9.

85 10 12
                                    

«Com'è andata oggi?»

La domanda di Deirdre venne accolta da un grugnito infastidito che parlò più di un discorso, così lei dovette reprimere un sospiro in previsione di una nuova serata all'insegna dell'irritabilità. Si sedette sul materasso accanto al marito che stava litigando con i morbidi stivaloni marroni, scaraventandoli malamente a terra con gesti seccati, al che lei fece per chinarsi e aiutarlo quando lui la bloccò, posandole la mano sul petto, lo sguardo che saettò fulmineo al suo ventre sporgente, un lampo furioso che attraversò le iridi di ghiaccio.

«Donna, che ti salta in testa? So benissimo svestirmi da solo, dannazione!» la riprese secco per poi serrare forte le palpebre come pentendosi dell'uscita indelicata, una fitta rete di rughe d'espressione che gli si allargò più marcata agli angoli degli occhi.

Lei non si demoralizzò minimamente. «Mi piace quando sono io a poterlo fare» lo punzecchiò, ben intenzionata a non lasciarla vinta al malcontento e provò un fiotto di dolce soddisfazione nello sguardo intenerito e grato che ricevette in risposta. Avvertì a un tratto il solito sfarfallio allo stomaco ed emozionata prese la mano del marito per posarsela sulla pancia. «Si muove spesso quando tornate, sarà che è felice quando lo sono anche io» rifletté tra sé, carezzando con tenerezza il tessuto leggero del vestito crema a coste, quando sentì le labbra di James posarsi con trasporto su una sua gota.

«Cosa avrò mai fatto di buono nella vita per meritarti, Deirdre Lockhart?» le mormorò carico d'affetto all'orecchio.

Lei sorrise contenta, luminosa nella loro felicità, e si scambiarono un morbido bacio.

«Oggi ho fatto un giro d'ispezione della tenuta con Tom Lyon per valutare un attimo i lavori da fare» iniziò a informarlo mentre lo osservava togliersi la giacca con aria un pelo meno burrascosa di prima.

Lui annuì piano, rimboccandosi le maniche della camicia in cotone, l'espressione accigliata, in ascolto. «Bene. E dunque?»

Deirdre prese a elencare diligente sulla punta delle dita. «Niente che una buona pulita non riesca a rimediare, per lo più, ma nel salotto a ovest il tramezzo in legno è gonfio d'umidità e varie assi si sono staccate, dovremo chiamare un falegname per metterlo a posto, oltre a quel bel mappamondo uscito dal suo perno.»

«Se non lo si cambia, si rischia che il soffitto ci cada in testa» convenne, con aria tetra.

«Nel salotto a est, i divanetti sono sfondati e parte dell'imbottitura non c'è più...» Si fermò in tempo per non dirgli del clavicembalo: le sarebbe piaciuto rimetterlo a posto e fargli la sorpresa di ritrovarselo come nuovo fiammante e pronto all'uso. La sola idea di tornare a vedergli lo stupore sul viso allungato e pallido la fece agitare per l'impazienza, ma si obbligò a restare nel suo per la riuscita di quel piccolo piano. «Nelle camere, la carta da parati non è messa benissimo e si sta scollando, quella messa peggio è la nursery, il letto più malandato invece è proprio il nostro, gli altri sono ancora in buono stato, potremmo però andare avanti come abbiamo fatto finora oppure...»

«La carta da parati può aspettare» commentò mentre si lavava il volto con gesti decisi. «Il letto non mi sembra poi messo male, che dici? O ti dà qualche tipo di fastidio?»

«Se non ci diamo troppo alla pazza gioia durante la nostra permanenza qui, non dovremmo avere problemi con le schegge» scherzò, indicando un pezzo della testata talmente rovinato che si intravedeva il legno vivo.

«L'ideale per grattarsi in caso di prurito.» La buttò sul ridere ma rimase a guardare torvo il grosso spuntone sul lato dove dormiva la moglie. «Possiamo scambiarci di posto, così non devo chiedere a te di grattarmi la schiena» le propose, abbozzando un sorriso.

Of Seamen and Maidens - LUNA NUOVA E ALTA MAREADove le storie prendono vita. Scoprilo ora