me, sul filo del rasoio. Un po' innocente e un po' malizioso. Adoro, adoro e adoro questi momenti sublimi.
È proprio quando lo sorprendo che sento pronunciare i gemiti più acuti, richieste tutt'altro che formali, inviti a continuare per la mia strada, sempre più tortuosa e avvincente. Mi eccito a vederlo in quello stato. Basta così poco per un maschio adulto e sicuro di sé come Gerry? Quando è cedevole come ora, è perché vuole esaltare la mia vanità, certo anche per il piacere che sta provando, ma sa ammirare i miei momenti di esibizione, di sfoggio di femminilità, di offerta di me. Per lui è il massimo della bellezza. E io divento la sua musa.
Per me questo è il suo premio che, mi infonde risolutezza insieme a soddisfazione. Che mi spinge fino alla soglia dell'orgasmo, indotto solo da un'associazione di idee oppure come adesso, anche, delle sue dita esperte che toccano, stimolano, penetrano la mia intimità. Un pomeriggio di pioggia che magnifica il nostro nido ovattato avulso da tutti i mondi di fuori. Poco importa se siamo allo Standard Hotel di New York o nella nostra baita sull'Appennino, quello impervio, circondati dai lupi.
Il nostro micro cosmo è sempre più consolidato dal piacere che riusciamo a darci, dalla profondità della nostra attenzione, dalla sensibilità dei nostri corpi. Ci sono ancora degli scogli, duri, da superare, come la sua mente sfuggevole che non riesco ancora a raggiungere. Concettualizzo come ciò corrisponda a divisioni, divergenze. Anche se, quando sono più rilassata, riesco quantomeno a leggere i suoi pensieri.
La mia immaginazione divaga libera per qualche secondo, complice l'ipnosi dei nostri gesti lenti e ripetitivi. Improvvisamente la fisicità riconquista la sua centralità. La mia bocca ora è più liquida. Gerry si inarca, si irrigidisce. Lui dentro di me aumenta il ritmo, mentre i miei umori sono torrentelli che confluiscono in un fiume in piena.
Adesso non riesco più a trattenermi. Imploro Gerry tra un respiro e l'altro di cedere con me, interamente. La mente ancora incerta e nebulosa, tra divisioni e unità in un attimo d'insicurezza. Il corpo invece all'unisono e lui che adesso lancia un piccolo urlo. Un sottile malessere per la mia incompletezza sale insieme al mio venire quando sento i primi fiotti nella mia gola. Non riesco a inghiottire del tutto e nel prendere fiato un colpo di tosse esplode schizzando sul suo petto, sulle lenzuola. I miei seni bagnati. Le mani impastate. Devo correre in bagno.
Quando esco, mi soffermo un minuto sul panorama che si vede dall'ampia vetrata d'angolo, davanti a me il sobrio Whitney Museum, dietro il Chelsea Market, il mio posto preferito per spuntini veloci, dentro sembra un bazar, e la High Line proprio qui sotto. Poi sono di nuovo tra le braccia di Gerry.
Qualcosa non va Olgivanna? Mi chiede con un filo di voce. Scusami Gerry non so cosa mi succede, rispondo. Non ti trovi a tuo agio qui allo Standard Hotel? Si, forse è così, troppo lusso, forse sono un po' nervosa per stasera.
Olgivanna bella dovresti essere contenta dell'occasione di suonare all'Output, vedrai che andrà tutto bene.
Non riesco ancora credere come mi abbiano selezionato per una serata in un posto così particolare, originale, come del resto anche questo albergo dove ora siamo e dove solitamente alloggiano i DJ che si esibiscono all'Output, un Club tra i più alternativi della scena elettronica della città. Mi tremano le gambe se ci penso. Mentalmente continuo a cambiare e ricambiare la scaletta che ho preparato per la serata. Sono quasi nel panico. Torno alla vetrata per raccogliere il tramonto che incombe.
Che ansia.
STAI LEGGENDO
CIRCUMRADIANT DAWN
Adventure🔞TRANSSEXUAL STORY - 🌈🦋SOLO PER ADULTI Un viaggio musicale, sensuale, esoterico, di OLGIVANNA, la nostra DJ, attraverso gli U.S. alla ricerca di un senso, alla scoperta di Maestri di vita e un finale drammatico. Da NYC a Mill Run (PA), poi a Tali...