Capitolo Nove

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Non era la prima volta che viaggiava abbracciato alla schiena di Lorenzo, mentre sfrecciavano con la sua moto per le strade deserte di una Roma notturna. Eppure, questa volta, qualcosa era diverso. Non c'era imbarazzo nello stringere le braccia intorno ai suoi fianchi, o bearsi del calore del suo corpo contro il suo. Val si appoggiò completamente a lui, inalando l'odore di alcol e tabacco che gli impregnavano la pelle e i vestiti, con la guancia poggiata alla sua giacca. La vergogna che avrebbe provato qualche giorno prima a lasciarsi andare in quel modo non accennava a fare la sua comparsa. Era totalmente a suo agio, perso nel momento.

Non ci misero molto ad arrivare al Pigneto, e dopo aver parcheggiato, si diressero verso la zona pedonale per trovare un posto dove passare la serata. I ristoranti e i pub della zona erano stracolmi di gente, ma riuscirono comunque a infilarsi in una birreria che aveva miracolosamente un tavolo libero. Una volta comodi, si ordinarono un boccale di birra a testa e qualche stuzzichino.

"Salute," disse, scontrando il suo bicchiere con quello di Lorenzo. Lui gli sorrise, e Val fissò gli occhi sulle sue labbra.

Cazzo, come avrebbe voluto baciarlo di nuovo. Era tutto quello a cui riusciva a pensare.
Val ancora non riusciva a credere che quel ragazzo meraviglioso gli avesse dato un'altra possibilità, dopo il modo in cui l'aveva trattato. Eppure erano lì, l'uno di fronte all'altro... e lui non sapeva che dire.

"Ehm..." si schiarì la gola. "Quindi..."

"Allora..." Lorenzo disse nello stesso momento.

Scoppiarono a ridere entrambi, per poi chiudersi di nuovo in quel silenzio imbarazzante. Lorenzo sgranocchiò le patatine che il cameriere aveva messo al centro del tavolo, mentre Val prese un altro sorso di birra per farsi coraggio.

"Scusami, non so davvero come comportarmi. Non ho mai fatto una cosa del genere."

"Ah, non chiederlo a me. Nemmeno io sono tipo da appuntamenti."

Alla grande.

"Stiamo messi bene, tutti e due, eh?" scherzò. Lorenzo mise il gomito sul tavolo e poggiò il volto sulla mano.
Val si sentì nudo sotto il suo sguardo, quegli occhi di ghiaccio che gli penetravano l'anima erano stati i protagonisti dei suoi sogni dal momento che li aveva visti per la prima volta.

"La notte che ci siamo conosciuti," cominciò, cercando di riordinare i pensieri, "... dicevo sul serio."

"Cioè?"

"Quando ti ho detto che voglio qualcuno da amare seriamente. Mi sono stancato di fare il cretino con tutti, voglio davvero impegnarmi con qualcuno."

"Okay."

"Okay?"

"Sì, voglio dire... tu mi piaci. Penso che questo si fosse capito. Quindi, okay. Voglio provarci anche io. Non ho idea di dove questa cosa tra noi andrà a parare, so solo che io con te ci sto bene, quindi..."

Val annuì, scolandosi la sua birra tutta d'un fiato. Era imbarazzato, ma allo stesso tempo si sentiva a suo agio. Non aveva paura di far crollare le sue difese, perché sapeva che Lorenzo avrebbe capito la sua fragilità, e accolto le sue paure come lui avrebbe fatto con le sue.

"Per essere chiari... vogliamo provare a uscire insieme, giusto?"

"Sì."

"Esclusivi?"

Lorenzo fece spallucce. "Se è quello che vuoi."

"Tu che cosa vuoi?"

"Io lo so quello che voglio," rispose Lorenzo, con un ghigno provocatore sulle labbra. "E tu?"

TIGHTROPE - Vite SospeseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora