Capitolo 9

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C'è un tempo per resistere
E un tempo per lasciare
Per dirsi che è impossibile
E per ricominciare.

«Asia! Te busca tu sobrina!» urla la mia collega e quando mi volto c'è Lucrezia che piange disperata.
«Lucrezia! Che succede piccola?» mi preoccupo.
«Zia.» singhiozza e mi si getta addosso.
«Calmati tesoro, va tutto bene.» le accarezzo i capelli mentre la stringo a me. «Vieni con me.» la porto nel mio ufficio. «Calmati e spiegami quello che succede.» la faccio sedere e le do un bicchiere d'acqua.
«Andreas e Lucìa.» singhiozza ancora mentre beve senza smettere di tremare.
«Andreas e Lucìa cosa?»
«Li ho sentiti mentre ci prendevano in giro, e Andreas si baciava con un'altra.» singhiozza.
«Amore mio.» le accarezzo i capelli.
«Perchè zia?»
«Piccola, io il perché non lo so, ma sono sicura che andrà tutto bene. Ci sono io con te.» la abbraccio anche se poi un dubbio mi si accende in testa. «Come hai fatto ad uscire senza la mia firma?»
«Me l'ha falsificata Mattia!» singhiozza. Prima o poi lo strozzo.

*POV Mattia*

Esco da scuola e passo a prendere Martina. Lucrezia ha detto che si sentiva poco bene ed è uscita prima – e non per vantarmi – ma grazie alle mie fantastiche capacità di riprodurre la firma di nostra zia.
«Ciao Tia!» Martina urla e mi corre incontro mentre io saluto la sua maestra che, mamma mia, cosa non è.
«Ciao Ciuciu.» le do un bacio sui capelli.
«Tia guarda!» allunga una mano e punta il dito su qualcuno alle mie spalle.
«Che c'è?» mi volto e rimango stupito. «E tu che ci fai qua?» chiedo sorpreso con un sorriso.
«Nostalgia.» attraversa la strada e ci abbraccia forte. Che bella sensazione essere abbracciato così.
«Hola tìo!» Martina saluta zio Ignazio e si fa prendere in braccio.
«Ciao amore.» le bacia una guancia e poi ci abbraccia di nuovo. «Luli?» si guarda intorno.
«È uscita prima da scuola perché stava poco bene.» spiego brevemente.
Sono felice che sia qua.
«Andiamo, vi porto a casa io.» si dirige verso una macchina. Sistema la bimba nel sedile dietro e poi saliamo.
«Zio.» lo chiamo.
«Dimmi.» mette in moto l'auto.
«Sono felice che tu sia qua.» ammetto voltandomi in fretta verso il finestrino alla mia destra, non voglio che si renda conto che sono imbarazzato.
«Anche io sono felice di essere qua.» percepisco un sorriso nel modo in cui modula la sua voce.
«Dove andiamo?» gli chiedo poi mentre guida.
«Facciamo una sorpresa alla zia?»
«Si!» urla Martina felicissima.
«Andiamo!» mi guarda sorridendo per un attimo e poi si dirige verso lo studio dove lavora zia. «Eccoci.» parcheggia e poi scendiamo.
«Zio! Mi prendi in braccio?» Martina fa gli occhi dolci.
«Vieni ciuciù.» la prende in braccio.
«Tu sei un po' troppo ruffiana bimba.» Martina mi fa la linguaccia e posa la testa sulla spalla di Ignazio.
Ci avviamo verso l'entrata degli studi. Saluto la guardia giurata che sta al cancello ed entriamo.
«Andiamo a vedere se è nel suo ufficio.» dice Ignazio guardandosi intorno. «Sono tutti fin troppo rilassati, tua zia non è in giro.» ridacchia.
«Ti piace saperla sadica?»
«Non è sadica se pretende che le persone lavorino come devono.» spiega, puntiglioso. Forse c'è un motivo se sta bene con mia zia. Sono rompicoglioni allo stesso modo. «Rompicoglioni ci sarà tua zia! Non io!»
«L'ho detto a voce alta?»
«Si.» mi guarda male e mi da uno scappellotto dietro la testa.
«Ahi!» mi lamento esagerando e mi tocco la nuca.
«Non la fare lunga.» ride e bussa alla porta dell'ufficio di zia.
«Avanti.» apro di scatto la porta perché ho riconosciuto fin da subito la tipica voce che ha Lucrezia quando sta piangendo da svariati minuti.
«Scricciolo che hai?»
«Zio!» lo guarda sconvolta. «Che ci fai qui?» continua a piangere disperata e si getta tra le sue braccia, evitando – per qualche strano e assurdo motivo – me.
«Mi dici che succede? Perché stai piangendo così?» Ignazio la abbraccia e io prendo Martina.
«Perchè Luli piange?» mi chiede curiosa e preoccupata al tempo stesso.
«Non lo so...» la fisso. È successo qualcosa... ne sono sicuro!
«Lucre... che è successo?» faccio sedere Martina sul divanetto e vado verso mia sorella.
«Niente.» singhiozza ma continua a stare abbracciata allo zio.
«Eccomi Lucrezia!» i tacchi a spillo di mia zia anticipano il suo ingresso nell'ufficio. «Ragazzi, che ci fate qua?» guarda me e Martina e poi le cadono gli occhi su Ignazio. «Rettifico, tu che ci fai qua?» lo guarda con un sorriso che va da una parte all'altra della faccia.
«Sorpresa, piccola.» le sussurra, ma non così piano perché rimanga un segreto.
«Perchè sta piangendo come una disperata?» mi intrometto, altrimenti questi due si continuano a spogliare con gli occhi, e la scena è fin troppo raccapricciante.
«Già. Perché la bimba sta piangendo come una disperata?»
Beh... alla buon ora zio. Continua pure a guardarle il culo senza preoccuparti minimamente di mia sorella!
«Niente, tranquilli. Adesso passa tutto vero Luli?» le accarezza i capelli e poi parla con Ignazio utilizzando solo lo sguardo. Questi due hanno fin troppa voglia di stare insieme.
«Siete disgustosi.» li ignoro e vado da Lucrezia. «Mi dici cosa succede?» il tono mi si addolcisce, mentre le accarezzo i capelli. «C'entra Andreas?» il suo pianto che si fa ancora più forte è una risposta più che sufficiente. «Io lo ammazzo!» urlo imbestialito.
«Stai buono Matti!»
«Sono due stronzi!» urla Lucrezia. «Lui e sua sorella.» singhiozza.
«Wow! Con calma.» zia va a immediatamente fuori dal suo ufficio e ritorna qualche attimo dopo con la sua collega, quella che pensa che Ignazio se la faccia con mia sorella... e a giudicare dagli occhi sgranati con cui li guarda, continua a pensarlo.
«Isabel, potresti portare la bimba a prendere una tazza di cioccolata calda?» le chiede mia zia in spagnolo.
«Certo. Ho capito tutto.» guarda infuriata lo zio.
«Asia... per favore diglielo. Mi sta guardando male da mesi!» gli viene da ridere, ma si trattiene.
«Smettila.» lo fulmina con lo sguardo. «Isabel, non sta dietro a mia nipote.»
«No, non sto dietro a sua nipote.» zio guarda la zia con uno sguardo di scuse. «Sto dietro alla zia.» mette fine a questa assurda situazione.
«La zia è fidanzata con lo zio.» chiarisce definitivamente Martina.
«Io... scusate. Porto la bimba al bar.» si imbarazza.
«Isabel! Non una sola parola.» ordina zia e Isabel annuisce prima di sparire con Martina per mano.
«Era proprio necessario?» sbuffa verso lo zio che annuisce.
«A loro non gliene frega niente di noi due.» continua a piangere, mentre riparla al plurale.
«Che intendi con "loro"?» deglutisco.
«Li ho sentiti mentre ci prendevano in giro, e Andreas si baciava con quella zoccola di Luz.»
Che cosa? Sta fottutamente scherzando, vero?
«Fermati Mattia!»
«Fermati un cazzo zio! Passi prendere per il culo me, ma lei! Lei proprio no.» urlo. Sono fuori di me.
«Guardami un attimo. Lo so che fa male, ma andare da quel ragazzo e prenderlo a pugni non farà sparire il dolore e la delusione.»
«Hai ragione lui Tia.» mormora la zia e Lucrezia finalmente si alza e viene ad abbracciarmi.
«Scusami, non volevo mentirti.» continua a piangere come una disperata e devo per forza calmarmi, non posso assolutamente andare a picchiare Andreas con lei attaccata addosso.
«Va tutto bene, tranquilla. Siamo noi due, contro il mondo.» le sussurro all'orecchio.
«Come da bambini?» mi chiede.
«Come da bambini.» confermo.

*POV Ignazio*

«Piaciuta la sorpresa?» sussurro strusciando il naso sul collo di Asia.
«Si...» sospira e si lascia stringere. «È passato poco più di un mese ma mi sei mancato tantissimo.» infila il naso nel mio collo e inspira.
«Sembri una gattina che fa le fusa.» sorrido, sono felice. Nonostante i gemelli abbiamo avuto una crisi di pianto epocale, sono molto felice.
«Ho paura che Lucrezia sia andata a letto con Andreas.» mormora.
«Che cosa?» la stacco repentinamente da me. «Come a letto con Andreas?! È una bambina!»
«Che dovevo dirle?! Guai a te se vai a letto con Andreas?! Cosa avrei ottenuto?»
«Non lo so cosa avresti ottenuto, ma è piccola!» ribatto piccato.
«Non credo che abbia avuto modo di farlo... insomma sono stati così poco insieme. Non voglio che abbia brutti ricordi di un momento così importante.» sospira e torna ad abbracciarmi. «E poi non hai il diritto di lamentarti dopo che hai comprato i preservativi a Mattia!»
«E tu come lo sai?»
«Io so tutto.» mi bacia il collo.
«Stai ferma.» trattengo un gemito.
«Non posso fare granché per loro. Purtroppo le prime delusione d'amore sono così, ti tolgono il fiato e vuoi solo piangere per giornate intere.»
«Per me non è stata così solo la prima delusione d'amore...» le poso le labbra sul collo e le mani sul culo.
«No?» sospira di piacere quando le alzo la gonna che le segna i fianchi così bene.
«No.» rispondo toccando con mano ciò che anelo da quando è salita su quel fottuto aereo.
«Basta.» mormora per niente convinta. «Sono al lavoro. Ho una reputazione qua!» si stacca da me – con poca voglia – e si risistema la gonna.
«Ti preferivo prima!» ammetto.
«Asia!» delle voci la chiamano e dopo qualche secondo entrano nell'ufficio.
«Sicuro?» mi chiede furba prima di rivolgersi a questi tre deficienti che non avevano di meglio da fare piuttosto che venire qua. «Ditemi.»
«C'è un problema con una telecamera. Ti vuole Marcos nel suo ufficio.»
«Ora vado.» alla velocità della luce – come sono entrati – spariscono.
«Certo che li terrorizzi proprio eh.»
«Anche tu con questa storia? Ti sembro una che può terrorizzare?»
«Assolutamente si!» le prendo il viso tra le mani. «Ma mi piaci lo stesso.» la bacio. Mi sono mancate tantissimo le sue labbra.

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Sorpresa! Ignazio non ha resistito ed è volato in Argentina.
Che mi dite? Vi è piaciuto il capitolo? Quello che posso dirvi io è di godervi il sole prima della tempesta!
A lunedì prossimo!

Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora