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A un lato della dimora stava un gruppetto composto da parte della famiglia MacLeod e Colin O'Leary: le ragazze stavano riempiendo dei cesti di crescione fresco e il nostromo sembrava particolarmente interessato all'operazione, o meglio, notò James, ad aiutare Ms Eleanor MacLeod a tenere il suo cestino nonostante questo fosse ancora quasi vuoto e di sicuro quell'erba non avrebbe potuto pesare tanto da richiedere la collaborazione di un uomo.

«Certo che il povero Mr MacLeod deve avere un sacco di preoccupazioni con tutte quelle figlie femmine» commentò mentre raggiungeva il piano superiore con Deirdre al braccio.

«State insinuando che le figlie femmine siano più ingestibili dei maschi?» ribatté Dee voltando il capo verso di lui e inarcando un sopracciglio scuro.

«Non sono le figlie in sé a preoccupare, ma gli uomini che ronzano loro attorno.»

Erano arrivati alla porta della loro camera da letto e l'irlandese la varcò soffocando una risatina, poi andò a recuperare il proprio cappello di paglia posato sopra un baule.

«Ti stai burlando di me, ragazza?»

«No. Sì. Oh, cielo, forse un po', a chuisle.»

James la raggiunse da dietro e le sfilò il cappello dalle mani con un gesto fluido. «Si può sapere quale sarebbe il motivo, di grazia?»

«Ho solo immaginato voi con una figlia femmina e gli sguardi truci che lancerete a ciascuno dei suoi corteggiatori. Che il cielo aiuti il povero disgraziato che dovesse innamorarsi di lei!»

Lockart emise un verso a metà tra un ringhio e un grugnito. «Mi pare un po' troppo presto per pensarci.»

«Detta da uno previdente come voi questa frase suona strana» lo rimbeccò di nuovo lei e si sentì afferrare per le spalle, mentre il freddo acciaio dell'uncino di James le scivolava delicato lungo la scollatura.

«Oggi stai facendo il possibile per provocarmi, cuore mio.» Le sfiorò il collo con la lingua e lei sospirò di lussuria. «Se solo non avessimo tutti quegli impegni...» esordì con voce roca, stringendola a sé, così che lei potesse sentire la sua eccitazione premerle contro le natiche.

«Con tutta l'astinenza dell'ultimo periodo non credo che ci vorrebbe poi tanto. Perché non posate quel cappello e venite a stendervi con me sul letto per un minuto?»

«Un minuto?» la prese in giro lui, mordicchiandole la pelle delicata del collo, facendola sussultare.

«Oh, James, datemi retta, per una volta.»

«Io ti do sempre retta. Su di te, invece, questo non si può di certo affermare.»

Deirdre ridacchiò in risposta, ma finalmente lui posò il cappello di paglia sul baule e la seguì sul grosso letto matrimoniale, rifatto in maniera impeccabile.

«Spiace quasi sedersi e rovinare il bel lavoro fatto.»

James si sedette per primo e se la tirò delicatamente di fianco. «Non dirmi che stai già cambiando idea, ragazza irlandese.» Non le diede il tempo di ribattere perché le sollevò la gonna color cipria e la leggera sottoveste, poi le fece scivolare con delicatezza, prestando attenzione al pancione, la mano tra le cosce vogliose, trovandola già pronta e bagnata. Era terribilmente frustrante non poter affondare dentro di lei, ma in quell'ultimo periodo James aveva imparato ad accontentarsi anche del più fugace contatto fisico, dato che era raro quanto difficile trovare un momento per loro in cui non fossero entrambi sfiniti o impegnati a fare altro.

Deirdre si morse le labbra con fare voluttuoso e allungò una mano per scoprire l'erezione urgente di James, ma lui la bloccò, sporgendosi verso di lei, gli occhi azzurri ridotti a due fessure da cui traspariva tutto il desiderio che provava per lei. «Possiamo perdere qualche minuto in più, non c'è bisogno di andare di fretta» le mormorò a un centimetro dalle labbra piene, mentre con gesti lenti e graduali iniziava ad affondare i polpastrelli dentro di lei, un dito che però continuava a solleticarle il clitoride provocandole le vertigini.

Of Seamen and Maidens - LUNA NUOVA E ALTA MAREADove le storie prendono vita. Scoprilo ora