Dopo non molto tempo arrivammo alla barca dei Cameron, il molo non era troppo distante da dove ci trovavamo anche se portare un ragazzo di diciannove anni alto un metro e ottanta non era facile.
Con fatica aiutai Rafe a salire poi entrammo nella stiva e lasciai che cadesse a peso morto il piccolo letto lì presente. «Dov'è il kit di pronto soccorso?» gli chiesi «Primo cassetto in basso a destra»rispose lui buttando la testa all'indietro. Seguii le sue indicazioni e trovai il kit, mentre in sottofondo udivo le sue lamentele di dolore. Ritornai dal biondo e mi sedetti anche io sul letto appoggiai do il kit alla mia destra.
La prima cosa che decisi di disinfettare fu il viso, così presi del disinfettante e ci bagnai dell'ovatta. Nemmeno il tempo di passarlo su una zona del viso che vidi il biondo indietreggiare con una piccola urla di dolore. «Brucia» disse lui «È un disinfettante, cosa ti aspetti?» gli risposi io con fare ovvio «Fa male» specificò lui come se fosse un bambino.
E chi se l'aspettava che Rafe Cameron non riuscisse a sopportare del disinfettante.
«Allora la prossima volta pensaci due volte prima di prendere a pugni qualcuno» dissi passando l'ovatta sotto al suo naso, che aveva perso molto sangue. Questa volta il ragazzo sobbalzò senza indietreggiare al contatto. «Se questo è il tuo modo di dire grazie- si interruppe per emettere un verso di dolore o fastidio, era difficile da decifrare- allora prego Leena, non c'è di che» rispose scherzoso lui con un sorriso in faccia mentre io preparai un altro pezzo d'ovatta con il disinfettante.
«Esattamente di cosa ti dovrei ringraziare, Rafe?» gli chiesi sarcasticamente alzando un sopracciglio. «Di averti difesa da Dante» rispose lui con tono più serio mentre io continuavo a disinfettargli le ferite «Primo: non mi hai difeso, secondo: so difendermi da sola, e terzo: se non fosse stato per me avresti più di qualche graffio»
Lui sorrise. «Lo so» disse e ad ogni sillaba sentivo il suo fiato caldo scontrarsi con la mia pelle. Il ragazzo aveva un piccolo spacco sull'angolo del labbro e andava medicato, con delicatezza passai l'ovatta sulla ferita e per vedere meglio mi dovetti avvicinare maggiormente ad esse.
Sentivo lo sguardo di Rafe bruciare su di me e su ogni minimo gesto che compiessi. Anche se finii di medicare il labbro non mi allontanai dal ragazzo e rimasi a fissare le rosee labbra, poi alzai lo sguardo e vidi lui fare lo stesso. Incrociai i suoi occhi che risaltavano tra tutte quelle ferite, ferite che si era procurato per una stupida frase detta da suo “cugino”.
Non c'era niente da cui dovesse difendermi, eppure, lui vedeva la faccenda così. Ed ecco che ci ritrovavano come l'altra sera, solo che questa volta non c'era la luna ad osservarci. Se la scorsa notte diedi la colpa alla stanchezza, allora cosa dovevo incolpare questa volta?
Eravamo così vicini da poter sentire i nostri fiati gli uni sulle labbra dell'altro. Il mio corpo andò in tilt come se il cervello stesse lanciando un allarme a tutto l'organismo.
«Grazie, Rafe» Fu tutto quello che uscì dalla mia bocca, dopo interminabili minuti di silenzio. Il ragazzo annuì leggermente con il capo senza però distogliere lo sguardo o indietreggiare da me.
In mezzo a tutti quei graffi e lividi, i suoi occhi non ricordavano più la tempesta ma piuttosto riflettevano una mattinata di pieno inverno, dove non c'è né pioggia né neve, ma solo un cielo scuro e qualche nuvola, con il vento gelido che ogni tanto ti sussurra.
Poi ecco che mi ritornò in mente un pizzico di lucidità e indietreggiai pericolosamente dal ragazzo. Presi l'ovatta usata e mi alzai dal letto per buttarla nel cestino. «Okay con la faccia abbiamo finito, però meglio fare una controllata anche sotto» dissi e non appena mi voltai per tornare dal ragazzo lo vidi con un espressione divertita e confusa in volto. Alzai gli occhi al cielo. Come si poteva essere così stupidi?
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Midnight Rain • Rafe Cameron
Fiksi PenggemarCosa succede quando una ragazza di Charleston si trasferisce con la sua famiglia alle Outer Banks diventando la nuova vicina di casa della famiglia Cameron? Questa è la storia di Leena Hanson, che per motivi di lavoro si trasferisce con la sua famig...