11-Dopo la quiete...la tempesta

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-E senti solo il cuore e il male non esiste più
e non c'è più dolore soltanto io soltanto tu.
Questo silenzio sa di mille parole
ed io starei qui ad ascoltarti per ore
per anni un solo secondo.
E se tu mi guardi me ne rendo conto
che alla fine ogni volta
è solo l'amore che ci salva dalla ferita del mondo

Mantieni il bacio. Michele Bravi.

Magnolia

Presente

Prima che mia nonna morisse, le avevo promesso che non avrei permesso a nessuno di togliermi il sorriso che lei aveva sempre tanto amato.

Diceva che per ferire qualcuno non erano necessarie troppe parole, o troppi gesti. Ci pensano i sorrisi.

Quest'ultimi, secondo lei, sono il veleno più potente al mondo e al medesimo tempo il balsamo più delicato.

Prima d'ora, non avevo capito bene cosa significasse perdere il proprio sorriso, nemmeno dopo la dolorosa partenza di Michael.

In quel caso, sapevo che lui sarebbe rimasto per sempre in me, anche se non con la sua presenza.

Adesso, però, due giorni dopo essermelo ritrovato dinanzi alla porta e avergli fatto capire quanto lo odio, non sento nulla.

Avverto solo le mie labbra ricurvarsi verso il basso ogni volta che provo a sorridere. Semplicemente non sento nulla.

È come se le mie stesse parole mi avessero aperto dentro una voragine, ritorcendomisi contro.

Fa schifo, eh?

Fa nulla, mi ripeto giorno e notte, forse doveva andare così.

Controllo l'orario sul telefono, rigirandomi tra le coperte. Sono le nove del mattino e io non ce la faccio nemmeno ad alzarmi.

Ho gentilmente chiesto a Elle di sostituirmi per due giorni in libreria per lavorare al nuovo romanzo, ma è come se le idee fossero morte, seppellite in un angolo della mia mente.

Forse fissare il soffitto tutta la notte non mi ha fornito l'idea geniale della quale ho estremamente bisogno, ma tentar non nuoce.

Quando il campanello trilla, trasalisco.

Non aspettavo nessuno...speriamo non sia qualche altra sorpresa indesiderata.

Apro la porta e, all'istante, la sorpresa si propaga dentro di me. Ines e Rebeka se ne stanno davanti alla porta, fissandomi con un sorriso in volto.

Che ci fanno qui?

Il loro sguardo, dal mio viso, si sposta sul mio corpo e, quando noto un cambiamento nella loro espressione, mi acciglio.

"Carina la maglietta." commenta Ines.

"Ecco dov'era finita." termina con un sospiro sua sorella.

Mi soffermo ad osservare la maglia che ho addosso, realizzando il motivo di quelle espressioni dubbiose.

Ho addosso la maglietta nera, con il simbolo dei Guns N' Roses, che apparteneva a Michael. Mi sento nuda, ora come ora, anche se l'indumento mi sfiora le cosce con delicatezza.

Tiro su il capo, mentre delle ciocche ribelli, sfuggite dalla crocchia disordinata che ho in testa, mi accarezzano il viso.

"Ciao anche a voi." mormoro ironica.

Ma le due non si scompongono. Non sono cattive. Sono sempre state un po' restie, nei confronti di tutti.

Ma, non appena varcano la soglia di casa mia, mi abbracciano. Resto pietrificata per la sorpresa.

Qualcosa di grandeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora