II.

23 5 0
                                    


E' un funerale con poche persone. Non aveva famiglia e nemmeno tanti amici, ma chi è presente voleva molto bene a Gianni.

E' un cerimonia bella, semplice e non troppo triste, proprio come mi aveva raccomandato lui.

Se n'è andato in un silenzio che valeva più di mille parole. Il prete parla di Gianni come se lo conoscesse, in realtà, il giorno precedente, mi ha chiesto un pò sulla vita del mio amico e io gliel'ho descritto senza filtri. Volevo che lo conoscesse per ciò che era veramente: Una bellissima anima.

Mi ha chiesto di parlare e io ho accettato. Per me è stato difficile scrivere di lui, ma l'ho fatto. Ho passato tutta la notte a trovare le parole che potessero celebrare la sua vita.

Quando mi chiama, mi alzo e vado sul leggio. Guardo i presenti. C'è mia madre, ci sono Alessio e Paolo, ma anche Gianni e la sua famiglia. Il proprietario del Fata Turchina è visibilmente commosso. Mi volto a guardare la bara di mogano e gli chiedo mentalmente di darmi la forza.

Mi schiarisco la voce e apro il foglietto che ho in mano.

"Gianni era una persona che infondeva amore e allegria. Chiunque lo ha conosciuto veramente, sa che era l'essenza della vita stessa. Ama scherzare, godersi le belle giornate coi suoi amici e sognare un mondo dove tutti eravamo felici.

Nell'ultimo anno, mi ha migliorato le giornate, mi è stato vicino e mi ha lasciato una grande forza, che non sapevo nemmeno di avere." Mi fermo un attimo. Non voglio piangere. Non avrebbe voluto.

"Mi sono chiesto tante volte cosa gli passasse per la mente e mi sono fatto l'idea che ci fossero solo pensieri positivi. Aveva un grande cuore, con il quale era sempre pronto a sostenere e ad aiutare chiunque ne avesse bisogno."

"Ci siamo parlati molto in questi mesi e mi ha anche detto che avrebbe tanto voluto fare un viaggio con me, visitando posti e facendo cose folli. Mi ha ricordato che la vita è degna di essere vissuta sempre e che non bisogna mai sprecarla nel superfluo. Siamo qui per questo oggi, non solo per gli dirgli addio, ma per celebrare la vita, anche se può sembrare un ossimoro."

"Nei momenti bui, quando tutto sembra andare a rotoli, fermiamoci un istante a ricordarci di Gianni e di quanto ha lottato per continuare a vivere. Ricordiamoci che dobbiamo cercare sempre di non arrenderci e di lottare per avere un mondo migliore."

"Non so dove sei, adesso, Gianni, ma voglio credere che tu sia in un posto bello, circondato da amore e da tanta luce. Anche se il tuo sole è tramontato, la tua luce non scomparirà mai. Ti voglio bene, amico mio. Sarai sempre mio fratello. Fai buon viaggio."

Contro la mia volontà, le lacrime rigano il mio volto. Tutti quanti sono commossi, glielo leggo negli occhi.

Quando il funerale finisce, la bara viene portata via, pronta per essere spedita al forno crematorio, esattamente come avrebbe voluto lui.

Gaetano si avvicina a me. "Bellissime parole. L'hai descritto veramente bene." Mi dice. Io gli sorrido. "Sono contento che tu sia qui." Dico. "Sai che non me lo sarei perso per niente al mondo. Volevo molto bene a Gianni e mi dispiace tantissimo che non ci sia più. La sua morte mi fa pensare che, adesso, il mondo sia un posto meno bello." Lo vedo decisamente provato. "Tu come stai?" Chiedo. Lui fa spallucce. "Intendi in questo momento o in generale?"

"In generale." Rispondo.

Lui ci riflette un pò su. "Meglio." Rivolgo lo sguardo verso la sua famiglia che mi saluta con un cenno della mano. Io ricambio. "Sai, devo ringraziarti perché, nonostante come sia finita tra di noi, mi hai fatto capire che posso amare, cosa che non pensavo possibile." Mi dice. " Ho conosciuto un ragazzo e devo dire che mi piace parecchio." Confessa.

"Sono contento per te." Rispondo e lo sono davvero. Gaetano è una persona che merita tutto il meglio, quindi sono felice se lui lo è.

" Grazie di essere venuto." Dico. " Non lo dire nemmeno per scherzo. Ti faccio le mie più sentite condoglianze."

Rimaniamo un attimo a fissarci, poi mi sorride e se ne va.

Alessio e Paolo si avvicinano. "Come stai?" Mi chiede il mio amico. "Meglio." Rispondo. Mi abbraccia e io ricambio, stringerlo forte. "E' meglio che vada a lavoro. Ho chiesto un permesso per il funerale, ma ora devo tornare." Mi spiega. "Stasera, ceniamo insieme?" Gli chiedo. Lui annuisce.

Alessio mi da un bacio. "Sicuro di sentirti bene?" Io annuisco. "Sì, ma ho bisogno di parlarvi, stasera." Dico. Lui mi guarda perplesso.

Ho fatto una scelta e sono fermamente convinto, quindi è giusto che glielo dica anche a loro.

Quando Il Sole TramontaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora