🎭Capitolo 13🎭

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Mercoledì
Capitolo 13: Paura
Sharptooth Clinic

Apro lentamente gli occhi, e l'unica cosa che sento è freddo.
Molto, molto freddo.

Piano mi tiro a sedere, cercando di mettere a fuoco l'ambiente che mi circonda, con scarsi risultati, visto che è praticamente tutto buio.

L'odore di ospedale mischiato ad uno più sgradevole mi invade le narici, facendomi storcere il naso in una smorfia disgustata.

Non so che cosa mi sia successo, ma qualsiasi cosa sia, sicuramente non è delle più belle.

Mi alzo a fatica e cerco l'interruttore della luce, ma niente, qui è tutto buio.

Buio.
E freddo.

Sfrego le mani fra di loro, cercando di scaldarle almeno un po', ma sembra che siano quasi congelate.

Improvvisamente avverto un forte bruciore al polso destro, e mi accorgo che è fasciato da una garza bianca.

Lentamente la rimuovo, e sgrano gli occhi quando noto una scritta, più precisamente un numero.

001.

Aspetta.
Numeri, freddo, buio.

Mi trovo alla Sharptooth.

«Merda» sussurro in preda al panico.

Chiudo gli occhi, esasperata.
Non ci posso credere, davvero, non ci posso proprio credere.

Mi lascio scivolare lungo la fredda parete di ferro, portando il mento alle ginocchia, ancora tremante dal freddo.

Adesso anche io sono un numero, un oggetto, qualcosa da usare.
Ma la vera domanda è: sarà così per sempre? Oppure riuscirò anche io a fuggire da qui?
Spero vivamente nella seconda.

Dei rumori mi fanno sussultare.

«Mercoledì» alzo lo sguardo verso le grate della mia cella, «Tyler» mi alzo in piedi e lo raggiungo, anche se siamo separati.

«Che numero hai?» sussurra, «Uno. Perché?» aggrotta le sopracciglia, «Uno? Ma se sono io l'ultimo».

Aspetta.

Se lui era l'ultimo, com'era possibile che io fossi la prima?

«Questo non ha senso» sospira, «Mi dispiace, l'ultima cosa che avrei voluto si è avverata» poggio le mani sulle sue, che stringono le grate della cella.

«Non pensarci, non è colpa tua» rispondo facendo un piccolo sorriso, che nel buio sicuramente non si sarà visto.

«Che cosa vogliono da noi?» fa una piccola pausa, «Non lo so. Non so cosa vogliano, usandoci insieme» abbasso lo sguardo, «Ho capito. Ci faranno del male, vero?» sussurro con gli occhi lucidi, «Sì Mercoledì, ci faranno del male» risponde amareggiato.

Un rumore metallico mi fa sussultare.
Tolgo le mani che gli stringevo e mi accorgo di una figura scura davanti alla mia cella.

La serratura scatta e la luce si accende, facendomi strizzare gli occhi.

«Sei la nuova arrivata. Vedo che finalmente lo Sharp ti ha trovata, mi spiace ma temo che tu debba venire con me tesoro» non mi dà il tempo di ribattere, poiché mi tappa la bocca con un fazzoletto, ammanettandomi polsi e caviglie.

Non ho via di scampo.

«Clark» ringhia Tyler dall'altra cella, «Centodieci, quanto tempo» risponde sarcastico, prendendomi per un braccio, «Lasciala andare» sibila con gli occhi inniettati di sangue.

Poker face (wednesday's story)Where stories live. Discover now