Capitolo 1

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Anno 828

Correva il 25 giugno, ed una giovane donna stava per dare alla luce la sua prima figlia. Era piena estate, qualche nuvola bianca si muoveva lenta nel cielo sereno, i bambini si divertivano giocando per le strade della città.

<<È bellissima.>> disse il dottore, terminato il parto. Diede la bimba in braccio alla madre. <<Ha i tuoi stessi occhi.>> continuò.

<<"Mia".>> sussurrò la donna qualche istante, accarezzando piano la testa della neonata.


Anno 840, Mitras

Le campane cominciarono a suonare, come ogni mattina alle 7:30. Scesi dalla mia brandina, mi sistemai i capelli e mi vestii. Alle 8:00, insieme alle mie compagne di stanza, scesi le scale ed arrivai in sala grande, dove i piatti per la colazione era già pronti e posizionati su ogni posto delle tavolate.
<<Giorno, Mia.>> mi salutò il mio amico Rigel, già seduto ma ancora assonnato. <<Dormito bene?>>

Tirando fuori la sedia, risposi: <<Come al solito...>>
Rigel Banks era un ragazzo gentile ed intelligente, aveva capelli marrone scuro e due occhi color nocciola, ah sì, era anche l'unico amico che avevo in orfanotrofio. Tutti gli altri erano bimbi più piccoli, ed io e Rigel eravamo rimasti gli unici due ad avere più di 10 anni. Gli unici due a non essere mai stati adottati durante tutto questo tempo. Il nostro era un orfanotrofio con pochi bambini in generale, un piccolo edificio con un cortile, situato nella zona nord di Mitras, la capitale all'interno del Wall Sina.

Durante la giornata seguimmo le solite lezioni, ed un'altra monotona mattinata si concluse arrivando all'ora di pranzo, dove come al solito mi sedetti davanti a Rigel.

<<Ho sentito che oggi il corpo di ricerca è partito per una spedizione!>> esclamò addentando subito dopo un pezzo di pane. <<Pensa poter uscire dalle mura...chissà com'è.>>
<<Mi arruolerei volentieri anche io solo per uscire da qui, non ce la faccio più.>>
Ero arrivata qui quando avevo solo 1 anno, e mai mi era stato detto qualcosa sui miei genitori biologici. Non sapevo neanche quale fosse il mio reale cognome, per questo mi è stato attribuito quello dell'orfanotrofio: "Wilde". Le istruttrici cambiavano quasi ogni anno e di bambini ne arrivavano e se ne andavano, ma io rimanevo qui, ormai troppo "vecchia" per essere adottata a 12 anni. Non capivo come mai nessuno aveva mai avuto il desiderio di adottarmi: cosa avevo di sbagliato? Eppure, ero ancora qui, stanca di questa vita senza scopo.

<<Non dirlo a me, adoro gli uomini del corpo di ricerca, sono i migliori!>>disse. Si lo pensavo anche io, il corpo di ricerca era uno dei tre corpi militari insieme al corpo di guarnigione ed il corpo di gendarmeria. Sicuramente doveva essere difficile far parte del primo, tuttavia un po' li invidiavo quei soldati che potevano uscire dalle mura, noi invece eravamo nella parte più interna e quindi più lontana dal mondo esterno. Non nego però che affrontare i giganti sia tutta questa bellezza, almeno penso. Nei giornali si parla spesso delle molte vittime a seguito delle loro spedizioni...

<<Noi potremmo arruolarci, in verità. Abbiamo l'età minima necessaria.>> continuò lui.

<<Lo so bene.>> risposi riflettendo. <<...potremmo scappare?>>

<<Mia, ci abbiamo già provato una volta, e non è finita bene.>>

<<Tentar non nuoce, sai come la penso.>> non avevamo nulla da perdere in ogni caso. Ci avrebbero semplicemente messi in punizione.

<<Ti prometto che, se riusciremo a scappare, ci arruoleremo insieme e usciremo da queste mura.>> al seguito di quelle parole alzai il mignolino in gesto di promessa. Dopo qualche istante di titubanza, con un piccolo sorriso, Rigel agganciò il suo mignolo al mio. Lo avremmo fatto. Avremmo realizzato il nostro sogno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 03, 2023 ⏰

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Ti amerò, sempre. ~ Levi Ackerman x ocDove le storie prendono vita. Scoprilo ora