Un brindisi

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Eccolo. Un ragazzino. Un altro.

Si avvicina alla porta, in pigiama, ciabatte, e una maglietta di Superman.

Apre. E le nuvole, batuffoli di lana in movimento, sfilacci d'acqua avvolti sulle particelle del mondo, per qualcuno minacciosi, per qualcun altro no, si accodano, vicine vicine, e sembra che formino un insieme, un accumulo di tempo, che proviene dal futuro.

«Ciao! Eccomi!»

Tom, un biondino, un soldo di cacio, osservando il mondo, il viale, la collina, la casa che c'è lassù, e il cielo, pensa che forse pioverà... e che forse farebbe bene a mettere nello zaino anche una mantella impermeabile.

«Sei in anticipo.»

Danny sorride, e infila una mano in tasca, estraendone una merendina. Una brioche. Forse al cioccolato.

«Lo sapevo! Hai presente la velocità, e che se vai veloce veloce poi il tempo cambia e...»

Sì, al cioccolato. Nella foga, quasi senza respirare, due o tre morsi, due o tre secondi, e la brioche è finita.

«... e quindi, è ovvio, sono qui, sì, in anticipo!»

Tom sospira sull'uscio di casa, sul primo gradino di legno, chiudendo gli occhi, e sperando che Stephen Hawking non pubblichi mai più libri per ragazzi.

«Ora non posso uscire, lo sai. Mia mamma...»
«Ma dai! Con quello che ci aspetta!?! Potrebbe svanire...»
«Non svanirà nulla. Sono anni che in quella casa non entra nessuno... a parte noi...»
«Non lo sai e non puoi saperlo!»
«C'è anche l'avvocato, e stanno discutendo sulla casa, sulla macchina robe così...»
«E tu cosa c'entri?»
«Niente! Ma devo aiutarla con i piatti.»
«Sciocchezze!»

La maglietta azzurra, il simbolo di Superman, si muovono nell'aria del pomeriggio, freddina, umida al sapor di pino, mentre Tom scuote la testa, e sospira ancora.

«Hai portato un kway? Una mantella o dei sacchetti di plastica?»
«Ho due kway, due ombrelli, sacchetti di plastica, e poi tutto il resto, dolci, fagottini al cioccolato, lattine di Fanta, patatine, una chiave a rullino, un martello, due palline da tennis, una padella, carta stagnola...»
«Carta stagnola?»
«Sì, la Cuki, la migliore, perché? »
«A cosa ci serve un rotolo di carta stagnola Danny?!»

Potrebbe fare la stessa domanda per la padella, oppure la chiave a rullino, oppure il martello ma...

«Per avvolgerla sulla testa, non si sa mai chi ascolta le nostre onde cerebrali quando siamo al di là del mur...»

SBAM!

Danny rimane sull'uscio, borbotta qualcosa, forse qualcosa sulla scienza che non dovrebbe aspettare mai nessuno... neanche gli avvocati o la mamma... e intanto osserva la porta chiusa. Il legno di quercia, spesso, resistente e imperfetto, adorno di un ghirigoro, naturale, marrone scuro su marrone chiaro, al centro, la rende degna di rispetto.

«La rende illustre!»

Perché anche quella è scienza, gli alberi, la loro età, lo sviluppo di cerchi e strane figure nella sezione di un tronco, lo studio delle piante, delle loro diversità...

«Alla botanica! A Herbert Brown! E all'Isola Misteriosa!»

ZAAPSSS!

Un brindisi è pur sempre un brindisi. Anche con una lattina di aranciata.

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