CAPITOLO 1: IL PRINCIPIO DI TUTTO

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E in un giorno qualunque ti capita di guardare l'alba e poi finisci per innamorartene

Non ho mai creduto nel destino, nella storia del filo rosso che unisce due persone, nella leggenda di Platone sull'esistenza della tua perfetta metà in grado di completarti, ho sempre pensato che si è già completi da soli, e che al massimo una persona che secegli di avere al tuo fianco dovrebbe limitarsi a sostenerti e a darti quel valore aggiunto, quel qualcosa in più. Se hai una parte mancante, quella devi trovarla da solo.

Ho sempre pensato fosse impossibile che il mio umore dipendesse da qualcuno, che una qualsi altra persona avrebbe avuto il potere di incidere su di me, su quello che sono, su quello in cui credo e sui miei pensieri; ovviamente mi sbagliavo, in tutto e per tutto, ma questo non potevo ancora saperlo.

Era il 2015, i miei primi anni di superiori, le prime esperienze e i primi amori...per tutti tranne che per me ovviamente; ero la ragazza bruttina ma simpatica, quella con qualche kh in più, quella estremamente alta per essere una ragazza, la secchiona della classe sempre con la testa sui libri o tra le nuvole.
Ero quella con le amiche fighe per i quali i ragazzi sbavavano, quella con cui i tipi approcciavano per arrivare a loro, l'A.S.S.O.; l'amica sfigata strategicamente oscena, presente in ogni piccolo gruppo e utile in ogni occasione.

Non so se sapete di cosa parlo, se capite la senzazione che si prova nell'essere così invisibili, sempre le seconde scelte..e se a volte questo mi sembrava positivo, perché non avevo problemi o scazzi di alcun tipo con i ragazzi, altre volte mi uccideva.

Era un età particolare quella, una parola o una battuta sbagliata potevano farmi cadere in un mondo buoio da cui poi non sarei riuscita a fuggire.

Frequentavo il secondo anno di liceo delle scenze umane e la classe era quasi totalmente a quota rosa e questo voleva dire solo una cosa:vipere, stronze e cattiveria ovunque ti girassi e in qualunque momento; per fortuna però mi portavo dietro la mia unica e fidata amica delle medie, una sorella per me, la consigliera di una vita.

Gilda mi aveva visto piangere, soffrire,ridere e stare male, mi era stata accanto nei momenti buii e in quelli di luce, negli alti e nei bassi, mi aveva visto nuda, struccata e in pigiama, mi aveva visto soffrire e mi aveva visto persino in bagno sulla tazza, insomma nelle occasioni più disparate.
Siamo sempre state complici e abbiamo sempre fatto tutto l'una per l'altra e sarebbe stato cosi per sempre.

"Non fare quella faccia Luna, è solo il secondo giorno di scuola del secodo anno, non puoi già andare in giro come se odiassi tutti!"

Mamma mia quanto mi conosceva bene e in quel momento stavo odiando anche lei proprio per questo, volevo rimanere in pace nella mia tristezza.

"Non ho nenche più il diritto di andare in giro con le palle girate?! Non posso ridere e gridare ai quattro venti di amare la vita, lo sai che non è cosi!!"

Risposi con il mio solito sarcasmo tagliente e con il pessimismo cosmico che mi contraddistingueva.

Io odiavo la scuola; anche se andavo bene,odiavo svegmiarmi presto la mattina, seguire 6 ore di lezioni, tornare a casa e rimettermi a studiare. Odiavo la monotonia, la routine, mi stava stretto tutto, ero un animo ribelle rinchiuso in una gabbia, un carcerato costretto a vivere nei sui 40 metri quadri, che odiava il suo spazio, ma che lo teneva comunque pulito.

Mi spiego meglio:ho sempre fatto quello che andava fatto e l'ho sempre fatto brillantemente, ma non mi sembrava di vivere la mia vita, piuttosto mi limitavo a seguire al meglio le aspettative: dei miei genitori, della società e degli altri in generale, lasciando sempre indietro me stessa. "Certi obblighi" mi ripetevo per andare avanti, proprio come scriveva Pirandello.
Ero così, volevo far felici tutti quelli intorno a me, renderli fieri ma i traguardi raggiunti non mi bastavano mai.
Risultato: ero la classa brava ragazza,quadrata e che indossava felpe 10 volte più grandi di lei. Quella era la mia massima forma di trasgressione.

Lacrime e filo rossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora