Be pretty and shut up

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Pierre quella mattina presto passeggia a passo svelto per tutto l'ufficio, sbuffa ogni tre minuti e raccatta documenti da qualunque scrivania. Non ha idea di come risolvere questa situazione complessa, tra una settimana dovrebbe partire per Abu Dhabi e partecipare ad un gala importante. Il problema? Il capo di quella importantissima multinazionale araba ha espressamente chiesto che ogni invitato venga accompagnato dal proprio collega di fiducia o spalla in affari. Il francese non ha nessuna idea su chi potrebbe ingaggiare per un evento così rilevante, sia Esteban che Yuki si trovano altrove per alcuni incontri di lavoro e lui è rimasto tutto solo senza un valido candidato a sostituirli.

Il monegasco dorme beatamente con la guancia appoggiata ad alcuni documenti un poco accartocciati sotto la pelle morbida, fogli sparsi ovunque per il tavolo e una mano ancora appoggiata sul mouse. Una volta arrivato davanti alla sua postazione, non può fare a meno di notare la pila infinita di fascicoli da catalogare al pc e ammette che forse un poco gli viene da sorridere alla vista del minore talmente stanco da appisolarsi mentre archiviava tutti i dati nel sistema. Il francese non si è mai risparmiato nella quantità di mansioni assegnate al più piccolo, il quale ha sempre dimostrato di portare a termine tutti i compiti senza lamentarsi troppo e la maggior parte nel migliore dei modi salvo qualche errore dato dalla rinomata sbadataggine del moro.  Rimane lì impalato per qualche secondo cullato dai suoi respiri pesanti e tranquilli, per poi scuotere la testa ed eliminare quella smorfia sul volto. Le labbra ora incurvate verso il basso e lo sguardo celeste torvo, batte una mano grande contro il legno solido facendo saltare in aria il povero ragazzo che non appena percorre con le iridi verdastre la figura longilinea del suo capo torreggiare davanti a lui si ricompone immediatamente.

"Leclerc, non ti pago per dormire. Questi li devi finire entro stasera, chiaro?"

Ringhia il maggiore, diretto verso il suo ufficio. Charles sbuffa piano, le guance rosse dall'imbarazzo e i capelli scompigliati. Il signor Gasly non è quasi mai clemente con lui e ogni scusa è buona per farlo sgobbare più degli altri, pensa che lo abbia preso di mira ma ne ignora il motivo. Dopotutto, finché riceve il suo profumato stipendio a fine mese non gli pesa poi molto. Si sistema velocemente la giacca contemplando il suo riflesso nello specchio del bagno lussuoso, sciacqua il viso e torna al lavoro.  Ansima un poco spostando i documenti a lato, arrivato finalmente agli ultimi due ancora da compilare e trasferire sul database. Bussa alla porta del suo ufficio, il cuore batte all'impazzata dall'ansia e spera davvero di aver svolto bene la sua mansione di oggi. L'edificio è ormai vuoto, le luci soffuse della città sono l'unica cosa che illumina l'interno freddo di quelle mura e il silenzio è tale da sentire solo il fastidioso rumore dei propri passi che echeggiano per il corridoio. Il monegasco è l'unico a dover fare spesso orari straordinari, il suo è un reparto fondamentale e oltretutto si addormenta sulla scrivania talmente spesso da ritrovarsi a dover recuperare ciò che non ha concluso nell'arco della giornata.

Entra timidamente stringendo i numerosi fogli tra le mani, in piedi davanti alla figura slanciata del suo capo. Pierre a malapena si accorge della sua presenza tanto il minore è sgattaiolato tacitamente all'interno dello studio, le iridi verdastre vagano sulla schiena ampia del francese fasciata dalla giacca blu notte e l'aria austera. Quell'uomo gli ha sempre trasmesso moltissima sicurezza e professionalità, qualcuno di irraggiungibile e terribilmente in alto rispetto al lui. Non osa fiatare o avvicinarsi a meno che non sia il maggiore a chiederlo, il capo precedente non era molto gentile a riguardo e odiava chiunque non agisse come lui avrebbe desiderato. Ne approfitta per far correre lo sguardo nella stanza dipinta di grigio chiaro, il design piuttosto moderno dei mobili che arredano l'ambiente e il numero 10 appeso sulla parete proprio dietro la sedia di Pierre. Non ha idea di cosa rappresenti ma è l'unico oggetto lì dentro a mostrargli qualcosa della sua personalità. Appoggia il plico di fogli sulla scrivania in legno chiaro, aspettando una qualunque reazione da parte del boss.

"Hey, Boss" - Piarles (ONE-SHOT AU)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora