E comunque...

32 7 56
                                    

Max arrivò nel seminterrato e osservò il quadro dei comandi. Un quadro moderno, dotato di microprocessore di ultimissima generazione. Certo, non aveva mai hackerato un ascensore e, tra l'altro, non è che fosse proprio legale quello che stava per provare a fare, ma in fin dei conti, non stava nemmeno causando danni a nessuno. Era a fin di bene.

Così, aprì il suo laptop e cominciò come prima cosa a cercare un wifi a cui agganciarsi. Sorrise, perché ne trovò più di uno libero e pensò a quanto sarebbe stato facile accedere ai dati di ognuno dei proprietari.

La Carter non perse occasione di studiare Max al di fuori dello studio in una situazione in cui faceva una cosa, per lui, normale. Sembrava essere del tutto a suo agio e non si sarebbe mai detto, dall'esterno, che fosse in realtà timido e insicuro.

Perso nel suo mondo tecnologico, Max era affascinante e sicuro di sé. Trafficava tra il computer e il pannello dell'ascensore, le dita si muovevano agili sulla tastiera come quelle di un pianista. Il viso gli si illuminò, tolse il telefono dalla tasca, digitò qualcosa e lo rimise al suo posto. Poi chiuse il portatile, accostò lo sportello dei comandi del vano ascensore e si voltò verso la Carter che lo guardava incantata.

«Possiamo tornare, presumo. Grazie per aver salvato l'ascensore.»
Sorridente come sempre, questa si avviò al piano, su per la rampa di scale.

Nel pianerottolo dello studio, una Emily senza un capello fuori posto, ma dallo sguardo meno spavaldo del solito stava con una scatola tra le mani.
Max notò che per fortuna non c'era sopra nessun riferimento a una qualsiasi pasticceria.

La rossa, lo guardò mezzo secondo e poi sbraitò, come da copione.
«Ce ne hai messo di tempo! Ma anche sul lavoro sei così? La tua azienda avrebbe bisogno dei miei consigli.»

Girò i tacchi e varcò la soglia. Max sorrise mestamente. Non si aspettava niente di diverso da Emily.

«Lascia perdere, se dice grazie le cade la corona.» esclamò Ava con un tono di voce così alto che fu impossibile non sentirla. A lei non sarebbe importato litigare, anzi. Sembrava che non perdesse occasione per cercare lo scontro. In realtà le piaceva Emily, riteneva solo che fosse troppo ossessionata dal lavoro e dalla perfezione di sé.

Quest'ultima, fece finta di non sentirla, ma dentro di sé le mostrò un grosso, enorme, gigantesco dito medio trattenendosi dal lanciarle contro la scatola che teneva tra le mani.
Raggiunse la scrivania all'interno della sala e poggiò la torta accanto a quella già presente.
Dopodiché si accomodò sulla solita sedia e guardò l'orologio al polso, desiderando come sempre che il tempo passasse in fretta.

~~~~~~

Sarah Carter li fece accomodare, sparì nella stanza accanto e tornò, brandendo un grosso coltello in mano.
«È decisamente ora!»
esclamò cominciando ad avanzare.
Si rese conto dopo pochi istanti, che gli sguardi che le venivano rivolti erano strani, quasi preoccupati, così rise di gusto.

«Suvvia, non guardatemi così. È ora di tagliare i dolci e mangiare. Non siete curiosi?»

«Oh sì, io sì.»
Ava era divertita da quella sfida. Adorava i dolci, sia farli che mangiarli, e finora nessuno l'aveva mai superata. Guardò Emily di proposito, ma quella, forte della sua pasticceria di fiducia sostenne lo sguardo e anzi rilanciò.

«Io pure. La mia torta al cioccolato non ha eguali.»
Si accorse dello sguardo di terrore di Max e corresse il tiro permettendogli di tornare a respirare:
«La nostra torta al cioccolato.»
Emily sperò che non gli cedessero i nervi e vuotasse il sacco. Aveva già diversi buoni motivi per ucciderlo, non gliene serviva certo un altro.

Così entrambe le torte furono tagliate e servite in graziosi piattini di carta con dei colorati unicorni disegnati sopra che Olivia trovò carinissimi.
Tutti trovarono entrambe le torte buone e la Carter bloccò sul nascere, ogni tentativo di competizione.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 30 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Ridere per guarire - disavventure terapeutiche Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora