🎭Capitolo 16🎭

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Tyler
Capitolo 16: Questo non me lo aspettavo
Sharptooth Clinic


Apro gli occhi lentamente, mi sento tanto debole.

La vista è ancora leggermente appannata e ho un mal di testa che dire atroce è dire niente.

Dei rumori mi fanno sussultare.
Che cazzo sta succedendo?

Mi alzo a fatica e socchiudo gli occhi per riuscire a vedere qualcosa.

«Se ti unisci a me. Diventerai l'essere più potente al mondo. Davvero vuoi rinunciare a questo?» la voce di Rosalinde mi risuona lontana, come il ringhio che la segue.

«Tu. Hai ucciso l'amore della mia vita»

Mercoledì

Le tira un pugno in faccia, «Che importa? A me interessi tu» risponde ignorando il sangue che le esce dal naso.

«Non lo vedi? Sei speciale. Sei in grado di fare cose contro ogni fantasia» Mercoledì la butta a terra con un calcio, tenendola ferma con un piede.

«Appunto» sibila al suo orecchio, spostandole una ciocca di capelli dal viso.

«L-Lasciami andare» scuote la testa, «Che domande retoriche mi fai santo cielo» Rosalinde rotola per terra, sfuggendo per poco ad un altro calcio.

«Mercoledì» si volta nella mia direzione con gli occhi sgranati, «Non può morire, idiota» quel momento di distrazione le costa caro, poiché un getto di luce la fa sbattere contro la parete.

«Cosa?» risponde con il fiatone, «Finchè tu se viva lui non può morire» risponde la donna con gli occhi che cambiano colore, da azzurri a viola.

«Mi hai fatto credere-» schiva un altro colpo, «Esatto, che fosse morto. Per vedere di cosa sei capace quando sei arrabbiata e beh, ha funzionato».

Credo di non aver mai visto Mercoledì così arrabbiata.
Anzi, dire arrabbiata è proprio un eufemismo.

«Dimmi, provi piacere ad uccidere?» le domanda all'improvviso, tanto che la guarda con gli occhi sgranati.

Abbassa lo sguardo per un attimo, «Sì» risponde incastrando le sue iridi rosse a quelle viola di Rosalinde, che la guarda soddisfatta.

«Aspetta» Mercoledì assume un'espressione seria, pensierosa.

«Tu. Non sei lo Sharp» afferma decisa sostenendo con sfida lo sguardo minatorio della donna che ha davanti.

Ghigna, «Questa è una mezza verità» risponde con il fiatone.

Mercoledì stringe i pugni, emettendo quello che sembra a tutti gli effetti un ringhio.

«Allora, come ci sei arrivata Sherlock? Sono curiosa. Non era semplice» questa volta è lei che le lancia un'occhiata di sfida.

«La voce metallica che ho sentito. Non era la sua, lei ci parlava. Non credo che lei parli con se stessa, non crede? Ma sono comunque curiosa di sapere tutta la verità» scandisce la parola "tutta", mostrando i canini appuntiti.

«Va bene» ora sono una di fronte all'altra, impegnate in una battaglia di sguardi.

«Quello con cui parlavo era un robot, da me creato. Il punto è...lui è come se fosse vivo, come se fosse un essere umano. È in grado di sostituirmi nel caso dovessi beh, morire. Anche se credo che adesso sarai tu quella a morire» prende un pugnale e lo conficca nel suo addome, facendola gemere di dolore.

Spalanco gli occhi, «Mercoledì!» entrambe si voltano a guardarmi.

Un improvviso dolore alla pancia mi fa urlare, abbasso lo sguardo e noto che è presente una ferita da... taglio.

Non so come, ma Mercoledì riesce a liberarsi, togliendo il pugnale con un grugnito.

La mia e la sua ferita scompaiono sotto i nostri occhi increduli.

Sento finalmente le energie tornare, così mi alzo in piedi, decidendo che è l'ora di fare qualcosa.

«Fidati. Con me starai meglio, potrai avere tutto ciò che vuoi... avanti, spegni l'interruttore...ricordi il piacere del sangue sulle labbra?» uso la mia velocità per esserle davanti.

«Non ascoltarla Mercoledì» le poso una mano sulla guancia, costringendola a guardare me e non Rosalinde.

«Sei l'essere più potente al mondo. Un ibrido fra un Hyde assassino e un potente corvo. Il sangue che scorre nelle tue vene sarà quello che ogni Sharp desidererà avere. Non sarai mai al sicuro. E tutto questo per colpa di quello che ritieni "l'amore della tua vita"» trattengo lacrime di rabbia e stringo i pugni.

«Sei una perfetta imitazione di Jack Lo Squartatore, anzi, entrambi lo siete. I sensi di colpa si fanno sentire scommetto» scuote la testa sorridendo.

«Aspetta...esistono altri Sharp?» chiedo confuso, «Certo. Credi che questa sia l'unica sede della Sharptooth? La Sharptooth è qualcosa di molto più grande di così»

«E io dovrei essere la vostra cavia?» ringhia Mercoledì al mio fianco, mostrando i denti.

«Beh...esatto» lascio Mercoledì e sbatto Rosalinde contro una delle pareti.

«Non puoi farmi del male. Sono molto più forte di te» in un lampo la situazione si ribalta, ma Rosalinde viene buttata a terra poco dopo.

«Questo non ti piacerà» prende una siringa, ma io la precedo, piantandola nel suo collo.
Grida dal dolore, ma poi sembra perdere i sensi.

«Mercoledì» la guardo e sembra irriconoscibile, gli occhi sono tornati -lentamente- al loro colore originale, ma quella che ho davanti non è Mercoledì Addams.

I canini sono ancora lunghi e appuntiti, i capelli scompigliati e la frangia spostata da un lato. Il trucco sbavato sulle guance e qualche ferita in diverse zone del corpo.

«Pensavo di averti perso» sussurra con il fiatone, sfinita.

«Anche io» appoggio la fronte alla sua chiudendo gli occhi.

«Sono pericolosa Tyler» dice così piano che a stento capto quella frase.

Le prendo il volto fra le mani, «Anche io» ripeto scandendo ogni parola, «E insieme.. saremo ancora più pericolosi» «E con questo?» «Tyler. Ho fatto una cosa. Ho stretto letteralmente un patto con il Diavolo» la guardo confuso.

«Cosa hai fatto Mercoledì?» abbassa lo sguardo, «Diciamo che Rosalinde mi ha fatto fare un giretto all'Inferno» spalanco gli occhi, «Cosa?» «Dammi la mano» «Eh?» «Tyler. Stringimi la mano. Ora» obbedisco, «Ora chiudi gli occhi. Stai per addentrarti nelle fiamme Infernali».

«Allora. Che ne dici di un patto?» un uomo, avvolto nell'ombra, sta parlando con Mercoledì.

«Parla» scandisce la corvina con la rabbia negli occhi.

«Io libero uno di voi, in cambio voglio l'anima dell'altro» lei abbassa lo sguardo, «Andata».

«Mercoledì. Che cosa hai f-» «Attento» per poco non mi becco un calcio.
Ecco, Rosalinde è sveglia.
Perfetto.

In un lampo prende Mercoledì, «Ora l-» non finisce la frase, poiché cade a terra, senza vita.

Alzo lo sguardo e sgrano gli occhi.

Una ragazza bionda tiene in mano il cuore della vittima, e io la conosco bene. «Caroline?» sussurro sconvolto.

«Ciao, fratellino».









Spazio autrice:

Salve gente!
Sono tornata, finalmente.
Dovrei davvero commentare questo capitolo?
Parola d'ordine: suspence.
Ci vediamo al prossimo capitolo per scoprire il finale di questo.
Se il capitolo vi è piaciuto lasciate un commento o una stellina,
Kiss,
Chiara 🦋

Poker face (wednesday's story)Where stories live. Discover now