Capitolo Cinque

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Lorenzo era in ritardo di dieci minuti e Val stava cominciando a sudare freddo. La terrazza del Borromini pullulava già di gente, un mare di abiti sgargianti dai colori improbabili e gioielli scintillanti che avrebbero fatto invidia alla Corona inglese. Da quando era arrivato non aveva fatto altro che cercare di evitare persone che avrebbe voluto fare a meno di incontrare, purtroppo senza successo. Le domande scomode sulla sua dipartita dalla moda erano arrivate dal momento in cui aveva messo piede nell'elegante ristorante che quella sera ospitava la festa di gala per la nuova collezione di Armani, mettendolo a disagio. Diede una veloce occhiata all'orologio, che segnava le dieci e mezza di sera, per poi portare di nuovo lo sguardo sull'entrata della terrazza.

In quell'esatto momento, Lorenzo fece il suo ingresso, guardandosi intorno con aria smarrita. Indossava dei pantaloni neri e una camicia dello stesso colore. Val sorrise istintivamente nel vederlo. Afferrò due calici di prosecco dal vassoio di uno dei camerieri che camminavano disinvolti tra gli invitati, andandogli incontro.

"Sei andato sul classico," lo salutò, una volta che gli fu a portata di orecchio.

Lorenzo si illuminò quando si accorse chi gli stava parlando.
"Ehi."

"Ehi," gli fece eco Val, porgendogli un calice.

Lorenzo lo accettò, ringraziandolo. "Tu invece niente camicia rosa oggi?"

Val puntò lo sguardo sul suo blando completo blu. "Mi è stato commissionato per l'evento."

"Cioè non è tuo?"

"No, me l'hanno regalato."

"Ti hanno regalato un completo di Armani..."

Val fece spallucce. Poi, si avvicinò con fare cospiratorio. "Detto tra noi, Armani non è proprio il mio brand preferito."

Lorenzo scoppiò a ridere, attirando l'attenzione di alcune persone che gli stavano vicino.

"Ehm... Grazie per essere venuto, comunque."

"Se devo essere sincero, mi aspettavo tutto ma non un invito ad una festa del genere."

Val si guardò intorno, storcendo la bocca. Gli fece segno di seguirlo, e camminarono l'uno di fianco all'altro finché non raggiunsero l'esterno della terrazza che dava su Piazza Navona.

Una volta arrivati in un punto più appartato, Val disse: "E' brutto da dire, ma non volevo venirci da solo."

Lorenzo buttò giù quello che rimaneva del suo champagne, prima di afferrarne un altro e chiedere: "Come mai?"

"Ne è passato di tempo da quando sono stato ad una di queste feste. Non credo di esserci più portato."

"E hai scelto me come... escort?"

"Cristo, non dirlo così. Dai, sei l'unico amico che ho, e volevo fare qualcosa di carino insieme. Due piccioni con una fava."

"Mm." Lorenzo si guardò intorno, con la stessa espressione contrita di poco prima. Trangugiò l'ennesimo calice di prosecco, e puntò lo sguardo verso la piazza. "Bel posto, in effetti. Ma io sono proprio la scelta sbagliata."

Era evidente che fosse a disagio, e Val cominciava quasi a pentirsi di averlo invitato. Nemmeno lui era sicuro di appartenere più a quel mondo, non riusciva a immaginare cosa dovesse provare Lorenzo. Prima che potesse dire qualcos'altro, però, una voce che riconobbe immediatamente lo interruppe, facendoli saltare entrambi.

"Valentino!"
Giancarlo, uno degli editor di Vogue Italia con cui aveva lavorato spesso in passato, si intromise tra lui e Lorenzo, afferrandolo per le spalle e baciandolo su entrambe le guance. "Caro, che piacere vederti! Come stai?"

TIGHTROPE - Vite SospeseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora