❝Daichi Sawamura percorse il lungo corridoio della centrale di polizia con indosso un abito elegante e un'espressione determinata. Era pronto a mettere un punto alla parola fine.
Aveva maturato l'idea di diventare poliziotto all'età di diciotto anni, la stessa età in cui aveva deciso che avrebbe dedicato la sua intera carriera poliziesca alle piste fredde, a quei casi rimasti aperti da tanti, troppi anni.
Daichi voleva dare una voce a tutte quelle vittime che una voce non ce l'avevano più, a cui la voce era stata strappata.Si era diplomato in Accademia Militare con il massimo dei voti.
E Ukai-san aveva subito deciso di metterlo sul campo.
Nessuna gavetta. Nessun periodo di prova con un superiore.
Lui era già pronto per tutto quello, per il lavoro sul campo.Entrò nell'archivio dedicato ai cold case.
Spinse la porta-cancelletto in ferro con una mano.
Tanaka e Nishinoya erano già lì con uno scatolone aperto dinanzi a loro — conosceva quei due sin dai tempi della scuola dell'infanzia, sapeva quanto avessero della segatura al posto del cervello e di come pensassero solo a divertirsi e a cacciarsi nei guai, quindi ritrovarseli in Accademia Militare era stato decisamente strano.Il paesino in cui vivevano era piccolo.
Miyagi era piccola, quasi isolata dal mondo.
Non succedeva mai nulla.
E tutti conoscevano tutti.Era impossibile sparire in un posto del genere.
Ma era successo. Cazzo, se era successo.Un suo conoscente era sparito ormai anni prima.
Nel nulla. Senza lasciare nessuna traccia.
Nessuna testimonianza. Nessun corpo.
Era come se si fosse dissolto nel nulla, come nebbia.Allontanamento volontario, avevano dichiarato i detective dell'epoca.
Ma nessun bigliettino. Nessuna telecamera che lo aveva ripreso al deposito dei pullman o alla stazione dei treni, ad una stazione di benzina a fare rifornimento di materie prime o anche solo a fare l'autostop.
Nessuno dei suoi amici intimi sapeva che cosa potesse averlo spinto ad andare via. Né loro e né i suoi familiari, neppure il suo ragazzo del tempo.L'ultima volta che era stato visto vivo era stato al lago.
Il lago era il posto dove si riunivano sempre tutti i ragazzi di Miyagi nei pomeriggi estivi e invernali — si rideva, si scherzava, ci si tuffava e ci si schizzava l'acqua. C'era chi spettegolava, chi giocava ad una partita improvvisata di pallavolo, chi prendeva il sole. In inverno il lago si ghiacciava e tutti si divertivano a pattinare, si costruivano pupazzi di neve e si scendeva dalle colline con lo slittino.
C'era anche lui lì, quel giorno. Daichi lo aveva visto e gli si era avvicinato per scambiare qualche parola amichevole, poi non lo aveva mai più rivisto.Tanaka spostò lo sguardo su di lui, un sorriso mesto disegnato in volto. Lo scatolone datato 1997 numero #10987 era lì, dinanzi a loro per essere rispolverato, per essere ascoltato. Finalmente e dopo tanto, troppo, tempo. <<Sei proprio sicuro di voler aprire la tua carriera proprio con questo caso, Daichi? Nessuno in paese è mai riuscito a capirci nulla di questa storia>>
Daichi annuì. Si schiarì la gola e prese una bustina trasparente dall'interno dello scatolone; era una di quelle bustine per preservare le prove trovate sulla scena del delitto o sulla presunta scena del delitto — non era nulla di che, ma pur sempre un indizio da dove partire, un inizio: un portachiavi ormai sbiadito dal tempo, il mollettone per agganciarlo spezzato e arrugginito, il ciondolo a forma di corvetto aveva un'ala spezzata e il becco scheggiato. <<Voi avete visto qualcosa quel giorno?>>
Tanaka scosse la testa. <<No, non ho visto nulla di strano. Solo quello che raccontai alla polizia quel giorno, ovvero che eravamo tutti al lago e che anche lui si trovava al lago. Ricordo di aver passato l'intera giornata con Nishinoya e Asahi a giocare a pallanuoto nei pressi della grande roccia, lì Shimizu stava prendendo il sole assieme a Sugawara e Hitoka. Poi si sono aggiunti a noi anche lui e i suoi amici>>
Nishinoya annuì con un singolo cenno della testa. <<Io sono tornato a casa verso le 17 perché dovevo aiutare mio nonno a preparare il barbecue per la festa che ci sarebbe stata quella sera, la festa del solstizio d'estate — Nishinoya si lasciò poi andare ad un pensiero prettamente personale, che non doveva per nessun motivo interferire con le indagini del caso. — Daichi io credo che sia sempre rimasto qui a Miyagi. Non ho mai creduto alla storia dell'allontanamento. Non se ne sarebbe mai andato in quel modo>>
Daichi annuì a sua volta. Anche lui credeva a quella versione della storia, a quella versione che credevano un po' tutti.
Non aveva mai creduto alla conclusione a cui era arrivata la polizia ventisei anni prima.Non era logica.
Nulla in quella storia stabilita dai poliziotti dell'epoca aveva un dannato senso logico.Non sarebbe mai andato via volontariamente.
Non quando aveva vinto una borsa di studio per Tokyo.
Non quando sarebbe andato via da Miyagi.
Non quando si sarebbe dovuto sposare.Shōyō non sarebbe mai sparito in quel modo.
Era più probabile che l'avessero fatto sparire.❞
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sᴄᴏᴍᴘᴀʀsᴏ || ʜɪɴᴀᴛᴀ sʜᴏ̄ʏᴏ̄
Fanfiction| 𝗖𝗔𝗣𝗜𝗧𝗢𝗟𝗜 𝗣𝗨𝗕𝗕𝗟𝗜𝗖𝗔𝗧𝗜: 24 | [...] ɴᴏɴ sᴀʀᴇʙʙᴇ ᴍᴀɪ ᴀɴᴅᴀᴛᴏ ᴠɪᴀ ᴠᴏʟᴏɴᴛᴀʀɪᴀᴍᴇɴᴛᴇ. ɴᴏɴ ϙᴜᴀɴᴅᴏ ᴀᴠᴇᴠᴀ ᴠɪɴᴛᴏ ᴜɴᴀ ʙᴏʀsᴀ ᴅɪ sᴛᴜᴅɪᴏ ᴘᴇʀ ᴛᴏᴋʏᴏ. ɴᴏɴ ϙᴜᴀɴᴅᴏ sᴀʀᴇʙʙᴇ ᴀɴᴅᴀᴛᴏ ᴠɪᴀ ᴅᴀ ᴍɪʏᴀɢɪ. ɴᴏɴ ϙᴜᴀɴᴅᴏ sɪ sᴀʀᴇʙʙᴇ ᴅᴏᴠᴜᴛᴏ sᴘᴏsᴀʀᴇ. sʜᴏ̄ʏᴏ̄ ɴᴏɴ sᴀʀᴇʙʙᴇ...