Capitolo 16

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Ed eccomi qui. Su questo aereo, diretto verso Londra. Nella nuova città in cui sarei andata a vivere d'ora in poi.

Ho provato in tutti i modi di evitare questo, ma non è servito a niente.

Un'altra volta ancora mio padre mia ha mandata via. Mi manda da un posto all'altro, come se fossi merce di trasporto. Tutto questo, ovviamente, per colpa di quella strega. Che gli ha fatto il lavaggio del cervello.

Ma forse è meglio che ora vi racconti dall'inizio quello che è accaduto in questa ultima settimana. Così da farvi capire un po il tutto della situazione...

UNA SETTIMANA PRIMA

Ormai era mezz'ora che stavo aspettando mio padre nella mia stanza. Ero un po in ansia per le parole che che dicevano il messaggio.

Non sapevo che aspettarmi, lui era capace di tutto, E molte volte lo aveva dimostrato.

Un forte bussare alla porta mi fece sobbalzare, tanto che per poco non caddi dal letto, in cui ero comodamente seduta.

Mi alzai dal letto è andai davanti alla porta, per mettere fine, è anche per vedere chi fosse, a questo continuo bussare alla porta. Se avrebbe continuato così l'avrebbe sicuramente sfondata.

Aprii la porta sicura di trovare mio padre dall'altra parte. Ma quando realizzai che non era mio padre alla porta, ma Alessio, subito cercai di chiudergli la porta in faccia.

Non volevo parlare con lui in questo momento. Anzi non gli avrei mai più voluto parlare in vita mia. Doveva starmi lontano. Non voglio essere presa in giro da lui.

Ovviamente i miei piani di chiudergli la porta faccia, furono rovinati da lui, che prontamente mise un piede davanti la porta per tenerla ferma.

Avendo lui più forza riuscì ad aprire la porta ed entrare all'interno.

"Ti ho detto di starmi lontano" dissi duramente facendo un passo all'indietro, mentre lui ne faceva un'altro in avanti. "È non lo stai facendo" continuai mentre lui si avvicinava sempre di più. Ignorando completamente le mie parole.

Feci dei passi all'indietro per allontanarmi da lui, ma era inutile perché più andavo dietro e lui più andava avanti.

Ben presto finii con le spalle al muro, così dichiarandomi in trappola.

Ora mi trovavo fra il muro è il suo corpo. Sì ero decisamente in trappola.

Deglutii rumorosamente, quando il suo viso era ad una distanza minima dal mio.

Il suo sguardo era intenso nel mio, così intenso che dovetti abbassare lo sguardo verso il basso intimidita.

Con la mano che non era appoggiata sul muro dietro di me, ma lungo il suo fianco, mi costrinse ad alzare il viso per poterlo guardare negli occhi.

"Perché scappi eh?" Chiese infastidito mentre i suoi occhi non sembravano volessero lasciare i miei.

"Tu mi stai usando come tutte l'altre... Vuoi solo portarmi a letto per poi buttarmi via come tutte le altre.. È io così non ci sto proprio.. Mi dispiace ma non sono come le tue puttanelle" Spiegai coraggiosamente mentre mantenevo lo sguardo sui suoi occhi incantatori.

"Sì hai ragione" sospirò per poi allontanarsi leggermente, passandosi una mano sul suo ciuffo spettinato; in modo frenetico.

Tra Odio e Amore...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora