|𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟗|

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<Sei nella merda vera.> Alzo lo sguardo su Crystal mezza, se non totalmente, disperata.

<Ma non mi dire.> Poggio la testa contro il muro della cucina dove ci siamo messe dopo aver fatto una colazione molto scomoda e tesa per me, ma almeno sono arrivata a fine senza tenere gli occhi fissi su Malachai.

<Pensi che scenderà veramente?> Bella domanda, non appena avevamo finito di mangiare Malachai ha chiesto alla sorella cosa avremmo fatto e lì sono intervenuta io. Ho detto che avevo preparato una sorpresa per lei, il che è vero, ma adesso metterle in mano arco e frecce non so quanto sia sicuro. Al contempo però lei ha ribattuto un paio di volte prima di accettare senza altre repliche il che mi è sembrato strano, ma se dicevo qualcosa passavo per quella che cercava la discussione. Così quando è salita per prepararsi Malachai è uscito per tirare fuori la moto dal garage, motivo per cui quando sono arrivata non l'ho vista e non sapevo che erano qui. Di solito lascio Bambi lì, ma stamattina non mi andava proprio e mi sono fermata di fronte al portone direttamente.

<Lo spero, sarebbe una chance per farla tranquillizzare un minimo.> In realtà ora penso se è stato un bene una sorpresa del genere con una tensione del genere. C'è una differenza molto netta tra lei e Crystal, è che con mia sorella posso avere un confronto immediato da ambo le parti più o meno, ma... quando io e Cheryl discutiamo prima che lei si esponga e mi dica qual è il problema è un parto. Anche se devo ammettere che stavolta me l'ha sbattuto in faccia seduta stante, ma non per questo il parlarle è una cosa semplice, lo evita come la peste.

<Non che ieri ero molto connessa, ma... per la miseria si poteva mettere qualcosa Mandragora.> Commenta picchiettando con il dito sulla superficie del tavolo scocciata al pensiero di Syria.

<Crys!> La riprendo interdetta, c'è una sola persona che rischia di soffiare il primo posto di Cheryl per avversità contro Syria e quella è Crystal.

<Che c'è!? Ti ripeto dovresti fare un monumento a quella ragazza che non ti fa problemi se vai ai match con quella.> Prendo un lungo respiro al ricordo delle eterne discussioni prima di avere un punto d'incontro che, ammetto, è stato solo un miracolo con il temperamento di Cheryl.

<Siamo solo amiche Crys per favore. Non c'è più nulla.> Ribadisco anche a lei questo concetto sperando che le entri bene in testa e che mi aiuti a trasmetterlo indirettamente a Cheryl.

<Disse colei che è rimasta nel camerino con "l'amica" in intimo.> Oh mio Dio, ma si sono coalizzate lei e Cheryl? Non ce la farò se continuano con questa convinzione solo perché siamo andate a letto insieme.

<Ti prego anche tu n...ohhh...> Come faccio esattamente a respirare io non lo so, ma nel momento in cui intravedo Cheryl scendere le scale per poi entrare sotto lo sguardo sia mio che di Crystal penso che la mascella stia salutando il pavimento. È...

<Sono pronta, possiamo andare?> Chiede ad entrambe, ma neanche una parte di me metabolizza il fatto che dovrei rispondere sono solo in un loop di sguardi che faccio passare da quei pantaloncini cortissimi a quel reggiseno rosso che indossa al di sotto della giacca in pelle dello stesso colore. Dei è...

<Ci hai messo molto a vestirti vedo.> Sento a malapena la risposta giocosa di Crystal che si alza e me ne accorgo soltanto perché mettendosi davanti a lei interrompe il tragitto del mio sguardo per un paio di secondi permettendomi di riprendermi.

<Un'eternità.> Le ribatte lei poggiando un braccio sulle spalle di quella che dovrebbe essere dalla mia parte, ma che le da soltanto corda.

<Vuoi uscire... così?> Mi permetto di chiedere non nascondendole il fatto di guardarla nuovamente dalla testa ai piedi e... cazzo fa il suo effetto.

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