He's walking to me
Every girl is around him
But he's coming to me
Him, Joy and Grief
Rob si fermò davanti alle scale mobili e alzò il cartello, come esplicitamente richiesto.
Non aveva per niente voglia di fare quella pagliacciata, ma gli toccava. Altrimenti, avrebbe dovuto sopportare ore e ore di striduli lamenti.
Strinse la presa sul cartone e conficcò le unghie nei bordi seghettati. Sollevò lo sguardo davanti a sé, in attesa di vederla scendere.
Stando a quanto aveva scritto nei messaggi, sarebbe dovuta arrivare attorno alle cinque e mezza del pomeriggio.
Era le cinque e quaranta, quindi presto avrebbe fatto la sua comparsa.
Neanche a farlo apposta, la sua figura snella apparve all'inizio della scala mobile. Teneva la valigia enorme sullo scalino dietro di lei, la mano appoggiata sulla maniglia. Indossa un top azzurro abbinato ad una gonna di jeans, ai piedi dei bei sandali bianchi.
Il viso era parzialmente coperto dai giganteschi occhiali da sole e dal cappello a tesa larga, anch'esso bianco.
Non si mosse di un millimetro, mentre pian piano i gradini si spostavano verso il basso. Raggiunse la fine e solo in quel momento parve notare le persone disposte a semicerchio attorno allo sbocco delle scale, tutte con i cartelloni alzati in aria.
Si girò da un parte e dall'altra fino a che il suo volto puntò nella direzione di Rob. La sua postura cambiò, segno che l'aveva riconosciuto.
Si incamminò decisa verso di lui; i tacchi dei sandali scandivano i suoi passi sul pavimento sporco dell'aeroporto.
Gli occhi di Rob si sollevarono dai bianchi sandali alle cosce parzialmente nascoste, alla pancia scoperta, alle spalle piccole, al volto dolce.
Allungando la mano, Stella tolse gli occhiali da sole con un agile movimento delle dita. I suoi occhi marroni sembrarono sorridergli di cuore.
«Rob, sei qui!», esclamò, slanciandosi in avanti per dargli un abbraccio.
«Non di mia volontà», borbottò lui, stringendo la sua schiena tra le mani.
Stella si staccò, ma tenne le mani sulle sue spalle. «Hai fatto pure il cartellone! Che carino!»
Anche qui, sotto costrizione, pensò Rob.
«Come stai?», gli chiese Stella, prendendolo a braccetto.
«Bene. Io e Danny abbiamo iniziato a convivere da alcuni mesi, ma mi sembra di farlo da una vita. Vivere con lui è facile come respirare».
Uscirono dall' aeroporto stretti l'uno all'altra, le valigie dietro di loro, trascinate dalla mano fresca di manicure di Stella.
«Ne sono contenta», disse. Le porte si spalancarono grazie al meccanismo automatico e il soffio caldo dell'aria di Los Angeles sfiorò le loro guance.
«Los Angeles! La mia nuova casa!», annunciò Stella ad alta voce. Alcune persone si girarono a guardarla, colti alla sprovvista dalle sue grida entusiaste. Parlavano in italiano, quindi Rob dedusse che non avevano capito poi molto.
«Hai già trovato dove stare?», chiese Rob, guidandola attraverso il labirintico parcheggio.
«Per adesso, ho prenotato in un hotel. Poi inizierò a cercare casa insieme alla mia manager».
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How to love Phoenix Kant [Trilogia How To #2]
Romansa𝐒𝐞𝐜𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐢𝐛𝐫𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐢𝐥𝐨𝐠𝐢𝐚 [...] I Joy and Grief sono la rockband del momento. Se una loro canzone passa alla radio, stai certo che la canteranno tutti. E che dire dei suoi membri? Sono da perdere la testa. Il cantante, J...