Capitolo 2

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Siamo sempre in una metropolitana, ma i muri sono pieni di scritte in tutte le lingue e le persone sono tutte vestite di nero. Molte di loro hanno la faccia arrabbiata, e sembra quasi una deformazione del viso, più che la tipica emozione. Nessuno di loro si gira per guardarci. Mi rialzo e seguo Nicole che è uscita dal vagone e mi guarda. Saliamo delle scale e usciamo. La città è piena di grandi case e edifici alti. Non sembra una metropoli, ma qualcosa mi dice che la popolazione è altrettanta.

Nicole inspira, fiera e butta fuori l' aria. Mi sorride e dice —Questa è La città segreta— 

La guardo confusa 

—Non ne ho mai sentito parlare... dove ci troviamo esattamente?— 

—Hai decisamente bisogno di spiegazioni— osserva ridendo —Seguimi— 

Mi fa strada e camminiamo verso quello che credo sia il centro. Sulle strade non scorre nessuna macchina. Si vede qualche motore ogni tanto, ma del resto sono tutti a piedi. Mi guardo attorno e noto che, pur essendo una giornata molto soleggiata, non è caldo come dovrebbe. Giriamo in una strada più grande ed entriamo nel primo bar a destra.  Butto il borsone sul divanetto e mi siedo, con mia cugina di fronte.  Non ho neanche il tempo di aprire la bocca che arriva la cameriera. E' alta, magra e con i capelli rossi, con delle foglie qua e là. Ha le orecchie a punta, gli occhi azzurri sono quasi trasparenti e i denti appuntiti. La fisso meravigliata. Nicole ordina due cioccolate calde e la ragazza se ne va. 

—E' una fata— annuncia Nicole, vedendomi confusa. 

—Ho decisamente bisogno di spiegazioni— confermo,ancora a bocca aperta

Ride e prende un bel respiro  —I nostri genitori sono guerrieri. La maggior parte delle persone di questa città sono guerriere. Questo è un piccolo mondo parallelo a quello degli umani. Ci sono fate, elfi, maghi, mutanti e noi. Questa città è l' unica città di cacciatori ed è la più grande di tutto il nostro mondo. Comunque, come vedi, non ci siamo solo noi qui. Gylian è una fata— 

In quel momento arriva la cameriera, che ci dà le cioccolate.

 —Parlate di me? — chiede sorridente 

—Sto spiegando a Meggie la situazione— dice Nicole 

—Aaaah okay. Vi lascio in pace— 

Due secondi dopo è già al bancone a pulire dei bicchieri. Non credo di essere riuscita a vedere il tragitto da qui a dove è lei ora. Super Velocità?

—Stavo dicendo....— continua, facendo tornare la mia attenzione su di lei —Da quando un mago si è ribellato col suo esercito, abbiamo condiviso questa città con quelli che avrebbero aiutato la nostra specie a ristabilire l' ordine. Non che le specie che vivono fuori da questa città siano tutte ribelli, intendo dire che qui vivono quelli che hanno deciso di aiutarci sempre. Infatti le creature che vivono in questa città ormai sono dei guerrieri, ma con poteri magici. — 

—Okay fino a qui ci sono, credo— la interrompo 

—Prima era tutto tranquillo, poi però un gruppo di maghi si ribellò alla decisione di accettare anche i mutanti nella nostra comunità e cominciò la guerra. Ora è da secoli che non abbiamo questi problemi, ma noi guerrieri serviamo sempre. E poi, come vedrai, conviviamo anche con loro— 

—Perché non ne sapevo niente?— 

—I tuoi genitori non volevano farti conoscere questo mondo, ma ora pensano che tu debba sapere, così eccoti qui— 

—Vuoi dire che i miei genitori sono vivi?!? — chiedo sbalordita

—Si— 

Quasi sputo la cioccolata che sto bevendo. 

 —Io non so molto. Quando li vedrai ti racconteranno tutto loro, ma per favore non odiarli per averti abbandonato. Hanno avuto le loro ragioni— 

Fisso la tazza  quasi vuota pensando a come possono essere. Al perché mi avessero fatto vivere da sola tutto questo tempo e al perché mi avessero sempre nascosto questo mondo. 

—Vieni, è ora di andare— dice Nicole alzandosi 

Prendo la borsa e usciamo. Camminiamo ancora per qualche chilometro, per poi fermarci davanti ad una grande casa a due piani. Le pareti sono giallo-panna con una grande porta di un blu elettrico luccicante. 

 —Di sopra ci siamo noi giovani, mentre le nostre famiglie vivono di sotto. — mi informa 

Pensandoci bene, la sua famiglia c'era quasi sempre nel "mondo degli umani". Ricordo che facevano lunghi viaggi di lavoro e che all' età di 8 anni Nicole si trasferì in un' altra città, di cui non parlavano mai. Probabilmente si era trasferita qui. Entriamo e noto che la casa è deserta. 

 —I nostri genitori sono in missione. Probabilmente per uno o due giorni saremo da soli— 

Annuisco comincio a fare il giro della casa. Al piano terra, appena entri, c'è un salotto con dei divani. A sinistra del salotto c'è la cucina,mentre le altre porte sono di 4 camere da letto e due bagni. Al primo piano invece, c'è un bagno molto grande, una piccola palestra, 4 camere da letto e un salottino con divano e televisione. Nicole mi indica una porta e io entro in quella che dovrebbe essere la mia stanza.  E' grande e spaziosa, con un letto a una piazza e mezzo coperto di cuscini. C'è un grande armadio vicino alla finestra,  una scrivania alla sinistra del letto e una porta grigia vicina alla scrivania. C'è un mobile/libreria nella parete completamente vuota. 

All' improvviso si apre la porta grigia e spunta la testa di Nicole, facendomi sobbalzare.

—Abbiamo le camere collegate! — Urla per poi richiudere la porta. 

Butto il borsone sul letto e comincio a togliere la roba. Metto i vestiti nel' armadio e sistemo i libri nei riquadri del mobile. Mi è sempre piaciuto leggere, soprattutto i libri fantasy e di fantascienza. Questa volta però, sembra di esserci entrata, di essere in un sogno. 

Tiro fuori una cornice con una foto di Julia e me e un' altra ancora con me e mio fratello da piccoli. Ci avevano dato a due famiglie diverse, quando io avevo 6 anni e lui 9. Non lo avevo più rivisto, ma spesso penso a lui.

Infilo il borsone vuoto sotto al letto e mi stendo, guardando il soffitto. 

Nicole mi ha portata qui, mettendomi al corrente dell'esistenza di un mondo che non conoscevo. Magari è riuscita a rintracciare anche mio fratello. Magari porterà anche lui qui. Una parte di me vuole rivederlo, ma l'atra si rifiuta anche di pensare ad una conversazione che potrei fare con lui.

Questa giornata è così assurda da avermi fatto stancare e infatti, dopo poco, mi addormento. 

La città segretaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora