Parte 1: BEE

21 1 3
                                    


 "Che c'è?" disse sorridendo e abbassando lo sguardo mentre passava la mano tra i
capelli, raccogliendoli in una ciocca dietro l'orecchio.
"Niente" rispose lui quasi sottovoce. La voce era strozzata, le parole gli
morivano in gola, uccise dallo sguardo di lei che era fermo sul suo.
Prese fiato e con un sospiro distolse gli occhi, rivolgendo la testa dall'altra
parte.
L'atrio dell'università era vuoto, il sole si era nascosto , cedendo dopo
un'estenuante resistenza, alle nuvole grigie che minacciavano già da qualche ora
di far piovere. Si respirava l'odore forte della terra bagnata, entrava a fondo
nelle narici lasciando un gusto amaro nell'anima ma allo stesso tempo
confortante. Erano fuori da un po', la pausa stava per terminare ma il tempo
sembrava si fosse fermato nonostante non bastasse mai, sempre troppo poco,
sempre troppo veloce. La sigaretta si stava consumando, la cenere aveva
raggiunto quasi il filtro ma lei si ostinava a fumare ancora.
"E' finita. Buttala." gli suggerì lui.
Forse era una scusa per continuare a stare fuori e ritardare il ritorno alla
lezione che era sempre la stessa, monotona. Il professore che spiegava con la
sua sciarpa e la sua voce squillante e loro due che aspettavano un momento, anche
piccolo, per potersi parlare o solo guardare. Mentre nell'attesa si sarebbero
morsi le labbra, sospirato, scalciato, non riuscendo a stare fermi sulla sedia.
Una goccia cadde sul viso di lui, bagnando una guancia. In quel momento si rese
conto che stesse piovendo. La pioggia, di cui fino ad ora non aveva fatto caso,
si riversava sull'asfalto creando delle pozzanghere davanti i loro occhi.
"Peccato. Sembrava una giornata perfetta per andare al mare." disse lei,
lanciando la sigaretta nell'acqua e guardandola spegnersi lentamente sotto il
brusio incessante della pioggia.
La sua voce suonò impaziente, consapevole del fatto che sarebbero dovuti
rientrare e che avrebbero dovuto attendere ancora per potersi dire qualcosa. Lui
che fino ad allora era rimasto a fissare come la pioggia ricoprisse tutto, dal
filo d'erba più piccolo, ai marciapiedi, alle macchine, ai palazzi, si girò.
"Tu, con questa voce così vera, profonda, quasi surreale quando muovi quelle
labbra che sembrano impossibili da raggiungere eppure sono l'unico posto dove
vorrei essere. Con i tuoi occhi scuri, dove hai nascosto il mondo e anche il tuo
cuore, sono i soli a rapirmi e a farmi venire voglia di andare al mare con te, anche con
questo tempo" pensò lui mentre la guardava.
La manica del maglione le faceva uscire un accenno del tatuaggio sul polso, rapendo
l'attenzione di lui.
Si sorrisero, restando così qualche secondo, a guardarsi le labbra. Poi lei
interruppe il silenzio:
"Io rientro".
"Adesso arrivo anch'io".
Si avviarono verso l'aula percorrendo il corridoio l'uno davanti l'altro, lei
aveva un passo più svelto e precedeva lui che sembrava rifiutare il fatto di
interrompere quel momento e portava un andamento più blando.
"Vado al bagno" le disse andando verso la direzione opposta alla sua che aveva
raggiunto le aule alla loro sinistra.
Lei annuì. Lui rimase fermo. Vedendola camminare, sentì una sensazione al petto.
Rimase così, a fissarla mentre faceva lo slalom tra la gente in fila per
prendere un caffè alle macchinette e chi usciva dalle aule riempiendo il
corridoio. Eppure lui non la perse mai di vista, c'era solo lei con quel suo corpo
così elegante, con i capelli che le iniziavano ad arrivare quasi alla spalla e
risaltavano con la pelle olivastra. Poi lei entrò in aula e lui al bagno. Si diviserò.  

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Nov 11, 2023 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

11/11Where stories live. Discover now