Capitolo Sei

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William gli rise in faccia, non appena entrò in casa loro. Lorenzo si tolse la giacca di pelle, lanciandogliela addosso mentre raggiungeva Edoardo nel salone. Questi era seduto sul divano, intento a digitare qualcosa sulla tastiera del portatile. Gli dedicò un cenno con la testa, alzando lo sguardo in modo sbadato.

Era la prima volta che entrava lì, eppure quello non fermò Lorenzo dal dirigersi in cucina e aprire il frigorifero. Sapeva che dove c'era William avrebbe potuto trovare due cose: tè e alcol. Recuperò una birra, girando lo sguardo per cercare l'apribottiglie.

William si materializzò sulla porta, indicandogli l'ultimo cassetto alla sua destra.

"Woah. You've been whacked here, uh?"

Lorenzo gli dedicò un'occhiataccia, portandosi la mano libera a coprire l'enorme livido violaceo che gli prendeva per intero la parte sinistra del viso. Edoardo si affacciò sullo stipite, inorridendo di sorpresa. William si mise a ridere di nuovo, mascherando il suo sghignazzare in un colpo di tosse, quando Edoardo lo ammonì con lo sguardo. Incrociò le braccia sul petto allora, rivolgendosi di nuovo a Lorenzo.

"Che hai fatto?"

"Niente..." Sfuggì, tornando verso il salotto sotto l'espressione corrucciata dei due.

Edoardo lo seguì.
"Lorenzo. Cosa hai fatto? Chi hai fatto incazzare?"

Lorenzo sbuffò, prendendo posto sul divano. "Evita di farmi la predica, dai."

Edoardo si sedette vicino a lui, mentre William si adagiava con la schiena al muro. Aveva ancora le labbra increspate dalle risate.

Lorenzo cinse le spalle di Edoardo con un braccio, portandosi la sigaretta alle labbra con l'altra mano. "Posso fumare?" chiese, accendendola.

"No."

Wow, in coro, addirittura.

"Troppo tardi."

William alzò gli occhi al cielo, scambiandosi un'occhiata con Edoardo. Sul viso di lui, la curiosità si trasformava in apprensione e poi, sul finire, in preoccupazione.
Lorenzo lasciò la sigaretta nel posacenere che William gli passò, stipulando così una silenziosa tregua dalle prese in giro. Evitò comunque il contatto visivo, premendo una mano sulla bocca.

È divertente, non posso biasimarlo.

"Bella casa, eh, comunque. Come procede la vita matrimoniale?" riprese Lorenzo, affondando la testa nei cuscini.

Edoardo scivolò dalla sua presa, sospirando. In quell'unico gesto stizzito, Lorenzo trovò la spinta per venire fuori dalla vergogna. Alcune cose, solo Edoardo era in grado di tirargliele fuori. Girò lo sguardo su di lui e gli sorrise, puntando i gomiti sulle cosce.

"Ti ricordi di quel tizio...? Quello a cui ho dato buca l'altra sera..." iniziò.

"Valentino?"

"Lui."

Edoardo annuì. Raccontargli del suo incontro con Val era stato più difficile del previsto. Si era imbarazzato una ventina di volte e le guance avevano mostrato quella sua lotta interiore facendosi d'un rosso febbricitante. Edoardo non aveva riso, o meglio, non con l'intento di prenderlo in giro. Uno sguardo era bastato per far sentire Lorenzo a suo agio, mentre la conversazione si spostava di nuovo sul trasloco imminente nella nuova casa di William, lasciando a Lorenzo il tempo di respirare.

"Eh...siamo andati a questa festa... Boh, qualcosa di moda, non lo so."

"È stato lui?"

"Aspett-"

TIGHTROPE - Vite SospeseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora