|𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟏|

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Pov. Toni

Il calore del sole che mi si deposita sul corpo mi dà quella sensazione di piacere che viene superata solo da quella che mi dà il corpo che è stretto a me. Non provo neanche a muovermi di un millimetro se non per accarezzarle la schiena al di sotto del chiodo che indossa. Non c'è voluto molto prima che crollasse dopo aver pranzato, io con un menù del Pop's e lei con un'insalata fredda che le fa Tabitha. In realtà all'inizio stavamo parlando scambiandoci qualche bacio di tanto in tanto e proprio durante questi che ho notato la sua partecipazione scemare finché non mi è crollata sulla spalla.
Apro gli occhi stringendolo inizialmente in due fessure per la luce del sole e poi lentamente inizio a mettere a fuoco il suo vedendo quella matassa di capelli fuoco sul mio petto, ma come... Si è rannicchiata piccola piccola su di me con una gamba alzata fino al mio bacino e la testa china quasi sul mio seno. Con la mano libera cerco di toglierle i capelli da davanti il volto scoprendolo e vedendo come la sua espressione è rilassata e quasi in pace.
Ormai molte volte dormiamo insieme e se non stiamo insieme abbiamo mantenuto la nostra piccola cosa di dormire in chiamata; all'inizio quasi tutte le sere si svegliava e io dietro di lei volendola aiutare, ma quando stavamo per telefono a volte ho il dubbio di non averla sentita forse perché ero in un sonno troppo profondo, anche se lei dice il contrario. Non mi sorprenderebbe minimamente se in realtà avessi ragione io, anzi da lei me lo aspetto un comportamento del genere anche se provo davvero in tutti i modi di tranquillizzarla.
Cheryl però... per farsi aiutare è un testa dura più della mia il che la dice lunga; inizialmente pensavo che era in relazione a una sua mancanza di sicurezza da parte mia, ma poi... una volta mi ha quasi urlato di non volermi addossare anche questa cosa. Mi si è stretto il cuore capendo che non ero io il problema, ma era il fatto che nella sua testa più si lega a una persona più vuole proteggerla. È questo che quella volta le ho risposto parlando per me, le ho ricordato che quello che prova lei lo provo anch'io, che anch'io voglio proteggerla, voglio aiutarla e voglio sostenerla. Le ho spiegato che i suoi incubi non sono minimamente un problema facendole anche notare che in realtà era migliorata tanto rispetto alle prime volte, non era come l'anno scorso che era tornata libera, ma era migliorata la situazione. Tutt'oggi a volte continua ad avere incubi da farla alzare in piena crisi, ma adesso non capisco se si tratta che ora porta sulle spalle anche la morte di... di Nana Rose o se c'è altro.

<Uhm...> Inclino di lato la testa a quel piccolo versetto che le scappa mentre strofina la guancia contro il mio petto con un'espressione contrariata. Senza dire nulla poso una mano sulla sua nuca mentre l'altra riprendo a muoverla lungo la sua schiena sapendo quanto l'aiuti.
<No...> Indurisco la mascella capendo che non è stato un caso quel piccolo verso, non so esattamente tutti i suoi sogni è scossa ogni volta e non voglio infilare il dito nella piaga, ma so su cosa si basano e il fatto di non poter fare nulla mi crea rabbia per l'impotenza.
<Lasciala...> Abbasso lo sguardo su di lei confusa con capendo cosa possa star sognando stavolta. Lasciare chi? Il suo petto inizia ad alzarsi e abbassarsi sempre con più velocità facendomi capire che se non la sveglio io tra non molto lo farà da sola e non nelle migliori condizioni.
<No per...> Con una mano le alzo il volto e unisco le mie labbra sulle sue zittendola. Non faccio nulla se non tenere vivo il contatto tra le nostre labbra finché lei non apre gli occhi allontanandosi un minimo.
<Toni.> La sua espressione è quasi sorpresa, confusa, come se non dovessi essere qui.

<Sono qui. Con te.> Le dico posando una mano sulla sua guancia che accarezzo non lasciando un secondo i suoi occhi vacui e sul precipizio di sentimenti agitati.
<Sono qui, è tutto okay piccola.> Le assicuro sorridendole per tranquillizzarla maggiormente notando un leggero cambiamento nel suo sguardo prima che rimango bloccata per qualche secondo per la sorpresa una volta che incolla le sue labbra sulle mie. Non è il fatto che mi baci ciò che mi sorprende, ma il modo. Mi bacia come se tra un secondo dovrebbe scappare via, è... è ancora scossa. La stringo a me accarezzandole il volto volendole far sentire che sono davvero qui e che non c'è alcun pericolo. La forza con cui si era avventata su di me, va a scemare quasi con difficoltà, ma alla fine diventa un mero tocco di labbra e le sue palpebre si sollevano rivelandomi quegli occhi color miele.
<Ei.> Dico con un piccolo sorriso che sfiora il suo un po' più incerto.

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