"newt svegliati."
"Ancora 5 minuti mamma."
Sentii una risata, una risata cristallina e bellissima. In quel momento realizzai che non era stata mia madre a chiamarmi.
"Dai, svegliati che dobbiamo tornare a scuola biondino."
"Guarda che così non mi convinci tommy, anzi ora sono meno intenzionato di prima ad alzarmi." Schiusi un occhio, giusto per poterlo guardare.
"Allora io torno a scuola da solo e tu torni a piedi, visto che non hai la macchina!"
"Oppure potresti tornare a letto con me e andare a scuola più tardi insieme..." Dissi speranzoso.
Si avvicinò al letto e per un istante credetti che mi avrebbe dato retta. Poi improvvisamente mi tolse le coperte e il freddo mi avvolse completamente ed io istintivamente mi rannicchiai in una posizione fatale nella speranza di combatterlo.
"Su, muoviti." Mugugnai e mi alzai dal letto con una velocità degna di una lumaca incinta.
Andai verso il mio zaino, presi dei vestiti e iniziai a spogliarmi svogliatamente. Ancora mezzo addormentato, mi ritrovai con addosso solo i boxer e mi accorsi che tancredi mi osservava e non mi toglieva gli occhi di dosso.
Avevo sempre avuto un ottimo rapporto con il mio corpo, ma vedere thomas fissarmi in quella maniera mi imbarazzava.
"Che c'è?" Chiesi arrossendo.
Ultimamente arrossivo troppo spesso e sapevo che probabilmente avrei continuato a farlo. Ogni volta che lui mi abbracciava, mi toccava o semplicemente i suoi occhi incontravano i miei, non riuscivo a fare a meno e guardandolo non potevo non capirne la ragione.
"Niente, sei bello." Rispose con nonchalance.
Deglutii e mi rivestii più in fretta che potevo cercando di non fare notare il mio rossore, che era il triplo di quello di prima.
Quella frase non avrebbe dovuto dirla; aveva messo un po' di speranza nel mio cuore. La mia testa sapeva benissimo che non voleva dire niente, ma nonostante ciò sapevo che uno spiraglio si era aperto e che avrebbe fatto malissimo quando si sarebbe resa conto che lui non avrebbe mai provato quello che provavo io. Che poi, cos'è che provavo? Che avevo una cotta per lui penso l'avessi capito, ma quello che non capivo era fino a che punto fosse grave. Il fatto era che non avevo mai provato niente del genere. Avevo avuto più ragazze di quante riuscissi a ricordare ma non avevo mai provato questi sentimenti, per me era sempre stato solo sesso.
thomas aveva completamente sconvolto tutti i miei schemi.
"Okay, sono pronto. Andiamo."
"Era ora!" Mi disse sorridendo. Com'è che il suo sorriso riusciva a farmi sciogliere?
"thomas, ti posso abbracciare?" Subito mi pentii di quell'insensata richiesta che mi era uscita dalla bocca. Casso, chissà cos'avrà pensato... lui non doveva sapere di piacermi ed io sono un coglione.
Lo vidi scuotere la testa.
"Non so che pensi, ma io non abbraccio le persone. Solo i miei fratelli. E Winston qualche volta." Detto questo, uscì dalla stanza.
Ecco, ero riuscito a farlo allontanare ancora... Ma poi cosa pensavo? Che solo perché mi aveva portato un paio di giorni in città con sé fossi arrivato a livello di Winston? Non avrei mai potuto competere con lui e infondo era giusto così, si conoscevano da più tempo e lui gli era rimasto accanto quando tutti si erano rivoltati contro. Però ero... geloso, ecco. Geloso di Winston perché lui poteva fare quello che voleva con thomas e io no. Beh... Almeno adesso avevo scoperto che aveva dei fratelli. Presi un grosso respiro e uscii anch'io dall'ostello, thomas mi aspettava già in macchina. Avevo un po' paura della sua reazione, ma per tutto il viaggio parlò allegramente con me, non diversamente dal solito. Scoprii un'altra delle numerose qualità di thomas: cantava benissimo. Aveva una voce meravigliosa, sottile e delicata, che solo ascoltarla ti commuove. Cantammo un po' delle canzoni che mettevano alla radio per passare il tempo, ma in realtà il più delle volte io stavo zitto per ascoltare lui.
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stanza 258 || newtmas edition
Romance"isaac... newton isaac» Guardai la segretaria cercare il mio nome nel lungo elenco di fogli che aveva. "isaac, isaac, isaac... Ah eccolo! Stanza 258, sei in camera con un certo thomas edison" Presi le chiavi che mi offriva e le rivolsi uno dei miei...