NOTE N.1

63 3 0
                                    

"Can I open up? Is it safe or not? I'm afraid a little, you relate or not?"

5 marzo 2023
Sono scappata. Non so nemmeno dove sono diretta. Non avevo mai visto un sorriso come il suo. C'era qualcosa nei suoi occhi, una luce, una luce che io so di poter soltanto rovinare. Lui non lo sa. Lui non sa che ciò che ha visto in me probabilmente non esiste, lui non sa che il vuoto dei miei occhi non può compensarsi con la luce dei suoi. Eppure c'è stato un momento, un momento in cui ho creduto di vedermi attraverso il suo sguardo, un momento in cui non sentivo nient'altro che il battito accelerato del mio cuore. Strano. Il mio cuore batte forte soltanto durante uno dei miei tanti attacchi di panico. Quel sorriso ha lo stesso effetto su di me: fiato corto, mani tremanti, gambe pesanti, battito accelerato. Forse è per questo che sono scappata? Per non rischiare di rimanere impotente davanti a lui, per non rischiare di sgretolarmi? Dovrei avere delle risposte ma è da mesi ormai che mi pongo solo domande, domande su domande, domande che trovano risposte in altre domande. Troverò mai un po' di pace? Riuscirò a tornare in quella stazione e invertire le mie azioni? Forse non è quello che desidero davvero, d'altronde non conosco nulla di lui, nulla che mi spinga a tornare indietro. So però che è stato il primo ad interessarsi a me senza alcun apparente motivo, l'unico che si sia avvicinato nonostante la mia lampante inadeguatezza. Chi lo farebbe? Io sono trasparente. Ma non per lui. Io sono un'ombra per tutti coloro che mi siano passati accanto. Ma non per Matteo. È questo il suo nome, preferirei non ricordarlo, preferirei non aver alcun dettaglio di lui, preferirei non poter dare un nome a quel sorriso. Non si può desiderare qualcosa che non esiste, dovrebbe saperlo. Margherita non esiste. Io non so chi sia Margherita, non più. Come potrebbe averlo capito lui? Perché ho lasciato che guardasse nei miei occhi? Perché ho lasciato che conoscesse quella mia stupida passione? Perché ho lasciato che vedesse qualcosa in me? Io non sono nulla e ho paura, ho paura che quel nulla che vedo io non corrisponda a ciò che abbia visto lui. Non posso. Non posso osservarmi attraverso lo sguardo di qualcun altro, non è ciò che sono realmente. Io non sono il tipo di ragazza di cui si innamorano i ragazzi. Non saprei in che modo ricambiare. Non sono abituata all'amore. Se soltanto sapesse cosa si nasconde davvero dentro di me sono sicura che nemmeno lui si sarebbe avvicinato. Per questo motivo ho deciso di guardarvi per entrambi e ho scelto di allontanarmi. Margherita non sa cosa sia la speranza, Margherita non può vivere di illusioni, Margherita è stanca. Stanca di rimanere ferita. Stanca di tutto e tutti. Stanca di me. Stanca di tutte le volte che pensa di non essere abbastanza. Stanca di passare le giornate stretta da quattro mura opprimenti. Stanca dei suoi attacchi di panico. Stanca dell'immagine che ogni mattina osserva allo specchio. Stanca del rumore del suo silenzio. Stanca di chi ancora vede qualcosa di buono in lei. Stanca delle pagine che occupa con parole vuote e inutili. Stanca di sentirsi così. Stanca di esserlo. Un sorriso come il suo non può mischiarsi con questo. Degli occhi come i suoi non posso osservare tutto questo. Fuggire. Non voltarsi. Provare a dimenticare. Scrivere. Perdersi in dettagli. Fermata. Folla. Passo avanti. Passo indietro. "Scusi, quand'è il prossimo treno per Milano?" "Tra quindici minuti, signorina" "Grazie". Attesa. Rumori. Mancanze. Battito. Pensieri. Attimi. Volti. Saluti, addii, lacrime, abbracci, bagagli, sorrisi. Treno.

Sorrisi||Matteo PessinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora