PIACERE DI CONOSCERTI

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Lando pov:

Ho appena finito gli studi, mio padre mi ha sempre detto che studiando e imparando sarei riuscito ad avere ciò che più avrei voluto, e devo ammetterlo....aveva ragione.
Mi vestii di tutto punto e, salutando la famiglia, mi incamminai verso la porta d'ingresso che, una volta sorpassata, chiusi alle mie spalle.
Era pazzesco come io fossi riuscito ad uscire dal college con pieni voti e adesso trovarmi a percorrere le strade di Londra per arrivare dove mi avrebbe aspettato un colloquio molto, ma veramente molto, importante.
Ed eccomi qui. Davanti alla porta, davanti alla fortuna, davanti alla mia seguente carriera, davanti al mio futuro.
Entrai all'interno della casa automobilistica della McLaren dove mi aspettavano i manager della Formula 1 e dello stesso team, in cui avrei dovuto partecipare. A fine colloqui compilai un foglio e lo posi al manager della McLaren che a sua volta firmò e ci fece sopra un timbro...sembrava un sogno! Non sapevo che mai un giorno nella mia vita sarei arrivato a così tanto, e in così poco!
Andai fuori dall'edificio in gioia, lacrime nei miei occhi, gambe e mani tremanti, non ero mai stato così felice da diventare così debole in così poco tempo!
'Devo andarlo a dire a mamma e papà! scommetto saranno felici quanto lo sono adesso io.' Pensai. Corsi verso casa. Suonai ik campanello e mia madre mi aprì. Avevo gli occhi gonfi e rossi, le guance bagnate e i capelli scompigliati. Mia madre appena mi vide cercò di trattenersi ma l'emozione era più forte di lei.
"Questo è il mio ragazzo!" Urlò mio padre, che era seduto sul divano mentre guardava il telegiornale.
"Sono così tanto contenta per te figliolo, sei riuscito a far avverare ciò che hai sempre desiderato!" Disse mia mamma mentre mi teneva stretto a lei in modo da non poter muovere neanche un singolo muscolo.
"Mamma, sono felice tanto quanto te ma non è il caso di stringermi così tanto." Risposi, quasi senza fiato. "Oh, scusami, è solo che...non riesco a crederci." Mi disse con tono sincero mia madre mentre si allontanava leggermente da me per lasciarmi un po' d'aria fresca da respirare.
"Vado a farmi una doccia, ah, mamma, ho contattato Daniel se voleva venire a festeggiare e ha detto che andava bene, c'è un posto in più?" Chiesi, non esitando a chiedere anche se mia madre non era a conoscenza del fatto che io avevo chiesto Daniel di venire.
"Certo che c'è un posto in più, ma la prossima volta avvisa un po' prima!" Gridò la signora dal piano di sotto vedendo che non ero molto interessato a quello che mi era appena stato detto.
Uscìi dal bagno solo con un misero asciugamano cinto intorno alla mia vita quando il mio migliore amico suonò al campanello. Sentìi mio padre alzarsi e andare ad aprire la porta per far entrare <l'ospite d'onore>, ma non era proprio così.
All'entrata, si, c'era Daniele, ma aveva portato...della birra?. Non era splito a portare a casa di altri delle bevande o del cibo, ma questo mi incuriosì. Io non bevo alcolici, e lui lo sa bene, allora perché avrebbe dovuto portare delle birre a casa mia? Sapendo che anche mia madre non é una grande fan.
"Non incazzatevi se porterò vostro figlio a casa ubriaco" Disse con tono diretto e determinato Daniel, che era appena entrato.
"Di cosa stai parlando?" Chiese mia madre con tono acorbutico.
"Nulla di che signora, sta sera é una grande sera"
"Di cosa stai parlando?." Ripeté più annoiata del solito
"Sta sera c'è una festa, Lando! Non puoi non mancare!" Disse alzando lo sguarda incrociando la sua visione con la mia.
"Daniel ti ho già detto di no! Non mi ubriaco e lo sai benissimo!" Alzai la voce dicendo la seconda frase, ma una cosa strana mi fece soffermare a guardare...Daniel e mio padre erano intrambi con la stessa espressione e poi si aggiunse pure mia mamma, cosa stava succedendo?
"Lando, figliolo, hai ormai 21 anni, dovresti divertirti ed essere libero, per questa sera! Solo questa" Disse mio padre.
"C'è, aspettate, avevate organizzato tutto questo, solo... per me?" Chiesi confuso.
"Certo!! Per questo ho chiesto ai tuoi genitori il consenso di portarti fuori libero, ad una festa, tra balli e canti, ragazze e ragazzi, musiche e selfie, alcuni drink e via andare!" Rispose Daniel, ma prima che io potessi ribattere, mia mamma incrociò il mio sguardo.
"Viglio che tu sta sera sia la star della festa!". Disse mia madre, stava scherzando o era seria?.
Ed ecco che ricominciarono i dubbi, però oramai, non si tornava più in dietro.
Con l'aiuto di Daniel mi vestìi perfettamente per quel party, camicia nera con jeans neri, qualche accessorio qua e là ed ecco fatto, printo per partire.
Non appena arrivammo, la macchina si fermò davanti ad un gigantesco edificio dove si poteva sentire rimbombare la musica che veniva riprodotta dentro.
Dopo qualche minuto eravaml dentro: ERA STUPENDO! Però una persona prese la mia attenzione ed era proprio lui, Carlos Sainz, il mio fururo compagno di squadra.
Egli era seguito da Charles, Pierre, George e Hamilton, che stavano tutti godendo di questa magnifica serata mentre bevevano, giocavano e scherzavano.
ORARIO: 12:46 a.m.
Era parecchio tardi ma l'alcol aveva preso il sopravvento sul mio corpo e su come reagivo. Andai ad ordinare un altro drink quando sentìi una soffice mano, che portava calore al solo contatto con la pelle, era grande, muscolosae gli si vedevano le vene gonfiarsi all'interno, che poggiava sulla mia schiena.
Mi voltai di scatto e vidi una faccia familiare, sbattei le palpebre più volte, magari era una delle solite allucinazioni provocate dell'alcol. E invece no, era rutto vero. Quello era proprio Carlos Sainz in persona.
"Tu saresti, Lando? Giusto?". Chiese con tono non molto chiaro, era percettibile anche da chilometri di distanza che dalla sua voce aveva bevuto parecchio.
"Si, sono io. Perché?". Domandai, sentivo la pelle che iniziava a diventare rossa come un peperone e calda come la lava, cosa stava succedendo?
"Bhe, sai, saremo compagni di team non appena inizierà l'anno nuovo, ti va di bere un drink? Offro io al nuovo membro"
"Sei gentile, e lo apprezzo, ma non serve che tu me l-" Venni mutato da un calore immenso che percepìi sulla mia bocca: la sua mano era delicatamente appoggiata contro la mia bocca per tenermela chiusa.
"Offro io, non preoccuparti." Il suo tono cambio da uno freddo e menefreghista, a uno tranquillo, emozionante e calmo.
"No! Aspetta! Non posso proprio accettare"
"Perché no?" Chiese lo spagnolo mentre faceva scivolare la sua mano lungo la mia coscia.
"Perché, bhe, non solo perché sono nuovo dovreste darmi tutte queste ricompense".
"Ma daii! non farmi ridere! Sei nuovo, é il mio saluto d'accoglienza alla nuova famiglia, ti abituerai a questo".

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 31, 2023 ⏰

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