Capitolo 8

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Non dirmi di girarmi
Se non sei lì dietro con me non
giocare
Ma provo ad ignorarti
Come ignoro le altre quando sto con te
Ma ora devi scusarmi
Perché sono fatto così
E non mi dire di no
E anche stasera faccio tardi e non
m'importa
E fai la stronza litighiamo
Non mi dire di no

- Non mi dire di no, prod. Frenetik&Orang3

Max Verstappen non accettava di perdere. Era la cosa che più detestava al mondo.

Ma una cosa che detestava ancora di più era sentirsi offeso nell'orgoglio.

Il suo ego crebbe smisurato insieme a lui. L'influenza di suo padre fu così forte che riuscì a plasmare le sue emozioni anche nella sfera privata.

Un vero vincitore non avrebbe dovuto esternare le proprie emozioni altrimenti sarebbe risultato un perdente, uno scarso e chiunque sarebbe stato capace di trovare il punto debole per batterti.

Non solo devi dare sempre il meglio, ma anche quando arranchi ad arrivare alla cima devi mostrare sempre un sorriso. Il nemico non deve capire che stai soffrendo e non devi dargli modo di cantare vittoria alle tue spalle.

Max questo lo aveva imparato bene. Sin dai tempi dei kart era stato addestrato a comportarsi così e questo non solo lo aveva portato in Formula 1, ma gli aveva permesso di vincere il titolo mondiale e giocarsi anche il secondo.

Purtroppo, o per fortuna, aveva imparato questa modalità di agire anche al di fuori della monoposto e della vita in pista. Nessuno si sarebbe preso gioco di lui o, meglio, nessuno sarebbe riuscito più a farlo dopo Charlotte.

E qual era il miglior modo per mostrare agli altri che stava bene? Scopare.

Oramai erano passati due giorni dall'ultimo incontro con Rory, ciononostante le parole della ragazza riecheggiavano limpidamente nella sua memoria.

Quando arrivarono sotto casa di Rory, la ragazza lo salutò velocemente ma il campione di Formula 1 la fermò per un polso.

«Tu non mi resisti, Rory» il tono della voce era roco e provocò una scossa lungo la spina dorsale della ragazza.

«Max, per favore lasciami andare.»

«Perché mi tieni distante? Perché non ti lasci andare?»

La ragazza scosse la testa, non voleva rivelare la sua verità. I ghiacci di Verstappen però erano penetranti, riuscivano a farle vibrare l'anima.

«Un passatempo di vacanza...fanculo» borbottò tra sé e sé mentre guardandosi allo specchio chiudeva l'ultimo bottone della camicia chiara che indossava.

Si recò al Jimmy'z, uno dei suoi posti preferiti di Montecarlo. Quando entrò fece un cenno con la mano al barista per salutarlo. Oramai era di casa. In poco tempo arrivò un bicchiere contenente il suo solito drink. Sorseggiò il liquido guardandosi intorno adocchiando in poco tempo una ragazza bionda.

Non ci pensò due volte e decise di avvicinarsi a lei per conoscerla.

«Sei Max Verstappen, giusto?» le urlò la ragazza nell'orecchio per sovrastare il suono della musica. L'olandese annuì e lei sorrise soddisfatta. Ballarono insieme per un tempo indefinito, poi il pilota la trascinò al bancone del bar per offrirle un drink.

Nonostante la lieta conoscenza, nella sua testa suonava sempre la stessa frase.

«Sei stato solo un'avventura estiva, un passatempo di vacanza.»

Anima Gemella || Max Verstappen|| Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora