Parte 1 senza titolo

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Questa è la prima storia che scrivo su Wattpad , fino ad ora ho utilizzato questa app soltanto per leggere. Sarà un racconto breve e ce ne saranno degli altri molto diversi tra loro. La mia intenzione è quella di pubblicare anche frasi da libri che ho letto / leggerò e forse anche una storia tutta mia ( con il tempo si vedrà). Spero vi piaccia e di avere da voi un riscontro, sia positivo che negativo per poter crescere e divertirci insieme. So che vi avrò annoiato oltre misura ma mi sembrava doveroso questo cappello. Detto ciò, buona lettura.



"Enea, vieni qui! Dobbiamo prepararci, è ora di andare a scuola". Il suono della voce di mia madre appariva ovattato alle mie orecchie, come un'eco lontano in un bosco sperduto; alla vista di quell'enorme pallone rosso che tentava invano di levarsi alto nel cielo, davanti ai miei occhi anche quell'ennesimo fallimento appariva la più bella delle aurore.

Casa mia si trova su una collina, da cui si gode di un'ottima visuale. Mia madre è riuscita a farmi viaggiare con gli occhi e soprattutto con la mente, facendomi immaginare luoghi sempre più irreali e sconfinati: l'unica arma che possiedo per combattere la disubbidienza de mio corpo. Mi piace definire così il problema che all'età di otto anni mi ha costretto sulla sedia a rotelle, cambiando la mia vita per sempre. Fin da bambino sono stato iperattivo e solare, ma soprattutto curioso di tutto ciò che mi circondava: mia madre mi portava in viaggio , in luoghi celebri e prosperi, ma anche in quelli più miseri e poco conosciuti. Mi sembrava una vera e propria magia di cui io ero il protagonista, ma come in tutte le favole, gli eroi vengono sempre colpiti da un sortilegio.

Mio padre non l'ho mai conosciuto davvero, l'ho visto soltanto nelle foto; per me esisteva solo mia madre, che grazie al suo talento era riuscita a diventare una donna d'affari di successo, ma, si sa, il prezzo da pagare per una vita agiata è una vita di solitudine. Mi svegliavo, venivo aiutato a fare anche le cose più banali, andavo a scuola e, quando tornavo a casa , prendevo il blocco degli appunti e scrivevo, fino a quando il sole non lasciava spazio al candore della luna, quando anche il cielo scuro veniva avvolto dalla luminosità compatta delle stelle.

un giorno, però, un paio di occhi marroni e dei bizzarri capelli color arancio sono piombati nella mia vita. Ero di ritorno dal mio medico con Carla, la nostra  governante , quando le ruote della sedia vennero bloccate da un cesto di insolite dimensioni. Mi stavo abbassando quanto potevo per raccoglierlo, quando due mani sporche di fango e piene di calli non mi hanno anticipato. è stato allora che ti ho incontrato la priva volta: un ragazzino minuto, con dei riccioli arancio, che sbarazzini, ricadevano su un viso delicato ricoperto di lentiggini, come se fosse stato baciato direttamente dal sole; con due occhi marroni profondi come la terra che non ho mai toccato davvero , e quel sorriso raggiante e caloroso come i tuoi capelli color carota. Con la tua voce timida mi hai chiesto scusa, mentre stringevi il cesto tra le mani come se fosse una questione di vita o di morte; io ti ho risposto che non era accaduto niente, con una voce un po' troppo arrogante per la mia età. Subito dopo sei fuggito via, tutto rosso in viso, verso casa tua, che si trova sul sentiero a destra della mia; avevi fretta di tornare ad uno dei tuoi esperimenti. 

Tu non mi conoscevi, io invece in soli sei mesi avevo imparato ad osservarti più di quanto mi piacesse ammettere. Appartenevi ad una famiglia ebraica e ti chiamavi Adam, che tradotto nella nostra lingua è Adamo. Questo nome significa "Uomo nato dalla terra rossa": i tuoi non avrebbero potuto dartene uno più adatto ! Proprio come me eri curioso, non davi per scontato mai niente, ma a differenza mia sei sempre stato ambizioso e testardo: il tuo sogno era quello di costruire una mongolfiera per volare, perché volevi finalmente sentirti libero  e comprendere fino in fondo non solo quello che ci circonda ma anche quello che ci sovrasta . Dalla mia finestra vedevo i tuoi continui tentativi: più fallivano più raddoppiavano, e non puoi nemmeno lontanamente immaginare quanto ti abbia invidiato. Inizialmente ero troppo timido per avvicinarmi a te, ma dopo il nostro primo, casuale incontro ho preso un po' di coraggio e ho mandato Carla a chiamarti nel tuo "laboratorio", come mi piaceva definirlo. Con mio grande stupore sei subito arrivato... I tuoi occhi curiosi avevano iniziato a vagare per la stanza, ma è stato quando li hai puntati su di me che ho capito il motivo per cui i tuoi amici, nonostante i continui fallimenti della tua impresa, continuavano a credere in te: avevi lo sguardo di chi non si sarebbe arreso facilmente, lo sguardo di chi sarebbe andato fino in fondo, lo sguardo che mia madre sperava di vedere nei mie occhi, inutilmente. Nella stanza si era creato un silenzio imbarazzante, che mi fece ricordare quando mia madre mi aveva detto che sarei rimasto bloccato sulla sedia a rotelle per sempre, ma sei stato proprio tu a romperlo , mentre ti torturavi le mani: " Che ci faccio qui?, " " So che vuoi costruire una mongolfiera, e io sono stanco di osservare il mondo dalla finestra; se non posso viverlo dal basso come tutti, voglio guardarlo dall'alto, perché lassù non esistono discriminazioni, voglio volare: proprio come te". Ti sei irrigidito, non osavi muovere nemmeno un muscolo. Non ti aspettavi affatto che io sapessi dei tuoi esperimenti, ma dopo un po' con il tuo passo goffo ti sei fermato davanti a me e oltre alla tua mano mi hai offerto la tua amicizia . Da quel momento in poi è stato come se la mia vita fosse si fosse finalmente decisa a salire su un treno dopo che per troppo tempo era rimasta ferma alla stazione dell'eterna indecisione : questo è potuto accadere soltanto grazie a te. Passavamo i pomeriggi nel tuo laboratorio, costruivamo e montavamo pezzi, cucivamo palloni e facevamo continui esperimenti , anche se puntualmente fallivano .

Non sono mai stato una persona che ama vivere alla luce del sole, ho sempre vissuto secondo le rigide regole di mia madre, solo, con la convinzione che non avrei mai avuto una seconda opportunità, visto che la vita mi aveva tolto la prima: pensa un po' , sei riuscito a trascinarmi persino nel tuo mondo baciato da sole! Ovviamente non ti sei fermato lì, perché sei il genere di persona che o si prende tutto o niente , e con mio grande disappunto hai insistito per entrare nel mio di mondo, un po' meno allegro e colorato del tuo. Hai voluto imparare a suonare il pianoforte, ma non sei mai stato molto portato, con il violino andavi molto più d'accordo. Non amavamo darci etichette: potevamo essere conoscenti, fratelli, complici, amici per la pelle, persino qualcosa di più... Eravamo semplicemente quello che alle persone piaceva definirci, l'importante era quel sogno tanto infantile quanto irraggiungibile , ma tu amavi le sfide, e sei riuscito a farle piacere anche a me.

è arrivato il momento di parlare del nostro ricordo più spiacevole, l'antagonista della nostra fiaba, purtroppo non destinata al classico lieto fine . Con tuo grande disappunto andavo molto bene a scuola, che tu detestavi:" Gli adulti sono troppo noiosi, non comprendono la mia arte," me lo ripetevi sempre, accompagnando le tue parole con la tua espressione imbronciata, e questo mi ha portato a diplomarmi con cento e lode aprendomi la strada per uno dei più grandi college al mondo in America. Ricordo ancora la nostra brutta discussione: mi hai insultato, accusandomi di abbandonare te e il nostro sogno, mi sono alterato, e con la mia strafottenza ti ho accusato che non capivi , che quella era l'opportunità della mia vita...  Anche se è passato del tempo, quella discussione mi è rimasta così impressa perché non ti avevo mai visto perdere così la calma.

La mattina prima di partire, con mio grande stupore ho trovato un bigliettino e ho capito subito chi era il mittente, soltanto tu potevi mettere un bigliettino di addio dentro le mie scarpe che solitamente poggiavo sul davanzale della mia finestra: mi promettevi che avresti costruito quella mongolfiera, che avresti fatto avverare quel sogno tanto infantile e mi assicuravi che sarebbe stato un ricordo indelebile, uno di quelli che nemmeno un malato di Alzheimer avrebbe potuto dimenticare. Ho sorriso.... so quanto ti è costato scrivere quel biglietto e mettere da parte l'orgoglio, ed è con questa speranza che sono partito.

L'America non è assolutamente come l'avevo immaginata. La quiete e la calma del nostro paesino, dove il tempo sembra non passare mai, è soltanto un lontano ricordo, qui il tempo sembra non volersi fermare mai, le persone sono sempre pronte a prendere il treno successivo. Lo sai meglio di me, adattarmi non e mai stato facile, ma alla fine con un po' di sacrifici sono riuscito a farmi degli amici, ma posso assicurarti che non ho mai trovato un altro Adam, perché tu non hai mai avuto niente a che fare con l'ordinario . Finalmente posso parlarti del presente, il tuo arco preferito, perché secondo le tue teorie le cose più straordinarie accadono in un preciso momento, e dopo anni non posso darti torto. Adesso sono diventato un architetto, mosso dal desiderio di aiutare altre persone come me; per te questi sono pensieri troppo sdolcinati, ma sposarti ti porta anche a questo....

Una mattina, mentre stringevo il giornale tra le mani, c'era un articolo che parlava di un famoso inventore che si era distinto per le sue doti; ti ho riconosciuto a stento, ma il tuo sorriso è rimasto sempre lo stesso di quando eravamo ragazzini. Quello stesso pomeriggio, per caso o per disegno del destino mi è arrivata una lettera da parte di tua madre: mi chiedeva di venirmi a prendere una cosa che mi apparteneva. Con il cuore colmo di speranza e anche un po' di ansia sono partito e due giorni dopo sono tornato nel luogo dove tutto ha avuto inizio: nel tuo giardino c'era una mongolfiera rossa, così maestosa da lasciarmi senza fiato, e accanto ho trovato un biglietto, che diceva :"Avevi ragione. Spero che dall'alto tu possa vedere un mondo migliore di quello che ho visto io. Ti chiedo scusa se non sono riuscito ad aspettarti , infrangendo la nostra promessa. Sono convinto che realizzerai il sogno di entrambi, perché ti conosco. Ho letto di te  sul giornale, eri in prima pagina. Anche se non ti ho sostenuto quando sei partito, sono molto fiero di te e di quello che stai facendo. Volevo lasciartelo nelle scarpe, ma quelle sul tuo davanzale sono diventate troppo piccole per i passi da uomo adulto che stai percorrendo. Grazie di tutto, tuo Adam".

Guardavo la mongolfiera con le lacrime agli occhi .... ti ho anche un po' insultato, lo sai quanto odio piangere..... So che è passato tempo dall'accaduto, ma voglio che nella tua biografia ci sia anche l'Adam ragazzino che ha portato alla nascita del grande inventore che ora tutti conoscono.

ADAM 17/08/1973- 12/09/21

Questa breve storia è giunta al termine. La data risale a quando l'ho scritta. Ci vediamo al prossimo racconto. Lasciate un commento o una stella se vi è piaciuta e se vi fa piacere.              

Quel pallone rosso nel cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora