75 - Crescere (I)

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Claire


«Ti sono mancato, tesoro?».

L'alito di Dylan si schiantò contro la mia guancia, facendomi chiudere gli occhi per la paura.

Cosa diavolo ci faceva lì? E come diavolo era entrato in casa di Philip?

Dylan strinse ancora più forte la presa su di me e l'unico pensiero che si formò nella mia testa era che non dovevo andare in panico. Era dannatamente difficile, però, mentre ero immobilizzata contro di lui e sentivo le sue braccia bloccare ogni mio tentativo di reagire.

Non si aspettava davvero una risposta, perché mi stava ancora tenendo una mano sulla bocca e prese ad arretrare velocemente non appena fu sicuro che non riuscissi a liberarmi.

Mi divincolai ancora, con il battito del cuore che mi rimbombava nelle orecchie e i miei occhi che si muovevano freneticamente in cerca di un appiglio. Non potevo permettere che mi trascinasse chissà dove. La mia unica speranza era che qualcuno mi sentisse o che Christian si accorgesse all'istante della mia sparizione.

Christian.

Il cuore mi batté di una nuova speranza, la stessa però che il mio cervello bruciò in un istante: perché Christian pensava che fossi con Logan.

Quando arrivai a quel risultato una nuova ondata di panico minacciò di farmi vomitare.

Come se mi avesse letto nel pensiero, sentii di nuovo il viso di Dylan accostarsi al mio. «Nessuno dei tuoi ragazzi verrà a salvarti questa volta, Claire». Un moto di paura mi fece sudare freddo e Dylan dovette accorgersene perché levò la mano dalla mia bocca. «Ci siamo solo noi due».

Una volta avevo letto che esistevano molti modi per uccidere una persona senza portarla alla morte. Il primo era evitare che raggiungesse il suo massimo potenziale. Provai a ricordarmene mentre valutavo le mie possibilità. Avevo passato gli ultimi due anni sottostimando ciò che ero e quello che ero in grado di fare. Quel giorno non mi sarei potuta concedere quel lusso.

«Perché?» chiesi tagliente, mentre mi teneva per i polsi. «Cosa speri di ottenere?».

«Vendetta, Claire». Dylan non provò neppure a fingere. Voleva dirmelo, voleva che sapessi a cosa stavo andando incontro. Qualsiasi cosa aveva in serbo per me, voleva che sapessi che avrei pagato. Che Logan e Christian avrebbero pagato.

«E poi cosa pensi di fare?» continuai, mentre mi spingeva lungo il corridoio.

«Sinceramente, Claire?» chiese ironico, «Non mi interessa. Chiuderò i conti e me ne andrò da questa cittadina del cazzo che–».

Non aspettai che finisse la frase. Non appena capii che la sua attenzione era più concentrata sulle sue parole che su di me, sollevai il tallone cercando di colpirlo all'inguine.

Non ci riuscii, Dylan si abbassò per schivarmi ma misi comunque a segno un colpo: lo avevo preso alla sprovvista. La sua presa si allentò e riuscii ad assestargli una gomitata. Quando le sue braccia scattarono verso il basso, io schizzai in avanti con tutte le forze che avevo.

Da quel momento in poi annullai tutto.

Davanti a me c'era solo il corridoio costellato da alcune porte chiuse. L'istinto mi disse di non buttarmi in nessuna di esse. Se ne avessi scelta una chiusa a chiave, la mia corsa sarebbe finita all'istante e avevo un'unica certezza: se Dylan mi avesse raggiunta, mi avrebbe fatto pagare ogni singolo passo.

Lo sentii ansimare alle mie spalle, come se fosse ancora piegato in due dal dolore. «Puoi scappare quanto vuoi, Claire».

La sua voce era vicina, ma non abbastanza da pensare che mi avrebbe raggiunta all'istante. Quando però girai l'angolo, impallidii e i miei piedi si bloccarono di colpo. Di fronte a me c'era solo un muro sovrastato da un grosso armadio.

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