CAPITOLO 16

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Un'ora dopo..

Sono in attesa.
L'orologio scandisce il tempo con il suo ticchettio martellante che risuona in tutta la stanza d'ospedale sovrastando i suoni dei macchinari ospedalieri.

Il notiziario in sottofondo ripete a nastro la stessa identica tragedia..

"Per chi si fosse appena sintonizzato: tre devastanti esplosioni sono avvenute simultaneamente in quello che appare come un attacco coordinato. In queste immagini possiamo vedere quello che ne resta del Vaticano.. non abbiamo potuto avvicinarci più di così. Si ritiene che il Papa fosse nella sua residenza al momento dello scoppio. Ecco invece la situazione a Gerusalemme, l'esterno della città. E, sempre in diretta, la città santa della Mecca. Sono state rilevate radiazioni che indicano l'utilizzo di armi nucleari per questi attacco terroristico.. il bilancio delle vittime è catastrofico.."

Saray mi scuote la spalla "Zulema.. è ora.."

Alzo lo sguardo verso il letto e mi rivolgo all'infermiera "Vuole scusarci, per favore?" Lei abbandona la stanza senza dire nulla. Mi alzo per avvicinarmi al corpo, i suoi occhi puntano i miei "Dottor Delbruuck.."

Lui alterna lo sguardo da me a Saray che gli dice "Sappiamo chi sei. Conosciamo il manifesto e il tuo laboratorio"

Lui annuisce "Non c'è mai stata pace senza prima un a grande sofferenza. Più grande è la sofferenza e più grande è la pace. Questo unirà tutti, leggeranno questo manifesto e comprenderanno"

Ringhio innervosita da questa montagna di stronzate "Nessuno leggerà quel manifesto. Mai. Te lo posso garantire"

Lui guarda il notiziario sulla TV "Che giorno è? Da quanto sono qui?"

"Che cosa ricorda esattamente?" Chiede Saray.

Lui si sforza prima di rispondere in modo molto confusionario "Stavo guidando e mi hanno tamponato.."

"Due settimane fa" risponde Saray.

"Due settimane?" Le fa eco.

Annuisco "Sì due"

Saray tira fuori uno smartphone e glielo mostra "Questo è suo? Lark era così che comunicava con lei?" Non abbiamo la possibilità di accedervi perché non abbiamo i codici. Motivo per cui ci troviamo al suo capezzale.

"Lark?" Chiede.

"John Lark" rispondo tesa "Lo conosciamo bene"

Ride "Non avete niente"

Saray scuote il cellulare davanti ai suoi occhi "Ci sono informazioni in questo telefono che possono condurci a lui e lei ci aiuterà"

"Pensate che Lark sia il nemico.." Ci domanda retoricamente "Ma voi.. chiunque voi siate.. siete voi il nemico perché tenete in vita il sistema e le sofferenze del mondo"

"Sta zitto" lo avverto "Non è te che vogliamo. Vogliamo Lark"

Non cederà così facilmente così Saray dice "Le propongo un accordo.."

"No, nessun accordo Saray" ammonisco senza possibilità di replica "Esci dalla stanza"

Lei mi guarda sorpresa "Zule!"

"Dammi cinque minuti" mi servono per farlo cedere.

Sono pronta ad attaccarlo "Zulema! Te lo ripeto: noi non siamo così!"

Ringhio rabbiosa "Forse ci dovremmo ripensare.."

Sto per saltargli alla gola ma lei propone "Posso fare leggere il manifesto in diretta"

Lui spalanca lo sguardo "Come? Lo puoi fare?"

"Mi basta una telefonata" conferma.

"Beh se lui legge in diretta il manifesto di Lark.. vi darò la password del mio cellulare" lui propone ed io scatto.

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