14-Infame

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Questa mattina a scuola l'atmosfera che si respira è impregnata di una tensione quasi soffocante, lo si legge negli occhi degli studenti, nei borbottii strozzati quando si attraversano i corridoi, persino la signora Smith non è sorridente e loquace come suo solito.

Il suono stridulo dell'altoparlante preannuncia una comunicazione importante.

Tutti si ammutoliscono e rimangono in attesa, qualcuno fa cenno al compagno di fare silenzio rivolgendo l'attenzione verso l'altoparlante.

-Si informano gli studenti che in seguito ai fatti avvenuti ieri notte, il preside ha ritenuto opportuno convocare personalmente nel suo ufficio alcuni di voi.
Si richiede la massima collaborazione per evitare gravi conseguenze.
Grazie e buona giornata. - Gracchia una voce femminile.

-Credi che siamo nei guai? - Domanda Liz preoccupata.

-Non lo so. - Sospiro. - Dobbiamo solo sperare che nessuno faccia il nostro nome.-Rimango in silenzio un attimo e poi aggiungo.

-E in ogni caso non credo che il preside abbia intenzione di punire tutti coloro che hanno partecipato, c'era praticamente l'intera scuola.
Credo piuttosto che voglia individuare gli organizzatori.-Concludo.

-Tu sai chi è stato? - Chiedo a Liz.

-Non ne ho idea.-Risponde lei scuotendo il capo.

Imbocchiamo il corridoio principale e lo scenario che si delinea sotto i nostri occhi sembra quasi surreale, lattine e bottiglie di vetro, alcune rotte, sono sparse in tutto l'atrio, bicchieri di plastica, tovagliolini e persino una scarpa che qualcuno deve aver perso nella fuga.

-Non doveva andare così. - Sussurra Liz sbuffando.

-Che intendi?-

-Una volta finita la festa, un gruppo di ragazzi avrebbe dovuto pulire ogni traccia cosicché nessuno si accorgesse di nulla, per il servizio avrebbero anche preso una percentuale sugli alcolici venduti, ma dato che ci hanno scoperti, sarebbe stato sciocco e inutile tornare a scuola ed ecco il risultato.-
Liz abbassa la testa mortificata.

-Mi sento in colpa Callie.-

-Liz.-Pronuncio dolcemente poggiando una mano sulla sua spalla. -Non abbiamo fatto noi questo disastro. Ok, forse abbiamo sbagliato a partecipare alla festa, ma è diverso da tutto ciò.-Dico indicando lo scempio che solo persone profondamente incivili possono lasciare.

Liz si limita ad un cenno di assenso con il capo poi alza la testa e indica un gruppo di ragazzi intenti a racimolare con una paletta l'immondizia, apre la bocca come per dire qualcosa quando la professoressa Patel ci viene incontro con due scope in mano.

-Ragazze.- Dice raggiungendoci con il suo solito sorriso.
-Unitevi ai vostri compagni.-Ci lascia le scope e si allontana.

-Non sbuffare James.-Dice rivolgendosi a un ragazzo che con i guanti infila le bottiglie in un sacco.

-Non siete felici? Oggi niente lezione.- Proferisce ironicamente mentre attraversa il corridoio.

Rimango per un attimo ferma con la scopa in mano incerta sul da farsi, mi guardo un po' attorno, il corridoio è pieno di spazzatura.

Finiremo domani mattina se ci va bene.

Liz inizia subito a racimolare le cartacce sparse in giro. Decido di imitarla, ammucchio in un angolo i vari rifiuti poi li raccolgo con una paletta e li getto nello scatolone apposito.

Altri ragazzi si danno da fare con le bottiglie di vetro, una ragazza con i capelli a caschetto sfrega una spugna contro il muro nel tentativo di cancellare ciò che è rimasto della scritta "ti amo Sarah."

Come Stelle Cadute dal Cielo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora