Non mi ero mai svegliata così velocemente in tutta la mia vita. D'altronde non ero una persona per nulla mattiniera e quindi ci impiegavo spesso una buona mezz'ora per trascinarmi giù dal letto ed evitare di arrivare inesorabilmente in ritardo. Indossai alla rinfusa la divisa della Raimon, mi ficcai un paio di biscotti in bocca ed afferrai al volo la cartella che mia madre mi aveva lanciato dal salotto, visto che me la stavo scordando. E così iniziò la mia corsa sfrenata tra le vie ingarbugliate di Tokyo. Ero totalmente immersa nei miei pensieri e nel traffico cittadino, da non notare neppure il cielo che, piano piano, stava venendo coperto da una coltre di minacciose nubi grigie. Ma dopo essere inciampata diverse volte in aiuole secche e sassi vaganti, riuscì finalmente a osservare l'imponente Raimon spuntare da dietro i cancelli arrugginiti.
Forse mi stavo preoccupando troppo, dovevo stare più tranquilla.
Magari non era successo nulla di così grave e io stavo reagendo in modo eccessivo.
Però Jude era stato estremamente chiaro nella chiamata del pomeriggio precedente, in cui mi aveva raccontato che durante l'unica partita alla quale non avevo partecipato, visto che ero in montagna con la mia famiglia, due ragazzi si erano fatti molto male. Non aveva specificato chi fossero questi giocatori ed io non glielo avevo voluto chiedere, visto che sembrava particolarmente scosso, ma, in qualunque caso, ora stavo morendo dalla curiosità e dalla preoccupazione.
E se fossero due della Raimon ad essersi fatti male?
Scossi bruscamente la testa per allontanare quegli sgradevoli pensieri e, prima di varcare la soglia della scuola, mi fermai a riprendere fiato.
Camminai velocemente, facendomi largo tra studenti e professori, dirigendomi spedita nell'unico luogo in cui avrei potuto trovare il mio amico: al campo da calcio. Ed infatti eccolo, lo riuscivo a scrutare in lontananza, seduto sull'erbetta sintetica, mentre stringeva con le braccia le ginocchia, con il mantello che lo avvolgeva, come se fosse una specie di scudo. Mark e Axel si erano accomodati accanto a lui e non proferivano parola.
Mi avvicinai lentamente, quasi fossi intimorita. Jude, udendo i miei passi, si alzò di scatto, con lo sguardo rivolto verso di me: i miei occhi si scontrarono bruscamente contro i suoi cremisi, che riuscivo ad intravedere nonostante gli spessi occhiali, che, come al solito, indossava. Ma ciò che mi colpì non fu il vedere i suoi occhi rossi (nonostante fossero veramente belli e soprattutto particolari), ma bensì le emozioni che trasmettevano. E di certo non erano emozioni positive.
Okay, se prima ero preoccupata, ora ero letteralmente terrorizzata.
Li raggiunsi e mi sedetti di fronte a loro, rimanendo in silenzio per un paio di minuti. Non volevo forzare nessuno a parlare, nonostante stessi fremendo dalla curiosità. A rompere il silenzio fu Jude, che con un tono estremamente serio che però lasciava trapelare un velo di tristezza, proclamò: - Ieri abbiamo giocato contro la Absolute Royal Academy.
La Absolute Royal che?
Non lo interruppi, ma sulla mia faccia doveva essere comparsa un'espressione talmente confusa che costrinse Sharp a continuare: - La Absolute Royal Academy è la nuova squadra di Ray Dark.
L'udire quel nome mi fece scorrere un brivido lungo tutta la schiena e, senza accorgermene, mi ritrovai a stringere l'erba sintetica del campo che mi pizzicava la mano. Quella persona non faceva altro che portare guai.
- Loro... Ci hanno sfidati. Caleb Stonewall, il loro capitano, ci aspettava fuori e, appena siamo entrati io ho... - Jude si bloccò di colpo e abbassò la testa - ho rivisto i miei vecchi compagni di squadra. Erano tutti lì, persino David e Jo. Io ho provato a convincerli che Dark non era cambiato, ma loro mi hanno semplicemente dato del traditore.
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୧ ‧₊ 𝙄𝙣𝙖𝙯𝙪𝙢𝙖 𝙀𝙡𝙚𝙫𝙚𝙣 𝙛𝙖𝙣𝙛𝙞𝙘𝙩𝙞𝙤𝙣! ⋅ ☆
Teen Fictionʚ 𝕾𝖆𝖐𝖚𝖗𝖆 𝖎𝖘 𝖙𝖞𝖕𝖎𝖓𝖌... ɞ "Ma va bene, alla fine va bene così, perché alla fine ci ero riuscita, ero riuscita a superarlo ed a conquistare perfino una zona così remota e nascosta come il suo cuore. Il problema era che anche lui aveva con...