25. La Ballata del nulla

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Alya

«Svegliati Alya, è il giorno della Ballata»
Aprii gli occhi, quel giorno riuscivo a sentire le sue labbra posarsi sulle mie palpebre per svegliarmi. Quell' unico giorno all' anno lei era in mezzo a noi, ed io tornavo bambina.
Quel giorno nulla contava più del ballo organizzato da Adeline Reed, chiamato La Ballata da lei per tre motivi.
Tutti vi partecipavano, tutti potevano sentire la magia di quella serata, nata dalla mente della mia dolce madre.

'Oggi ci rivediamo mamma'

Sorrisi al ricordo di lei. Al ricordo di lei al pianoforte, con i suoi lunghi capelli mielati che amavo attorcigliare intorno alle dita, ascoltando le piccole melodie che creava facendo danzare le dita.
Nulla era più importante di quella serata, valeva per tutti, perfino per me, quel giorno nulla contava di più del ballo, quel giorno potevo lasciarmi sorprendere, potevo respirare. Potevo scordare quanto lei mi mancasse, quanto le sporche mani fantasma vagavano sul mio corpo spesso e aggressivamente, della tristezza che in attimi di silenzio mi invadeva l' anima.
Quando lei morì, Katelyn continuò questa "tradizione", da quando entrambe se n' erano andate, qualcosa era come ingrigito, qualcosa mancava.
Inspirai la dolce aria fresca che feci entrare dalla finestra.
Il 9 novembre.
La mia data preferita.

Scesi le lunghe scalinate in marmo della casa, saltai in aria quando vidi un ammasso di capelli scuri su una camicia di lino bianca.
«Logan...»
Solo in quell' istante mi accorsi che in salotto sedevano Keith, zia Victoria e Violet, la compagna di mio padre.
Logan la guardava gelosamente tra le braccia di mio padre, come se volesse aggredirlo per far si che sua madre non fosse più distesa tra le sue braccia, come se il tocco di mio padre potesse guastarla, o lo avesse già fatto.
Tutti i loro occhi saettarono su di me, sul mio corpo esposto.
Gli occhi di mio padre saettarono sulla mia treccia, la facevo sempre per dormire, per ricordare, e lui la odiava.
Logan si voltò per primo, la durezza che aveva negli occhi si sciolse in dolcezza, la tipica dolcezza che aveva sempre negli occhi e nei lineamenti.
Logan emanava calma, controllo, sicurezza e dolcezza, l' opposto di ciò che sentivo di avere io nel profondo.
«Alya» si alzò, Keith alzò immediatamente la mano.
«Logan non alzarti, Alya, mettiti accanto a tuo fratello»
Mi irriggidii.
Sentii le budella mescolarsi.
Odiavo la sua presenza, lo odiavo, lo odiavo, odiavo quel tono, quella presenza che aveva invaso la mia infanzia.
«Non siamo fratelli, io e Alya, per quanto affetto ci sia, non abbiamo un legame di quel tipo, né emotivamente, né geneticamente, e non lo avremo mai.»
Violet sospirò ferita.
«Logan, non far stressare Keith, noi siamo una famiglia, è giusto dire in questo modo»
Vidi la mascella di Logan contrarsi.
Mi sedetti accanto a zia Victoria, anche lei guardava con sguardo acerbo Keith, anche lei era tesa quando lui era vicino, anzi, sospettavo che in realtà ci fosse più di un piccolo astio nei suoi confronti.
«Non siamo qui per ricostruire un' albero genealogico...»
Gli occhi di Victoria per un attimo presero fuoco contro la pelle di Keith.
«...complesso, ma stasera c'è il ballo annuale di mia sorella, siamo tutti qui per questo, per celebrarla, come ogni anno la sua tradizione vive»
Notai che le sue mani iniziarono lievemente a tremare.
«E ci sono delle piccole e grandi novità»
Alzai gli occhi verso mio padre ma fu Violet a parlare.
«Io e Keith resteremo perennemente in città, accanto a voi, la nostra famiglia»
Logan guardava me, io guardavo lui.
Poi sorrise, ma gli occhi color pece non si accesero di emozione.
«È sicuramente una scelta azzeccata, madre, inoltre la città ha fatto notevoli passi avanti negli ultimi tre anni, a Keith sicuramente converrà fermarsi qui, chissà quanti guadagni potranno fruttare»
Subito dopo Keith contrattaccò.
«Non è per questo che ci stabiliremo nuovamente qui»
Certo. Per la famiglia. E per dei piccoli problemi che non sono più troppo piccoli per poter essere gestiti.
«Come dice tua madre, vogliamo essere una famiglia»
«E a proposito di famiglia» continuò Violet.
«Lo diventeremo al cento per cento»
Logan spostò lo sguardo da me e puntò tutta la sua attenzione su sua madre.
«Perchè sono in dolce attesa così possiamo dire»
Vidi il volto di Logan impallidire, le nocche diventare bianche e i suoi occhi dolci trasformarsi in un miscuglio di petrolio, shock, furia e tradimento.
«Cosa?»
Keith sorrise.
«Avrete un fratellino, o sorellina, in comune»
Stavo tremando, mai sotto shock quanto Logan, ma comunque scombussolata.
«Ci abbiamo provato per tanto tempo e finalmente sono rimasta incinta»
La bocca di Logan era aperta, lo sguardo inferocito.
«Voi...»
Abbassò lo sguardo, vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime.
Il volto dolce di Violet si fece triste, i capelli castani le cadevano sulle spalle, gli occhi celesti si erano fatti tristi.
«Logan, amore...»
«Zitta.»
Violet sussultò.
D' istinto poggiai la mia mano su quella di Logan, potevo solo immaginare quanto si sentisse scombussolato e tradito, di Logan avevo capito una cosa per certo, amava suo padre più di ogni altra cosa e lo amava disperatamente, custodiva la sua memoria con ferocia, aggettivo che non faceva parte di lui, Logan amava la sua famiglia, e perdere suo padre forse per lui era stato come perdere tutto.
Keith alzò la voce.
«Girati educatamente verso tua madre, portale rispetto e soprattutto non farla agitare, non farai del male al nostro bambino per delle...immotivate gelosie»
Victoria lo interruppe.
«I ragazzi devono metabolizzare, è ragionevole una reazione così, ne hanno passate molte, Violet ti faccio i miei auguri»
Sorseggiò il suo tè.
«A proposito, i Romero sono tornati al completo, ora sono tutti riuniti.»
Sbarrai gli occhi, sentendo la mente svuotarsi velocemente e riempirsi delle sue parole sporche.
«Li ho invitati essendo amici di famiglia, non so se accetteranno, ma comunque sia»
Una paura cieca si impadronì dei miei arti, mi alzai dalla poltrona quasi cadendo al suolo.
Logan si alzò con me.
«A proposito di famiglia, io e Alya abbiamo delle novità, abbiamo trovato delle persone meravigliose che amiamo e ovviamente sono invitati stasera a presentarsi, spero li troverete anche voi amabili»
Mi voltai ancora scossa verso Keith, Violet sembrava emozionata e un po' confusa, Keith non aveva minimamente cambiato espressione, se non per un sopracciglio alzato, Victoria... Oh non eravamo i soli pallidi, una scossa elettrica mi attraversò il corpo, Victoria si era come spenta, come se fosse seduta su filo spinato.
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